Ananda Devi è nata nel 1957 sull’isola di Mauritius, fonte per lei di ispirazione e che le ha donato lo sguardo di chi conosce i crocevia culturali, etnici e linguistici. Autrice di ascendenza indiana, è tra le voci più acclamate della letteratura africana contemporanea. Scrive in francese, ma parla fluentemente l’inglese e il creolo mauriziano. Ha viaggiato per il mondo, ha studiato e lavorato in diversi paesi tra l’Africa e l’Europa, dove ha deciso di vivere.

Esordisce giovanissima come autrice di racconti, distinguendosi immediatamente agli occhi della critica. Dopo aver conseguito un dottorato in antropologia a Londra, è vissuta per molti anni in Congo, per poi trasferirsi in Svizzera. Ha pubblicato romanzi, racconti e poesie, ottenendo nel 2006, con “Eva dalle sue rovine”, il Premio dei cinque continenti della francofonia per il miglior romanzo dell’anno in lingua francese. Nel 2010 è stata nominata dal governo francese cavaliere dell’Ordine delle arti e delle lettere.
“Figura emblematica della letteratura mauriziana”, secondo Le Monde, i suoi romanzi hanno raggiunto, negli anni, decine di migliaia di lettori. Le sue opere, già tradotte in molte lingue in Africa, America ed Europa, sono in corso di pubblicazione nel catalogo di Utopia.

Ananda Nevi sa raccontare la brutalità delle periferie africane, l’assenza di speranza e la spietatezza del potere con una lucidità rara. La sua lingua, però, conserva una cifra poetica, accarezza la realtà sublimandola in letteratura, senza rinunciare al mistero.

Utopia ha in catalogo due libri:

Quattro adolescenti, Sad, Eva, Clélio e Savita, vivono a Troumaron, uno dei quartieri più poveri di Port Louis, la capitale dell’isola di Mauritius, rinomata meta turistica per migliaia di villeggianti europei. Il sobborgo africano e le sue strade, veri protagonisti del romanzo, sono il teatro in rovina dove i quattro giovani inscenano i propri destini e, nel contempo, la prigione da cui vogliono fuggire. Eva usa il corpo come merce di scambio, alimentando la malinconia e la frustrazione di Sad, che ne è innamorato. Savita è l’amica più cara della protagonista: complicità e gelosia cementano un rapporto complesso e ondivago. Clélio, invece, è un ragazzo in guerra col mondo e con se stesso, che trova nel pericolo una ragione di sopravvivenza. Il colpo di scena è un crimine abietto che scuote Troumaron e stravolge le giovani vite dei quattro. Con conseguenze imprevedibili.

Costretto al riposo dalla malattia, in un tempo circoscritto ma dilatato da evocazioni e flussi di coscienza, un vecchio mauriziano di origini indiane si perde nelle oscillazioni della propria memoria, tra ricordi lontani, rovelli e deliranti allucinazioni. A poco a poco ripercorre la propria vita e quella delle donne di famiglia: la figlia succube, una nipote omosessuale e la defunta moglie. Tutto ruota attorno a un segreto, il più sconcertante ma non il solo. Nel tentativo di mantenere il riserbo e di continuare a condurre una vita specchiata da medico onnipotente, il protagonista si è incattivito. I suoi ultimi giorni sono perciò il vortice in cui confluiscono il presente della malattia e tutto un passato di soprusi e angherie. La narrazione prende ispirazione da un fatto ancestrale, vago e da sempre taciuto in famiglia, nell’interpretazione che ne dà un vecchio patriarca misogino, misantropo, manipolatore e violento, ormai al cospetto della morte e di un bilancio finale.

Edizioni lavoro aveva pubblicato nel 2004:

In una narrazione carica di drammaticità, interamente ambientata nella comunità indiana dell’isola di Mauritius, a cui appartiene, Ananda Devi indaga il lato oscuro della vita quotidiana di figure femminili intrappolate in una spirale di eventi distruttivi. La protagonista di questo romanzo, Anjali, sopraffatta dalla grave malattia del figlio, accetta in piena autonomia il tradizionale rituale del fuoco, che segnerà per lei la nascita a nuova vita.

La C.E. Ibis (con un catalogo molto ricco su autori africani) nel 2004 ha pubblicato:

A Terre Rouge, un villaggio dell’Isola Maurice, una donna sposata contro la sua volontà a un uomo che non ama, trova in Zil, il pescatore, l’amore che le manca. Tuttavia questo amore proibito suscito la reazione della comunità, perché lei è sposata, perché lei è indù e perché Zil è creolo. Così la donna viene bollata con il marchio della follia, che la condanna e la isola. Ma questa esclusione in realtà diventa per lei una liberazione, una possibilità di riscatto.

Questa la sua produzione letteraria; come vedete, c’è ancora molto da tradurre…

  • Solstices (racconti, 1977)
  • Le poids des êtres (racconti, 1987)
  • Rue la Poudrière, (romanzo, 1989)
  • Le Voile de Draupadi (romanzo, 1993): Il velo di Draupadi, traduzione di Maurizio Ferrara, Edizioni Lavoro, 2004.
  • La fin des pierres et des âges (racconti, 1993)
  • L’Arbre-fouet (romanzo, 1997)
  • Moi, L’Interdite (romanzo, 2000)
  • Pagli (romanzo, 2001)
  • Soupir (romanzo, 2002)
  • La Vie de Joséphin le fou (romanzo, 2003)
  • Le Long Désir (silloge poetica, 2003)
  • Ève de ses décombres (romanzo, 2006), traduzione italiana: Eva dalle sue rovine, Utopia Editore, Milano, 2021 (trad. Giuseppe Giovanni Allegri).
  • Indian Tango (romanzo, 2007)
  • Le sari vert (romanzo, 2009), traduzione italiana: Il sari verde, Utopia Editore, Milano, 2025 (trad. Giuseppe Giovanni Allegri).
  • Quand la nuit consent à me parler (silloge poetica, 2011)
  • Les hommes qui me parlent (romanzo, 2011)
  • Les Jours vivants (romanzo, 2013)
  • L’ambassadeur triste (racconti, 2015)
  • Ceux du large (silloge poetica, 2017)
  • L’illusion poétique (racconti, 2017)
  • Manger l’autre (romanzo, 2018)
  • Danser sur tes Braises suivi de Six décennies (silloge poetica, 2020)
  • Fardo (2020)
  • Le rire des déesses, Grasset, (2021)
  • Deux malles et une marmite Grasset, (2022)

Informazioni su Mauritius

Stato insulare dell’Oceano Indiano, nell’arcipelago (di origine vulcanica) delle Mascarene, che include anche il territorio francese d’oltremare della Riunione. Si trova nell’Oceano Indiano sud-occidentale 550 km a est del Madagascar. Oltre all’isola principale omonima, comprende anche le isole Agalega, Cargados Carajos e Rodrigues.

Disabitato all’arrivo dei portoghesi (1505), prese il nome da Maurizio conte di Nassau all’epoca del primo tentativo olandese di colonizzazione (17° sec.). I francesi che occuparono l’isola di M. nel 1715, rinominandola Ile de France, vi coltivarono la canna da zucchero, ricorrendo a schiavi neri. Gli inglesi (dal 1810) favorirono l’immigrazione dall’Africa e dall’India, promuovendo la polarizzazione della società fra indiani e creoli franco-mauriziani. Nel Novecento furono i discendenti dei primi a guidare la lotta nazionalista in concorrenza con i creoli che, pur rimasti ostinatamente francofoni, erano propensi a mantenere un rapporto con la Gran Bretagna. Dopo l’indipendenza (1968) la riforma costituzionale del 1992 ha trasformato M. in una Repubblica pur sempre all’interno del Commonwealth.