L’11 marzo esce quello che si può definire il terzo capitolo di quella che il New York Times ha definito “una trilogia sull’antropocene“, Fumo e cenere. Fanno parte della trilogia La grande cecità e La maledizione della noce moscata. Einaudi ha annunciato che nel 2025 ripubblicherà l’intero catalogo dello scrittore.
Amitav Ghosh è uno scrittore, giornalista e antropologo indiano di fama internazionale, nato a Calcutta l’11 luglio 1956. Le sue opere spaziano tra narrativa e saggistica, esplorando temi complessi come il postcolonialismo, l’identità culturale e, in tempi recenti, il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico non è solo una crisi umana: è una crisi planetaria. Non riconoscerlo significa rischiare di perpetuare gli stessi sistemi di sfruttamento che hanno causato la crisi.*
Cresciuto in diversi paesi a causa della carriera diplomatica del padre, ha vissuto in Bangladesh, Sri Lanka, Iran e India, acquisendo una prospettiva globale.
Ha studiato storia e antropologia sociale presso prestigiose istituzioni come il St. Stephen’s College di Delhi e l’Università di Oxford. La sua formazione antropologica influenza profondamente la sua scrittura, caratterizzata da una profonda attenzione ai dettagli culturali e storici.
Le tematiche principali che troviamo nelle sue opere:
- Postcolonialismo: Ghosh esplora l’impatto del colonialismo sulle società e le identità, mettendo in luce le dinamiche di potere e le conseguenze a lungo termine della dominazione coloniale.
- Identità culturale: Le sue opere affrontano la complessità delle identità individuali e collettive, in particolare in contesti di migrazione e globalizzazione.
- Cambiamento climatico: Negli ultimi anni, Ghosh si è dedicato con passione alla questione del cambiamento climatico, denunciando l’inerzia della società e la “grande cecità” di fronte a questa crisi epocale.
Opere principali:
- Narrativa:
- Il cerchio della ragione (1986): Il suo romanzo d’esordio, che esplora temi di identità e appartenenza.
- Le linee d’ombra (1988): Un’opera che intreccia storie e memorie di diverse generazioni e luoghi.
- Il palazzo degli specchi (1992): Un’epopea familiare che attraversa diverse generazioni e continenti.
- Il paese delle maree (2004): Un romanzo ambientato nelle Sundarban, che anticipa le sue riflessioni sul cambiamento climatico.
- Il cromosoma Calcutta (2008): Un romanzo che mescola thriller scientifico e indagine storica, esplorando temi di identità, memoria e progresso scientifico.
- Lo schiavo del manoscritto (2009): Un romanzo che esplora i temi del colonialismo, della schiavitù e della ricerca della conoscenza, attraverso la storia di un manoscritto perduto e dei suoi protagonisti.
- Trilogia dell’Ibis, Una trilogia storica che esplora il commercio dell’oppio e le sue conseguenze nel XIX secolo:
- Mare di papaveri (2008)
- Il fiume dell’oppio (2011)
- Diluvio di fuoco (2015)
- Saggistica:
- In un’antica terra (1992): Un’opera che combina antropologia e narrazione di viaggio.
- I fantasmi della signora Gandhi (1996): Una raccolta di saggi che esplora le complesse dinamiche della politica e della società indiana, con un’attenzione particolare alle conseguenze del nazionalismo e della violenza.
- Circostanze incendiarie (2006): Una riflessione sulla violenza e sul fondamentalismo, che intreccia narrazione personale e analisi storica.
- La grande cecità (2016): Un saggio che denuncia l’incapacità della cultura contemporanea di affrontare il cambiamento climatico.
- La maledizione della noce moscata (2021): Un saggio che esplora le radici storiche della crisi climatica, collegando il colonialismo e lo sfruttamento delle risorse naturali alla nostra attuale situazione.
- La noce di cocco e il mare delle tempeste (2021) un saggio che affronta il tema del cambiamento climatico.
Ghosh ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Padma Shri dal governo indiano nel 2007 e il Jnanpith Award nel 2018, il più alto riconoscimento letterario dell’India. Nel 2019 è stato tra i finalisti del Man Booker International Prize. Ghosh è considerato uno dei più importanti scrittori contemporanei, capace di coniugare una profonda conoscenza della storia e della cultura con una sensibilità acuta per le questioni del nostro tempo.

In La grande cecità, Amitav Ghosh ci conduce in un’analisi profonda della nostra incapacità collettiva di affrontare la crisi climatica. Partendo dalla sua esperienza personale nelle Sundarban, un’area costiera vulnerabile, Ghosh osserva come i cambiamenti ambientali in atto siano molto più di semplici fluttuazioni naturali, ma segni di una trasformazione irreversibile. Questa presa di coscienza lo porta a interrogarsi sul ruolo della cultura, e in particolare della letteratura, di fronte a questa realtà.
Ghosh sostiene che la nostra cultura, profondamente intrecciata con il sistema di produzione capitalista, ha sviluppato una sorta di “cecità” nei confronti del cambiamento climatico. I desideri che alimentano il nostro immaginario collettivo sono spesso legati a prodotti e stili di vita insostenibili, come le auto di lusso, che ci distraggono dalla consapevolezza dei danni ambientali.
Questa “cecità” si manifesta anche nella scarsa rappresentazione del cambiamento climatico nella narrativa. Quando il tema emerge, viene spesso relegato alla fantascienza, come se fosse qualcosa di lontano e improbabile. Ghosh denuncia un fallimento dell’immaginazione, un’incapacità di concepire le conseguenze reali della crisi climatica e di integrarle nelle nostre narrazioni. In sostanza, Ghosh ci sfida a riconoscere la nostra “grande cecità” e a riflettere sul ruolo della cultura nel plasmare la nostra percezione del mondo. Ci invita a superare le narrazioni dominanti e a sviluppare nuove forme di immaginazione che ci consentano di affrontare la crisi climatica con la serietà e l’urgenza che richiede.

La maledizione della noce moscata ci riporta all’aprile del 1621, in un remoto villaggio dell’arcipelago delle Banda, dove un banale incidente scatena un orrore indicibile. La caduta accidentale di una lampada in una sala requisita da un funzionario olandese della Compagnia delle Indie orientali, Martijn Sonck, innesca una reazione di panico che si trasforma in un massacro.
Sonck, incaricato di distruggere il villaggio, è ossessionato dalla paura di una rivolta dei bandanesi, gli unici produttori al mondo di noce moscata, una spezia preziosissima. Quando la lampada cade, la sua paranoia esplode e lui e i suoi uomini aprono il fuoco nel buio, scatenando una carneficina. Questo brutale episodio segna il primo sterminio coloniale motivato dal profitto, un atto di violenza che Ghosh trasforma in una potente parabola della furia distruttiva del colonialismo occidentale.
Attraverso la storia di questo massacro, Ghosh ci mostra come la sete di conquista e lo sfruttamento delle risorse naturali abbiano radici profonde nella storia del colonialismo. L’autore ci conduce in un viaggio attraverso i secoli, rivelando le connessioni tra il passato e il presente, e mostrando come le conseguenze di quel brutale atto di violenza si riverberino ancora oggi: migrazioni di massa, siccità devastanti, pandemie globali, guerre sanguinose e l’attuale emergenza energetica.
In La maledizione della noce moscata, Amitav Ghosh ci offre una prospettiva storica e critica sulla crisi climatica, collegando il colonialismo e lo sfruttamento delle risorse naturali alla nostra attuale situazione. L’autore ci invita a riflettere sulle radici profonde della nostra crisi ambientale e a riconoscere come la nostra sete di profitto e di potere stia distruggendo il nostro pianeta.
E ora (11 marzo) esce il terzo capitolo:

In Fumo e cenere, Amitav Ghosh si immerge in vent’anni di ricerche per svelare il ruolo cruciale dell’oppio nella storia mondiale. Con la sua abilità narrativa, l’autore intreccia vicende e rivela come il commercio di questa sostanza, tanto benefica quanto letale, abbia influenzato i rapporti di potere tra le nazioni nell’Ottocento. Ghosh smaschera le menzogne create per nascondere gli effetti devastanti dell’oppio e traccia parallelismi inquietanti con la recente crisi degli oppiacei negli Stati Uniti. Il risultato è un affresco cupo ma avvincente, arricchito da rari momenti di bellezza e speranza.
Ghosh illustra come l’oppio, una delle droghe più antiche e potenti, abbia visto la sua diffusione esplodere grazie all’impero britannico, che ne fece un’arma di dominio nel commercio tra l’India e la Cina. Con rigore e passione, l’autore dimostra come l’oppio sia stato fondamentale per la nascita di grandi aziende globali e per la fortuna di influenti famiglie americane. Fumo e cenere spazia dalla storia della botanica alle mitologie del capitalismo, analizzando l’impatto sociale e culturale del colonialismo. Ghosh rivela il ruolo chiave di questa pianta nella creazione del mondo moderno, un mondo che ora si trova sull’orlo del collasso.
Uno dei temi centrali del libro è la teoria del capitalismo razziale; Ghosh, in una intervista pubblicata su Robinson* (9 marzo) ce lo spiega:
La teoria del capitalismo razziale di Cedric Robinson sfida le analisi marxiste tradizionali, sostenendo che il capitalismo non è una rottura con il feudalesimo, ma un’evoluzione profondamente intrecciata con il razzismo.
In questo ultimo capitolo Fumo e ceneri, Ghosh intreccia il tem del capitalismo con quello del cambiamento climatico, mettendo in relazione l’oppio con i combustibili fossili. Ecco le sue parole:
Dono merci che hanno alimentato il capitalismo globale e la distruzione ecologica. Così come l’oppio ha ha arricchito l’Impero britannico a costo di devastazioni umane e ambientali, i combustibili fossili hanno alimentato l’industrializzazione moderna accelerando il cambiamento climatico. Entrambe le storie rivelano la logica distruttiva del capitalismo estrattivo.
Restando sul tema dell’oppio, torniamo alla Trilogia dell’Ibis, una trilogia storica, epica, che esplora il commercio dell’oppio e le sue conseguenze nel XIX secolo, composta da Mare di papaveri (2008), Il fiume dell’oppio (2011), Diluvio di fuoco (2015).

È il 1838 quando la Ibis, una goletta inglese a due alberi, giunge alla foce del Gange, per dedicarsi a uno dei traffici più lucrosi dell’Impero britannico: il commercio di «delinquenti e stupefacenti», di «oppio e coolie». A bordo, vi è la ciurma più incredibile che sia dato incontrare nelle acque del Pacifico: un gruppo di lascari, i leggendari marinai che parlano una lingua tutta loro. Nel suo avventuroso viaggio, la goletta trasporta un’umanità davvero straordinaria: il figlio di una schiava liberata del Maryland; un raja in rovina; una vedova che non esita a infrangere i sacri riti della tradizione hindu; un uomo che vuole erigere un tempio alla donna che ha amato. Mano a mano che i legami con le origini si affievoliscono e i contorni delle vite precedenti sbiadiscono, tutti, sulla Ibis, equipaggio e passeggeri, cominciano a sentirsi «fratelli di navigazione», uniti da una comunanza che oltrepassa continenti, razze e generazioni.

Tra il porto cosmopolita di Canton e le acque agitate dell’Oceano indiano, il nuovo romanzo di Amitav Ghosh è ambientato nell’Oriente del XIX secolo alla vigilia della Prima guerra dell’oppio: un mondo affascinante, misterioso e proibito, teatro delle imprese di spregiudicati mercanti e temerari pionieri.
Dopo Mare di papaveri, il primo romanzo della cosiddetta “Trilogia della Ibis”, l’avventura riprende a scorrere impetuosa nel Fiume dell’oppio. L’azione ricomincia laddove si era interrotta nel volume precedente, ma questo nuovo libro si può leggere anche come un romanzo a sé stante che ci regala una storia di ampio respiro degna dei grandi romanzi d’avventura ottocenteschi. Una storia con cui Amitav Ghosh ricostruisce e documenta sapientemente l’incrocio di culture diverse, cinese, indiana e europea, e ci racconta le guerre, i naufragi, i traffici leciti e illeciti, i conflitti d’interessi e le ipocrisie che hanno gettato le basi del mondo odierno e globalizzato. In primo luogo le Guerre dell’oppio che sancirono la definitiva espansione dell’Impero britannico in Cina e nei mercati orientali: avvenimenti in cui Ghosh individua uno spartiacque epocale e l’origine misconosciuta dei fermenti che hanno creato il XXI secolo.

Diluvio di fuoco conclude la trilogia immergendo il lettore nel cuore della Prima guerra dell’oppio, un conflitto che ha plasmato il corso della storia globale.
Nel 1839, le tensioni tra la Cina imperiale e la Gran Bretagna raggiungono il culmine. Il commercio dell’oppio, gestito dalla Compagnia delle Indie Orientali, è diventato una fonte di enorme ricchezza per gli inglesi, ma sta devastando la società cinese. L’imperatore Daoguang decide di porre fine a questo commercio distruttivo, scatenando una reazione feroce da parte degli inglesi.
Il romanzo segue le vicende di un variegato gruppo di personaggi, le cui vite si intrecciano sullo sfondo di questo conflitto epocale. Ci sono marinai, mercanti, diplomatici, tossicodipendenti e avventurieri, ognuno con i propri obiettivi e le proprie motivazioni. Attraverso i loro occhi, Ghosh dipinge un quadro vivido e complesso di un’epoca di cambiamenti tumultuosi.
La nave Ibis, che ha dato il nome alla trilogia, continua il suo viaggio attraverso i mari, trasportando merci e persone, e diventando un simbolo del mondo in rapida trasformazione. Il romanzo esplora i temi del colonialismo, del commercio globale, della guerra e delle conseguenze umane dei conflitti.
Ghosh non si limita a raccontare una storia di guerra e politica, ma esplora anche le complesse dinamiche sociali e culturali dell’epoca. Il romanzo è ricco di dettagli storici e di personaggi memorabili, che danno vita a un’epoca lontana eppure stranamente familiare.
Amitav Ghosh sarà in Italia per diversi appuntamenti, eccone alcuni:
17 marzo ore 18:30 presso il Circolo dei lettori, (via Bogino 9), Torino
20 marzo ore 18 presso il Palazzo Medici Riccardi, Sala Luca Giordano (via Camillo Cavour, 3), Firenze
22 marzo ore 18.30 presso Libri Come, Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi (via Pietro de Coubertin, 30), Roma



Una produzione corposa e avvincente che mi attrae. Grazie per il tuo post ❤
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Ghosh è uno studioso serio e molto attivo, che riesce a coniugare lo stile del saggista con quello del narratore.
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Credo di iniziare dalla trilogia Ibis, trovata online usata. Spero si riveli come da sensazioni. Peccato che l’autore non venga a Milano…
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Può darsi che saltino fuori altre date, aggiornerò il post se ne vengo a conoscenza.
Conviene cercare ora i romanzi usati perché andranno in esaurimento presto, visto che saranno ripubblicati… anch’io ne ho presi alcuni su Libraccio.
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Giusto. Credi che la trilogia che ho scelto sia un buon inizio? Posso fidarmi online? La libreria è lontana. Le copertine che hai pubblicato sono originali?
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La trilogia dell’Ibis è un buon inizio, soprattutto se ti piacciono i romanzi di ambientazione storica.
Si, on line si trovano facilmente usati. Io ho messo le copertine delle edizioni Beat, che sono quelle più vecchie, quindi si trovano nell’usato.
Quello che esce l’11 marzo ovviamente è solo nuovo, ma se aspetti qualche settimana magari qualcuno lo rivende, dopo averlo letto.
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Grazie per i tuoi consigli
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Ho letto La maledizione della noce moscata ed è un libro davvero interessante, molto inquietante e scritto con uno stile splendido
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Ho deciso di leggere tutto….
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Questo nuovo che esce lo leggerò senz’altro, e poi voglio recuperare il primo della trilogia. A proposito: ho finito di leggere Hamas di Paola Caridi, 377 pagine, ma non è tanto la lunghezza, quanto la densità… e ancora devo terminare gli anni 70 di Enrico Deaglio, queste sono oltre 700 pagine, per di più di grande formato, per cui leggerlo a letto non è facilissimo…
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Potevi magari diluirli in due momenti diversi….
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Sono due libri presi in biblioteca, e arrivati entrambi negli stessi giorni, da finire prima della scadenza…
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un autore che andrebbe letto nelle scuole, a mio modesto avviso in assoluto uno dei più interessanti del panorama contemporaneo
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Sono d’accordo
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bella la copertina di La maledizione della noce moscata
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si, veramente bella
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