Terra di neve e cenere, di Petra Rautiainen, Marsilio 2025, traduzione di Sarina Reina, pp. 304

Petra Rautiainen, con il suo romanzo d’esordio, ci trasporta nella Lapponia finlandese del 1947, un luogo di contrasti tra la bellezza selvaggia della natura e le profonde ferite lasciate dalla guerra;  non troviamo la terra del mito, ma un luogo pieno di ricordi dei crimini nazisti e del genocidio contro il popolo Sami.
Il romanzo si sviluppa su due linee temporali: una trama è ambientata nel 1944 durante l’occupazione tedesca, poco prima del trattato di pace tra la Finlandia e la Russia; l’altro è ambientato cinque anni dopo, quando Inkeri, la protagonista finlandese del romanzo, visita Enontekiö, nella Lapponia. Giornalista di professione Inkeri vuole realizzare un  reportage, documentato con foto, sulla ricostruzione della Lapponia e sul tentativo in corso di integrare i restanti membri della cultura indigena Sami nella società finlandese, un processo iniziato con l’introduzione del cattolicesimo e dell’istruzione nel XVII secolo, quando i tentativi erano volti ad insediare con la forza i Sami, un popolo nomade che alleva renne.

La donna però giunge in questa terra anche in cerca di risposte sul destino del marito Kaarlo prigioniero di guerra dei nazisti, di cui non ha notizie; si trova così coinvolta in una storia più grande di lei, intrecciata con le vicende di un popolo, i Sami, che da secoli abitano quelle terre.

A guidare Inkeri nelle sue scoperte è Bigga-Marja, nipote di Pieri, che ha un doppio nome, finlandese e sami. Lei è la chiave della narrazione, una giovane ragazza che è stata testimone sia del genocidio perpetrato dai nazisti che dei tentativi del nuovo governo finlandese di integrare i Sami con l’aiuto degli scienziati. Ci sono sfumature agghiaccianti in quest’ultimo sforzo. Quando nel loro villaggio compaiono dei “ricercatori” che misurano teschi e scattano fotografie di bambini nudi, Bigga-Marja ha dei flashback nel passato nazista e fugge nel freddo mortale. Suo nonno ritrova la ragazza, ma il suo esilio interiore continua.
La ricerca di Inkeri è aiutata (e ostacolata) da un cast di personaggi variopinti, tra cui Olavi, un misterioso finlandese con un vivo interesse per la botanica.

Un aspetto che colpisce è il simbolismo legato agli occhi. Inkeri, una fotografa che lavora con la luce, indossa occhiali scuri per proteggere i suoi occhi dalla luce solare riflessa dalla neve. Occhi e bulbi oculari sono una corrente sotterranea nella narrazione, che menziona gli “esperimenti” del medico nazista Mengele nella creazione di occhi “ariani”.
Questo tema viene alla ribalta nella seconda linea temporale del romanzo: un diario scritto nel 1944 da Väinö, un giovane soldato finlandese. È un interprete e osservatore del campo di concentramento, testimone dello scontro di culture e delle atrocità ivi commesse.

Le rivelazioni si susseguono fitte e veloci verso la fine del romanzo. L’autore del diario rivela gradualmente che il campo di concentramento è il luogo in cui vengono raccolte parti del corpo per gli esperimenti di Mengele. Inkeri fa la straziante scoperta che suo marito Kaarlo era un prigioniero privilegiato che collaborò con i nazisti in questa impresa. Man mano che la trama si sviluppa, diventa chiaro che il narratore è l’assassino di Kaarlo, ma con un tocco di drammatica ironia, Inkeri non scopre mai cosa è successo a suo marito, mentre il lettore sì. È un elegante gioco di prestigio che lega magnificamente le due linee temporali di questo libro.

Il romanzo è un intrigante giallo storico che tiene il lettore incollato alle pagine, mentre Inkeri indaga tra i ghiacci e le nevi alla ricerca di indizi. Ma Terra di neve e cenere è molto più di un semplice thriller: è un viaggio introspettivo, un confronto con il passato e con le proprie paure. La protagonista, attraverso l’incontro con i Sami e la scoperta delle loro tradizioni, si trova a confrontarsi con le proprie radici e con le ingiustizie subite da questo popolo.

Rautiainen descrive con maestria i paesaggi della Lapponia, la loro bellezza ma anche la loro asprezza, creando un’atmosfera intensa e coinvolgente. I personaggi sono ben delineati, ognuno con le proprie ferite e i propri segreti. In particolare, il rapporto tra Inkeri e la giovane Sami rappresenta un punto di forza del romanzo, un ponte tra due mondi diversi ma profondamente legati.

Nonostante il tema oscuro, Terra di neve e cenere è un romanzo che trasmette un messaggio di speranza. La storia di Inkeri e dei Sami è una testimonianza della capacità umana di superare le avversità e di trovare la forza di andare avanti. Il romanzo ci ricorda l’importanza di confrontarsi con il passato per poter costruire un futuro migliore. Un’opera che ci invita a riflettere sul passato, sull’importanza della memoria e sulla necessità di fare i conti con le proprie radici.

Cenni storici sulla Scandinavia durante la Seconda guerra mondiale.

Petra Rautiainen è nata nel 1988 in una piccola città della Finlandia orientale. Ha viaggiato in tutto il mondo e l’escursionismo è la sua più grande passione. Tra i cinque migliori titoli dell’anno per i librai finlandesi, finalista al prestigioso premio Helsingin Sanomat e vincitore del premio Savonia, Terra di neve e cenere è il suo romanzo d’esordio, pubblicato e acclamato in dieci paesi.