Come sempre, all’inizio dell’anno, gli editori cominciano a proporre le loro novità in vista degli eventi/fiere/premi che si organizzeranno durante l’anno. Il mondo editoriale è in un certo senso costretto a proporre sempre nuove pubblicazioni perché il pubblico dei lettori consuma velocemente e richiede sempre nuovi stimoli. Il che ha dei lati positivi ma anche alcune criticità: la difficoltà di orientarsi nella marea di nuove pubblicazioni, la breve vita dei volumi pubblicati, molti dei quali non arrivano neanche alla seconda ristampa, o al massimo lì si fermano, i costi di filiera.
Per quanto mi riguarda sto vagliando le novità che sono appena approdate o approderanno a breve nelle librerie, insieme alle proposte che mi arrivano come segnalazioni da case editrici, uffici stampa o direttamente dagli autori.
Come credo molti lettori, ho delle chiamiamole simpatie per alcune case editrici/autori/autrici: vuoi perché le loro storie mi fanno conoscere paesi e storie che mi stanno a cuore, vuoi perché già li conosco e non mi hanno deluso, vuoi perché a volte ho bisogno di un libro quasi come fosse una cura.
Per questo, e lo dico qui all’inizio dell’anno per mettere in chiaro le mie intenzioni, non sempre accetto ciò che mi viene proposto: un po’ per i limiti di tempo e di umana possibilità di lettura, un po’ semplicemente per gusto personale, e infine perché leggo solo per diletto, non sono un editor né tanto mento un talent scout.
Finito lo spiegone, ecco alcune tra le mie prossime letture, di cui poi vi racconterò singolarmente le mie impressioni.

Questi due romanzi sono pubblicati da Keller, uno dei miei editori preferiti per il suo catalogo che propone molti autori mitteleuropei.
Il primo, Pronto intervento è dell’autrice tedesca Mariana Leky, di cui ho già letto due romanzi che mi sono molto piaciuti (li trovate recensiti qui sul blog). Aggiornamento: la mia recensione.
Il secondo, Hana è della scrittrice ceca Alena Mornštajnová; mi incuriosisce molto perché è quel genere di storie che incrociano i destini di singoli individui con la Storia, il tutto narrato con un ampio respiro temporale e attraverso diverse voci narranti. Tra l’altro ha conquistato lettori e critica nel suo paese. La mia recensione.

Un altro editore che seguo da vicino è Nutrimenti. Troverete diversi romanzi recensiti sul blog. In particolare leggo molto volentieri i romanzi della collana Greenwich Extra, un progetto che comprende romanzi che raccontano la società contemporanea, soprattutto attraverso lo sguardo delle nuove generazioni e le loro sfide. Ho molto apprezzato quelli che ho letto finora, quindi credo di andare sul sicuro anche con questo. Poi vi dirò se confermo le mie impressioni.
La nuova pubblicazione di collana è Mentre tutto brucia della scrittrice nata in Polonia ma ormai italiana a tutti gli effetti, Paulina Spiechowicz, che conosco attraverso le sue collaborazioni con Nazione indiana, Satisfiction. La mia recensione.

Tra le mie prossime letture non poteva mancare il nuovo romanzo di Sandro Veronesi, Settembre nero, autore su cui si è detto tutto e il contrario di tutto, amato o odiato, senza vie di mezzo. Io sono tra quelli che lo amano alla follia. Mi piace come scrive, mi porta nel mio mondo – sia generazionale, che geografico, che emotivo – mi lancia mille riflessioni.

Infine, la mia attuale lettura Tatà di Valérie Perrin, altra autrice amata o odiata, di cui ho apprezzato sia Cambiare l’acqua ai fiori che Tre (ho parlato anche di questi). Aggiornamento: la mia recensione.
P.s. a febbraio uscirà anche il nuovo romanzo di Marisa Salabelle, autrice e blogger, attivista e storica; ho letto e apprezzato tutti i suoi romanzi quindi non mancherà anche questo. Per il momento posso solo mostrarvi la bellissima copertina, poi ne riparleremo.

E voi avete già fatto una lista di libri che vi piacerebbe leggere nei prossimi mesi? Come li avete scelti?


Ho caricato sullo scaffale apposito di Google Libri 50 titoli, fra i quali ho iniziato “Quattordici giorni” curato dalla Atwood e “Mathematica” di David Bessis.
Nel frattempo, in cartaceo, sto leggendo “Visus” di Falcinelli, “L’attesa” di Matsumoto Seicho e “Corano senza segreti” del sufi Gabriel Mandel.
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Caspita! Ma come fai a leggere in contemporanea tre libri?
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Vuoi dire 5? 😅
Ma non lo so nemmeno io! 😂
Fino al 2023 ne leggevo al massimo due, uno di narrativa e un saggio per non fare confusione. Poi sono esplosa… e finché mi viene naturale, ne approfitto 🙂
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e fai bene!! io al massimo reggo con 2….
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Di sicuro aiuta il fatto che al lavoro e poi a casa separo le letture, almeno al momento.
Così da un lato ho le cose sul cellulare, che non pesa, mentre dall’altro su divano o letto la sera mi faccio coccolare dal tatto e dall’olfatto col cartaceo 🤩
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Ottima strategia, e direi efficace, visto i risultati
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Wow, grazie Pina! ❤❤❤
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a presto!!!
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i libri in lista sono dalla mia catasta di libri comprati da leggere; al momento mi baso sulla mia tbr che faccio a giugno: letto il mattone sulla mente (sono a metà), mi mancano solo due libri e l’ho terminata
da là andrò a braccio con quello di extra che mi sono portato a roma
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Complimenti!!
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non erano tanti libri xD
sono realistico, già quell’anno 23-24 non l’avevo terminata
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I libri li scelgo sempre al momento, anzi diciamo che sono loro a chiamarmi. È sempre rigorosamente uno alla volta. Grazie per le tue proposte.
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Anche a me piace lasciarmi sedurre da un libro. Quasi sempre mi è andata bene, ho preso poche cantonate 😁
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A parte quelli per il piglio dal mucchio, io i libri li scelgo in base al ghiribizzo del momento, non sono proprio capace di programmare le letture (infatti, anche i libri del piglio slittano spesso!😅)
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dal caos nascono spesso cose fantastiche….
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Sì, si sente l’odore. 😊
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Io invece come prima lettura del 2025 ho scelto un vecchio giallo Mondadori che da anni ammuffiva sui miei scaffali: “Gli omicidi di Jacobs Park” di William Camp. Il problema principale di questo libro è che introduce molti personaggi senza approfondirne nessuno, quindi per il lettore è difficile distinguerli l’uno dall’altro (e infatti mi sono chiesto più volte “Ma chi è questo qui appena menzionato?”). Inoltre, mi ha preso così poco che una sera l’ho chiuso nonostante mancassero solo 6 pagine alla fine. Quando un libro mi prende non lo mollo neanche se ne mancano 50, e vado avanti a oltranza finché non l’ho finito. Il giorno dopo ho letto le 6 pagine che mi mancavano, e ho pensato che sarebbe stato meglio continuare a lasciarlo sui miei scaffali. Se non altro ho risolto un punto in sospeso che mi portavo dietro da anni.
Tra l’altro questo non è propriamente un giallo, bensì un police procedural, ovvero un romanzo in cui l’attenzione è puntata non tanto sull’assassino, quanto piuttosto sui metodi che la polizia usa per scoprirlo. Da quando è nata la serie tv C.S.I. i libri di questo tipo sono diventati molto comuni, ma quando è stato pubblicato “Gli omicidi di Jacobs Park” (nel 1984) probabilmente un romanzo come questo era rivoluzionario. Insomma, a William Camp è venuta un’idea brillante e ha anticipato di decenni C.S.I., ma purtroppo non aveva abbastanza talento per sfruttare bene quell’idea! 🙂
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