Il tempo degli imprevisti, di Helena Janeczek, Guanda 2024, pp. 240
Nel suo ultimo romanzo, Il tempo degli imprevisti, Helena Janeczek, già vincitrice del Premio Strega nel 2018 con La ragazza con la Leica, offre un ritratto accattivante e sfaccettato del XX secolo. Si allontana dalla grande narrativa storica, approfondendo invece storie intime e personali che fanno luce su questa epoca complessa.
La magistrale narrazione di Janeczek intreccia elementi di realtà e finzione, fondendo perfettamente il passato con il presente, la storia collettiva con le esperienze individuali. Invita i lettori a esplorare un secolo etichettato come “breve” da Eric J. Hobsbawm, ma ricco di eventi trasformativi. Attraverso la sua prosa evocativa, sfida le percezioni convenzionali e offre una nuova prospettiva su questo periodo cruciale della storia umana.
Il romanzo di Janeczek ci ricorda che la storia non riguarda solo grandi eventi e movimenti travolgenti; riguarda anche la vita delle persone comuni coinvolte in questi eventi. Concentrandosi sulle storie individuali dei suoi personaggi, Janeczek ci offre una comprensione più intima e umana del XX secolo.
Il romanzo si apre nel 1906, mentre Milano subisce una notevole trasformazione, alimentata dai sogni e dalle aspirazioni dei suoi abitanti. In questo contesto di progresso e innovazione, incontriamo Abigaille Zanetta, una giovane donna piena di speranza per un futuro migliore. Incarna lo spirito di una generazione che aspira alla giustizia sociale e all’uguaglianza, in particolare per le donne.
Il viaggio di Abigaille si intreccia con quello di sua sorella, che diventa parte attiva del fiorente movimento socialista. Le loro lettere rivelano la loro ferma convinzione in un mondo senza padroni, dove le donne sono riconosciute come una potente forza sociale. Le sorelle Zanetta incarnano i primi stimoli di una coscienza collettiva tra le donne, sfidando i tradizionali ruoli di genere e rivendicando il loro giusto posto nella società.
Nonostante il fervore e l’idealismo del movimento socialista, Abigaille alla fine rimane delusa dai suoi limiti. Osserva: “Il vostro riformismo non sembra più molto diverso dal miglior cattolicesimo“. Questa disillusione evidenzia le complessità del cambiamento sociale e le sfide legate alla traduzione degli ideali in progressi tangibili.
La narrazione di Janeczek si espande oltre le sorelle Zanetta, intrecciando le esperienze di un cast diversificato di personaggi. Questi individui, ciascuno con la propria prospettiva unica, fungono da coro collettivo, testimoniando lo svolgersi del XX secolo. Attraverso le loro storie, Janeczek ci ricorda che la storia non è definita solo dai grandi eventi ma anche dalla vita quotidiana delle persone comuni.
La narrazione si sposta a Merano nel 1920, dove incontriamo il dottor K., un uomo intrappolato in un mondo kafkiano di paranoia e paura. La sua corrispondenza con la sua traduttrice, Milena, diventa fonte di ansia e sospetto, poiché immagina di essere al centro di un elaborato complotto di spionaggio. La storia del dottor K. sottolinea l’impatto psicologico dell’incertezza e della paura dell’ignoto, soprattutto in tempi di sconvolgimenti politici e sociali.
L’ambientazione del romanzo si sposta poi a Venezia, dove la figlia del poeta Ezra Pound incontra un amico d’infanzia originario delle montagne tirolesi. La loro inaspettata riunione mette in luce il potere duraturo della connessione umana sullo sfondo di un mondo in cambiamento.
Nell’ultima parte la narrazione trasla a Trieste, dove incontriamo il giovane studente Albert O. Hirschmann. Albert diventa oggetto di speculazioni e pettegolezzi tra la gente del posto, che proietta su di lui i propri pregiudizi e supposizioni. È interessante vedere come il romanzo utilizza l’ambientazione di Trieste, una città di confine con una storia di scambi interculturali, per esplorare i temi del pregiudizio, del razzismo e della curiosità verso gli estranei.
Janeczek riflette: “Il tempo vola o si ripete, cosa importa?” Questa riflessione sottolinea la natura ciclica della storia e l’inevitabilità degli eventi imprevisti. Eppure, in mezzo a questi sconvolgimenti, Janeczek ci ricorda il potere della riflessione e l’importanza di esaminare il passato per comprendere il presente e modellare il futuro. La letteratura, suggerisce, funge da strumento cruciale per questa esplorazione e riflessione.
Il tempo degli imprevisti si conclude sottolineando l’eredità duratura delle storie individuali e il significato delle esperienze personali nel plasmare la nostra comprensione della storia.
Il romanzo di Janeczek è una testimonianza del potere della letteratura di illuminare il passato, sfidare le narrazioni convenzionali e dare voce alle storie spesso trascurate di individui comuni che hanno plasmato il corso della storia.
La memoria è un tema centrale nel romanzo di Janeczek. Esplora come la memoria può essere modellata e distorta dal tempo e come può essere utilizzata sia per costruire che per comprendere il nostro passato. Ciò è particolarmente rilevante nel contesto del XX secolo, un secolo che è stato segnato da tanta violenza e sconvolgimenti.
Il romanzo di Janeczek non è interessato a risposte semplici o a narrazioni facili. Ci mostra che la verità è spesso complessa e ambigua, e che è fatta di molteplici prospettive e interpretazioni. Ciò si riflette nel suo uso di più narratori e nella sua volontà di esplorare le aree grigie dell’esperienza umana.
Janeczek è una maestra del linguaggio e la sua prosa è allo stesso tempo evocativa e stimolante. Usa il linguaggio per creare immagini vivide, per catturare le sfumature delle emozioni umane e per esplorare le complessità della condizione umana.
La natura frammentata ed eterogenea del romanzo di Janeczek è in netto contrasto con la sua struttura coesa e il suo messaggio sottostante. Questa giustapposizione ha diversi scopi.
Riflettere la natura caotica e imprevedibile della vita: lo stile frammentato del romanzo rispecchia l’imprevedibilità della vita stessa, dove gli eventi spesso si svolgono in modo apparentemente casuale e sconnesso. Questa scelta stilistica è in linea con il tema centrale del romanzo, l’inaspettato e le sfide legate alla navigazione in un mondo in continua evoluzione.
Evidenziare la diversità delle esperienze umane: l’uso di più voci, lingue e ambientazioni consente a Janeczek di mostrare la vastità e la diversità delle esperienze umane. Questa eterogeneità riflette il complesso tessuto dell’esistenza umana, dove individui provenienti da contesti e culture diversi portano al mondo le loro prospettive uniche.
Creare un senso di immediatezza e coinvolgimento: la narrazione frammentata attira il lettore nella storia, facendolo sentire come se stesse vivendo gli eventi in prima persona. Questa immediatezza favorisce una connessione più profonda con i personaggi e le loro lotte.
Sottolineare il potere della narrazione: nonostante la sua natura frammentata, il romanzo trasmette in definitiva un messaggio unificato sul potere duraturo della narrazione di connettere gli individui e dare un senso al mondo che ci circonda. Le diverse narrazioni si uniscono per creare un arazzo più ampio di esperienza umana, evidenziando i fili comuni che ci legano tutti.
L’uso magistrale della frammentazione e dell’eterogeneità da parte di Janeczek le consente di esplorare temi profondi in un modo che è allo stesso tempo coinvolgente e stimolante. La struttura unica del romanzo sfida le tecniche narrative convenzionali, invitando i lettori a partecipare attivamente alla costruzione del significato e a riflettere sulle complessità dell’esistenza umana.

Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. È autrice di Lezioni di tenebra, Premio Bagutta opera prima, Le rondini di Montecassino, finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa e La ragazza con la Leica, Premio Strega 2018, Premio Bagutta, Selezione Premio Campiello. Tutti i suoi libri sono editi da Guanda. Helena Janeczek è cofondatrice del blog letterario Nazione Indiana. Ha collaborato con Nuovi Argomenti, Alfabeta2 e Lo Straniero e scritto per giornali come La Repubblica, L’Unità, il Sole 24Ore e Pagina 99.


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Ottima recensione
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Grazie mille 🙏🙏
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