Mi sembrò di non averla mai vista prima, come se avessi continuato ad aggrapparmi a un’immagine di lei che era un’abbreviazione, per metà il ricordo di com’era quando avevo sei anni, e per metà l’idea di «madre», che a pensarci non era troppo diversa dall’idea di «Dio».
Pag. 41
Il contrario della nostalgia, di Sara Taylor, Minimum fax 2018, traduzione dall’inglese usa di Assunta Martinese, pp. 295
Il romanzo di Sara Taylor ha il ritmo del road movie – riprese in carrellata su lunghe strade che si srotolano per miglia, interni di diners e motel…-, : un lungo viaggio attraverso la pancia dell’America, disseminato di inciampi e allo stesso tempo una prova di formazione e crescita (per la figlia) e di resa dei conti col passato (per la madre), che lə protagonista Alex rievoca a distanza di trent’anni.
Non esistono i ricordi come ci piace immaginarceli: frammenti preservati intatti, fatti oggettivi, certezza, chiarezza. Tutto ciò che ci è concesso di conservare sono mitologie, ritagli messi insieme a forza e costretti a combaciare, a formare figure, a spiegare la vita: così che, pur non potendoci sentire meglio, possiamo convincerci di comprenderla.
Pag. 281-282
Alex viene svegliatə nel cuore della notte e fattə salire in auto con solo ciò che indossa, un paio di scarponcini e una coperta, caricatə in macchina dalla mamma – Ma -, alla fine di un violento litigio col compagno, e portatə in viaggio attraverso gli Stati Uniti. Un viaggio che si prolungherà per mesi, passando per Virginia, North Carolina, Florida, Michigan, Texas, California, e durante il quale sia Alex che il lettore apprendono le storie del passato di Ma, mentre lei regola vecchi conti e risolve le questioni in sospeso. Ma anche se Ma guida letteralmente e metaforicamente la storia, al centro c’è Alex, voce narrante e protagonista, che in questo viaggio cresce attraverso gli imbarazzanti anni della prima adolescenza e impara a conoscere se stessə e a cercare il suo posto nel mondo. Alex non si identifica né come maschio né come femmina, non sente la necessità di trovare un’alleanza di genere per affrontare la vita e le prove che impone, vuole semplicemente essere una persona.
Gli USA che percorriamo leggendo questo romanzo sono una serie di piccole isole al largo della costa della Virginia, aree di sosta per camion nella Georgia più profonda, appartamenti deprimenti sopra negozi di alimentari, una città di pescatori nel Mississippi. Luoghi salienti, che contano per Ma perché sono legati al suo passato con cui deve chiudere i conti: una mappa della memoria che suə figliə Alex studia di nascosto per capire e per cercare di indovinare dove sua madre è diretta.
Sulla mappa, lungo una linea che collega luoghi e ricordi, Ma ha annotato pensieri: “Dove ho imparato a guidare“, “Laura la pazza“, “Laura del bacio“, Casa di accoglienza“, “Comune dell’amore libero“, dalla Georgia al Michigan, poi giù in Mississipi e da lì una linea dritta che attraversa il paese fino alla California, per poi risalire verso il Canada. Una costellazione di ricordi tra cui spicca il nome Laura.
Le stelle mostrano coloro che ha amato o temuto, coloro che si sono presi cura di lei, che l’hanno abbandonata, che l’hanno maltrattata o che le hanno aperto nuovi mondi. Sono ferite vecchie che ora spera di guarire, o almeno di lenire. Una storia di fughe ignota a suə figliə che ora diventa parte del passaggio di Alex attraverso l’adolescenza.
Ciascuno dei ricordi di Ma coinvolge una ragazza o una donna di nome Laura (infatti il titolo originale è The Lauras) in storie di genitori negligenti, famiglie affidatarie violente, sfruttamento sessuale e, soprattutto, l’indomabilità dello spirito umano nel cercare amore e affetto di fronte a ripetuti rifiuti. Ad un certo punto, Alex chiede perché si chiamassero tutte Laura, ipotizzando che forse Ma abbia coperto altre identità con un nome generico. Ma la risposta è che lo erano davvero. La prima Laura era la migliore amica d’infanzia e, come dice la mamma ad Alex, “cerchi di far sì che la nuova Laura si inserisca nel buco lasciato dalla vecchia Laura“.
Alex impiega però fino alla fine del romanzo per rendersi conto che il viaggio è stato un viaggio alla scoperta di sé e alla liberazione per entrambi.
Il nome e l’identità sono temi centrali in questo romanzo e anche solo scriverne comporta difficoltà. La nostra lingua non si è ancora evoluta per parlare comodamente al di fuori del genere binario. I pronomi personali hanno lo scopo di definire, e per evitarli Taylor scrive con la voce di Alex in modo che l’individualità non binaria appaia lentamente, casualmente, naturalmente, come parte dell’essenza della storia e di chi è Alex.
Le difficoltà che Alex affronta sono, da un lato, quelle di qualsiasi tredicenne che a volte è sopraffattə da una nuova sessualità, mentre altre volte è completamente unə bambinə, che dorme in macchina mentre la madre guida all’infinito attraverso l’America. Ad un altro livello, c’è la ricerca di Alex di essere accettatə come un “fottuto essere umano” da persone che pensano che sbirciando dentro camicie a quadri e jeans, scopriranno chi è “veramente” Alex. Nonostante le normali schermaglie e sfide madre-figliə, sulla questione del genere, Ma è ferocemente dalla parte di Alex. Non costringerà Alex a essere maschio o femmina. Quando una donna sfida Alex e dichiara che tutti hanno un genere, la risposta di Ma è definitiva. “Beh, Alex no… E non c’è niente di sbagliato in questo. E questa è la fine di questa conversazione“.
Ma rivede se stessa in Alex, si rispecchia nelle sue inquietudini e lə lascia la libertà di decidere cosa fare della sua vita, dandolə appoggio materiale (documenti, soldi) e morale, lasciando che faccia il viaggio di ritorno a casa, per rivedere suo padre. Alex è felice di ritrovare il padre, che non vedeva da tre anni, ma l’urgenza del rimettersi in viaggio, di non sentirsi vincolata ad un luogo, premono su di lei esattamente come lo avevano fatto su sua madre.
Mi resi conto che ciò che sentivo era una specie di anti-nostalgia di casa, una nostalgia di non-casa, e che casa per me era un posto dove andare, non un posto da occupare.
Pag.292
Qui potete leggere l’incipit del romanzo.
Il romanzo di Sara Taylor è contenuto nella Box 15 di Romanzi.it, dedicata a Minimum fax, che potete acquistare a questo link. In questo post trovate tutte le info sulla Box 15.

Sara Taylor, nata nella Virginia rurale dove ambienta le sue storie, si è diplomata al college, ha aperto una caffetteria e ha completato a sua formazione con un Master of Education presso la University of East Anglia. Tutto il nostro sangue è il suo primo romanzo.

