Il frutto più raro. La scoperta della vaniglia, di Gaëlle Bélem, e/o edizioni 2025, traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca, pp. 240
La vaniglia, regina delle spezie, ha sempre affascinato l’uomo. Originaria delle foreste pluviali dell’America centrale, dove veniva impollinata da una piccola ape senza pungiglione, la Melipona, la sua coltivazione si rivelò ben presto un enigma per gli europei. Introdotta in Europa dai conquistadores spagnoli, la vaniglia suscitò l’ammirazione delle corti reali per il suo aroma inebriante. Tuttavia, i tentativi di coltivarla al di fuori del suo habitat naturale si rivelarono vani. La complessità del suo fiore, con un ovario profondo e inaccessibile, rendeva l’impollinazione un processo estremamente delicato.

Nel XIX secolo, la Vanilla planifolia raggiunse anche l’isola della Riunione, ma senza l’ape Melipona, le piante rimanevano sterili. Botanici e coltivatori si ingegnarono per trovare una soluzione, sperimentando diverse tecniche di impollinazione artificiale, tutte destinate al fallimento. Fu allora che un giovane schiavo creolo, Edmond Albius, compì una scoperta destinata a rivoluzionare il mondo della botanica e dell’agricoltura. A soli dodici anni, Edmond, grazie alla sua innata curiosità e alla sua passione per le piante, mise a punto un metodo semplice ed efficace per impollinare manualmente la vaniglia. La sua scoperta permise di coltivare questa preziosa spezia su larga scala, trasformando l’isola della Riunione in un vero e proprio paradiso della vaniglia e contribuendo a diffondere il suo inconfondibile aroma in tutto il mondo.

Nato sotto il sole tropicale dell’isola della Réunion, Edmond era destinato a una vita serena tra le lussureggianti piantagioni di canna da zucchero. Ma il destino, crudele e ironico, aveva in serbo per lui un percorso ben diverso. Schiavizzato fin dalla tenera età, privato dell’affetto familiare e condannato all’analfabetismo, Edmond sembrava destinato a una vita di sofferenza e privazioni. Eppure, in questo giovane creolo covava una forza straordinaria, un’insaziabile curiosità e un amore profondo per la natura. Raccolto da un botanico appassionato, Edmond trovò rifugio e ispirazione in un mondo di piante e fiori. La sua vita, segnata da un’infanzia difficile, si trasformò radicalmente. A soli dodici anni, con un’intuizione geniale e una mano delicata, Edmond svelò il segreto della vaniglia, un frutto tanto prezioso quanto misterioso. Questa scoperta non solo rivoluzionerà il suo destino, ma cambierà per sempre il volto dell’isola della Réunion.

Gaëlle Bélem è nata sull’isola della Réunion. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo, Un monstre est là, derrière la porte, Grand prix du roman métis e premio André Dubreuil – SGDL per il primo romanzo. Il frutto più raro è il suo secondo romanzo.


Mi hai incuriosita, grazie 🙏
"Mi piace"Piace a 1 persona
E’ molto carino, ben scritto, piacevole da leggere; parte da una storia vera e la sviluppa, dando spessore ai personaggi e alla vicenda. Tra l’altro, non conoscevo la storia della vaniglia, quindi è stato anche una bella scoperta sul fronte botanico.
"Mi piace""Mi piace"
Non so, mi ha lasciato un forte senso di fastidio: più che ripetere la sua vita, o toglieva il paragrafo finale o spiegava quale era ‘sta benedetta tecnica di impollinazione artificiale
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi dispiace leggere questa tua amarezza. Nel parlare di un libro preferisco lasciare a chi lo leggerà la possibilità della scoperta.
"Mi piace"Piace a 1 persona