La scrittura è questione di pratica e di esercizio; come lo sport, verrebbe da dire. Una “fatica” quotidiana come costruire, mattone dopo mattone, un edifico/opera, Non a caso, Anthony Trollope amava definirsi “un manovale della scrittura”.
Nelle scuole di scrittura si esortano gli aspiranti scrittori/scrittrici a scrivere ogni giorno un certo numero di cartelle/parole. Perché non è questione di ispirazione, o forse non solo, ma anche di tanto esercizio, di mestiere. Una fatica che viene ripagata in termini di qualità. Poi, dopo tanta scrittura, bisogna anche sapere tagliare, togliere, eliminare, insomma, arrivare alla limatura finale.

Quanto scrivono ogni giorno gli/le autori/autrici più famosi? Il numero varia molto …

Prendiamo Stephen King (ItShiningMisery), autore prolifico: la sua media si attesta su circa 2000 parole al giorno. Ma c’è chi lo batte. Il versatile Norman Mailer, ad esempio; giornalista, saggista, commediografo, ha lavorato anche per il cinema, come attore e regista, scriveva circa 3000 parole al giorno. E non è l’unico: come lui, anche Frederick Forsyth e Anne Rice. Anche Mark Twain da giovane macinava circa 3000 parole al giorno, ritmo che in seguito rallentò.

Jack London (autore di Martin EdenZanna bianca) scriveva tra le 1000 e le 1500 parole al giorno. Ian McEwan scrive in media 600 parole al giorno, 1000 quando è in buona forma.

Sulle 500 parole al giorno si attestano autori come Graham Greene e Ernest Hemingway. Quest’ultimo però consigliava di non volere tenere un ritmo fisso ad ogni costo ma di lasciarsi andare al momento. Anche Lewis Carroll, il “papà” di Alice, sosteneva che bisogna scrivere finché la mente è lucida, altrimenti meglio riposare.

Che ne pensate? Chi di voi scrive, è disposto a rivelarci la sua media?