Ci sono incontri che ti cambiano la vita. E non è che lo sai prima se quell’incontro ce la farà a cambiarti la vita oppure no, perché altrimenti ognuno cercherebbe di farcisi trovare pronto, a un appuntamento come questo.

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Jimmy Priscot, di Giovanni Savelli, Nutrimenti 2023, pp. 272

Jimmy Priscot di Giovanni Savelli è un bel romanzo di avventura di mare, del genere che mi faceva sognare quando ero una ragazzina. I miei preferiti erano ovviamente L’isola del tesoro, di Stevenson, i tanti romanzi di Salgari, con Sandokan, le tigri di Mompracem e compagnia bella, senza dimenticare il buon Jules Verne e il suo capitano Nemo a bordo del Nautilus di “Ventimila leghe sotto i mari“.
Ecco, Jimmy Priscot mi ha riportato a quelle storie avventurose e alle loro atmosfere piene del fascino dell’ignoto; nel romanzo ci sono tutti gli ingredienti giusti – racconti di naufragi, un tesoro nascosto su un’isola misteriosa, un fiore con un occhio solo a dettare la rotta, una ciurma del tutto bizzarra – per dilettare chi ha spirito di avventura, con una vena umoristica e una scrittura più leggera e forse più vicina alla nostra sensibilità di oggi; un gergo marinaresco e piratesco, coniugato al passato remoto ma che occhieggia al futuro (e soggetto perfetto per una sceneggiatura cinematografica).

Il romanzo si sviluppa lungo una trama intrigante che si legge tutta d’un fiato, che diletta come sanno fare le opere di intrattenimento, che fa sognare come tutti i viaggi avventurosi e perigliosi, che diverte come tutte le storie in cui equivoci e humor tengono dritta la barra del timone. Si naviga tra le pagine con sorpresa e non poche risate, soprattutto quando ci si imbatte nei formidabili dialoghi, veri e propri botta e risposta incalzanti e insaporiti con il sale dell’ironia.

Non mancano brutti ceffi, canaglie e ubriaconi, taverne fumose e litri di alcol, giovani di belle speranze, una saggia babushka, una antropologa avventurosa a bordo del suo dirigibile alla ricerca di un popolo scomparso da due secoli; e poi un’isola che fa perdere la memoria a chi la visita, ricoperta di una vegetazione lussureggiante, corredata di un vulcano e di una selva di giganteschi fiori occhiuti.

Isola che appare al lettore – come del resto all’equipaggio – con un’immagine che definire artistica è poco; sentite qua:

Sarebbe stato meglio se, a bordo, si fosse trovato anche un paesaggista francese, capace di catturare l’apparizione e l’aspetto di quella montagna sputata fuori dal cuore della terra (..) un miraggio partorito da una natura tanto esuberante da apparire oscena. (..) Il paesaggista ci avrebbe dato dentro di cobalti e azzurri cerulei (..) con punti di oltremare e spennellate di arsenito di rame. Verde di Guignet per le mangrovie e i baldacchini di alberi, lacca di robbia per le rocce…

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Non vi sembra di avere davanti agli occhi un dipinto?

Jimmy Priscot è un aspirante reporter della New Port Gazette, il giornale della cittadina portuale in cui vive con la madre Betty. Un ragazzo alto e magrissimo, un volto affilato e occhiaie malinconiche. Con la testa un po’ sulle nuvole, curioso e incline a perdersi nei suoi voli di fantasia. Messo continuamente in panchina dal suo capo, il direttore Ozniak, che gli preferisce i più intraprendenti colleghi, Jimmy sgomita per ottenere l’articolo del secolo, il pezzo che lo faccia balzare a piè pari agli onori della prima pagina.
Il suo capo gli affida un compito alquanto arduo: scrivere un articolo sul capitano Rogers, eroe locale, nonché membro della famiglia più potente – di fatto proprietaria di tutto in città, compreso il giornale – con la raccomandazione di lasciare da parte le sue stravaganze e di concentrarsi ad incensare l’avo del battagliero generale in pensione Rogers, attuale capo della potente famiglia. Un pezzo celebrativo che non lasci spazio a dubbi sulle capacità del capitano e sul motivo della tragica missione in cui il capitano stesso e molti membri dell’equipaggio perirono in un misterioso naufragio. Forse un errore di rotta?

Nonostante le migliori intenzioni di Jimmy nel redigere il miglior pezzo celebrativo, l’incontro con un ubriacone locale, Bill Borrows, scombina tutto. Il vecchio in questione aveva fatto parte di quella missione al fianco del capitano Rogers sulla goletta Silverado. E rivela a Jimmy che lo scopo della missione era trovare un tesoro. Lo stesso tesoro che ancora aspetta di essere scovato e per cercare il quale il capitano Francis Evans, nonno di Jimmy e vecchio lupo di mare, si lascia convincere a partire all’avventura.

L’improbabile equipaggio della goletta Snark, comandato dal capitano Evans, è composto, oltre a Jimmy, dal cartografo bambino Magellano Weaver, dalla coppia di mastodontici fratelli Ludwig e Samuel che si esprimono in una lingua incomprensibile, da un fiore che “a Jimmy ricordò un occhio chiuso, un cranio rasato, un qualcosa di ibrido tra l’umano e il vegetale“, che è la bussola capace di condurre la goletta all’isola del tesoro.

Il fiore indica la rotta, nonostante le rimostranze dello scettico Magellano e li conduce verso l’isola di Trindade – città mercato nel mezzo dell’Oceano Indiano – dove incontrano Agata, la bambina che non può crescere. Il fiore, al suo cospetto, è eccitato e vibrante: cosa lo lega a quella strana bambina? E chi è Agata?

Agata vestiva la curiosità come fosse un abito fatto su misura, perfettamente aderente a un cervello capace di elaborare idee e concetti e catapultarli fuori con l’imprevedibilità di un acquazzone tropicale.

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Dopo una notte agitata di cui Jimmy ricorda ben poco, anche Agata si unisce all’equipaggio e salpa sulla Snark alla ricerca della fantomatica isola del tesoro. I misteri si infittiscono: si viene a scoprire che Agata potrà crescere solo se tornerà a quell’isola, che guarda caso è il luogo da cui proviene, che l’isola ha una peculiarità, ha il potere di cancellare la memoria di chiunque vi metta piede. Ed è proprio quello che accade a Jimmy, quando, una volta sbarcati e dopo avere fatto un giro di perlustrazione insieme ad uno dei giganteschi gemelli, non ricorda assolutamente di avervi messo piede.

Insospettiti dal comportamento di Jimmy e curiosi di scoprire i segreti che l’isola cela, guidati dal fiore sempre più eccitato, i membri dell’equipaggio sbarcano e affrontano la più strana avventura che potrebbero mai immaginare. Così strana da fare pensare di averla sognata.

Ma del resto, come dice nonno Evans, la cosa più importante nella vita sono i sogni…

Qui potete leggere l’incipit.

Qui trovate l’intervista con l’autore.

Giovanni Savelli è nato a Siena nel 1979. Dopo una parentesi universitaria, comincia la sua parabola lavorativa di receptionist, copywriter, montatore d’infissi, becchino, cameriere, animatore, giardiniere e ormeggiatore. Tra un lavoro e l’altro frequenta la Scuola Holden. È web editor per i siti TerraIncognita.earth e InAsiaTravel.com. Quando non è a casa, esplora il sud-est asiatico. Vive a Suvereto, in Toscana.