Mario Vargas Llosa: Un Gigante della Letteratura Latinoamericana

Mario Vargas Llosa, nato ad Arequipa, in Perù, il 28 marzo 1936, è stato uno dei più importanti scrittori contemporanei di lingua spagnola. La sua scomparsa, avvenuta a Lima il 14 aprile 2025, ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama letterario mondiale.

Una Vita Dedicata alla Letteratura e all’Impegno Civile

Vargas Llosa ha trascorso gran parte della sua vita tra l’Europa e il Perù, un’esperienza che ha profondamente influenzato la sua opera. Dopo gli studi in legge e letteratura all’Università Nazionale Maggiore di San Marcos a Lima, ha intrapreso una carriera letteraria costellata di successi. Il suo primo romanzo, La città e i cani (1963), lo ha immediatamente consacrato come una voce potente e innovativa.

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Oltre alla sua prolifica produzione letteraria, Vargas Llosa è stato una figura intellettuale impegnata, partecipando attivamente al dibattito politico e sociale del suo paese e dell’America Latina. Nel 1990 si è candidato alla presidenza del Perù, senza successo.

La maggioranza dei suoi romanzi è ambientata in Perù, nei quali esplora la società peruviana e il clima storico della dittatura militare del generale Odria, sotto la quale trascorse la giovinezza, e i suoi pesanti condizionamenti. I successivi romanzi narrano eventi topici di altri Paesi, e il loro clima storico: La guerra della fine del mondo, collocato nel Brasile della fine del XIX secolo, dove si narra la guerra di Canudos; La festa del caprone affronta la Santo Domingo durante la dittatura di Trujillo; Il sogno del Celta rievoca lo sfruttamento coloniale in Congo e in Amazzonia;  Tempi duri (2019) parte dal colpo di Stato in Guatemala del 1954.

Un’Opera Vasta e Multiforme

La produzione letteraria di Mario Vargas Llosa spazia tra romanzi, saggi, opere teatrali e articoli giornalistici. Tra i suoi romanzi più celebri si ricordano:

  • La città e i cani (1963)
  • La casa verde (1966)
  • Conversazione nella cattedrale (1969)
  • La zia Julia e lo scribacchino (1977)
  • La guerra della fine del mondo (1981)
  • Il narratore ambulante (1987)   
  • I quaderni di don Rigoberto (1997)
  • La festa del caprone (2000)
  • Il paradiso è altrove (2003)
  • Avventure della ragazza cattiva (2006)
  • Il sogno del Celta (2010)
  • L’eroe discreto (2013)
  • Crocevia (2016)
  • Tempi duri (2019)
  • Le dedico il mio silenzio (2023)

Le sue opere sono caratterizzate da una profonda esplorazione delle dinamiche del potere, della società, della storia e della condizione umana, spesso con uno sguardo critico e acuto sulla realtà latinoamericana.

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Riconoscimenti Letterari

Assieme a Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Isabel Allende e Carlos Fuentes, è uno dei massimi esponenti del boom latinoamericano. La statura di Mario Vargas Llosa come gigante della letteratura è stata riconosciuta da numerosi premi e onorificenze internazionali, tra cui spiccano:

  • Premio Nobel per la Letteratura (2010) Motivazione: “per la sua cartografia delle strutture del potere e per le sue immagini acute della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”.
  • Premio Cervantes (1994)
  • Premio Principe delle Asturie per le Lettere (1986)
  • Premio Grinzane Cavour
  • Man Booker International Prize (2011)

Da giovane sognava di diventare uno scrittore francese: ebbene, nel 2023 è stato il primo autore di lingua spagnola, primo membro che non ha scritto nessuna opera in lingua francese, lingua  che Vargas Llosa parlava fluentemente, a essere eletto membro dell’Académie Française. Anche la pubblicazione della sua opera nella prestigiosa collezione Bibliothèque de la Pléiade, per l’editore Gallimard, costituisce una prima assoluta per uno scrittore non francese ancora vivente; è il secondo autore latino-americano pubblicato nella collana, dopo Héctor Bianciotti.

Mario Vargas Llosa lascia un’eredità letteraria immensa e duratura, che continuerà a ispirare e a sfidare i lettori di tutto il mondo. La sua voce potente e il suo sguardo lucido sulla complessità del mondo contemporaneo mancheranno profondamente al panorama culturale internazionale.

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Le opere: un’eredità senza uguali

Definire in maniera univoca le ‘opere più importanti’ di uno scrittore della statura e della prolificità di Mario Vargas Llosa si configura inevitabilmente come un esercizio complesso e intrinsecamente soggettivo. La vastità della sua produzione, che spazia tra romanzi, saggi e opere teatrali, unita alla stratificazione di significati e alle diverse chiavi di lettura che ciascun testo offre, rende arduo stabilire una gerarchia definitiva.
Tuttavia, pur riconoscendo questa pluralità di interpretazioni e l’evoluzione del gusto critico nel tempo, è innegabile che alcune sue creazioni abbiano esercitato un impatto dirompente e duraturo sia nel panorama letterario latinoamericano che a livello globale. Queste opere, al di là del mero successo commerciale o del plauso immediato della critica, si distinguono per aver plasmato in modo significativo il suo stile inconfondibile, introducendo innovazioni narrative e stilistiche che hanno influenzato generazioni di scrittori.
Inoltre, esse si sono confrontate con temi cruciali e universali, radicati spesso nella complessa realtà sociale e politica del Perù e dell’America Latina, ma capaci di risuonare con lettori di diverse culture e contesti. Attraverso queste opere fondamentali, Vargas Llosa non solo ha offerto ritratti vividi e penetranti della condizione umana e delle dinamiche del potere, ma ha anche contribuito in maniera sostanziale a ridefinire i confini del romanzo contemporaneo, lasciando un’eredità letteraria di inestimabile valore.

La città e i cani (La ciudad y los perros, 1963):

  • Perché è importante: Questo romanzo d’esordio ha segnato l’irruzione di Vargas Llosa sulla scena letteraria con una forza innovativa. Ambientato in un collegio militare di Lima, esplora temi come la violenza, la gerarchia sociale, la perdita dell’innocenza e la corruzione.
  • Innovazioni stilistiche: Introduce tecniche narrative complesse come il flusso di coscienza e i salti temporali, che diventeranno un marchio distintivo del suo stile. Rompe con il realismo tradizionale e sperimenta con la struttura del romanzo.
  • Impatto: Ha suscitato scalpore per la sua rappresentazione cruda e critica della società peruviana e delle istituzioni. Ha contribuito a lanciare il “Boom” della letteratura latinoamericana.

La casa verde (La casa verde, 1966):

  • Perché è importante: Considerato da molti uno dei suoi capolavori, La casa verde intreccia diverse storie e ambientazioni (una casa di tolleranza nella giungla amazzonica e una missione cattolica) per esplorare la complessità della realtà peruviana, le dinamiche di potere, la sessualità e l’incontro tra culture diverse.
  • Complessità narrativa: La sua struttura narrativa è ancora più ambiziosa de La città e i cani, con molteplici voci narranti, piani temporali sovrapposti e una fitta rete di connessioni tra i personaggi e le storie.
  • Temi universali: Pur essendo profondamente radicato nel contesto peruviano, il romanzo affronta temi universali come la ricerca della libertà, la solitudine e la natura sfuggente della verità.
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Conversazione nella cattedrale (Conversación en La Catedral, 1969):

  • Perché è importante: Questo monumentale romanzo offre un ritratto corrosivo e dettagliato della dittatura di Manuel A. Odría in Perù. Attraverso il dialogo tra due personaggi in un bar, Santiago Zavala e Ambrosio, il romanzo svela la corruzione, la violenza e le ipocrisie del regime e le loro ripercussioni sulla società.
  • Critica politica: È un’opera potente di denuncia politica che analizza come il potere corrompe e influenza le vite individuali.
  • Tecnica narrativa: L’uso intensivo del dialogo e la struttura complessa, che si dipana attraverso i ricordi e le conversazioni, rendono il romanzo una sfida intellettuale e un’esperienza letteraria intensa.

La guerra della fine del mondo (La guerra del fin del mundo, 1981):

  • Perché è importante: Questo romanzo storico, ambientato nel Brasile del XIX secolo, segna una svolta nella sua produzione. Basato su eventi reali (la rivolta di Canudos), esplora il fanatismo religioso, il conflitto tra civiltà e barbarie, e la violenza della storia.
  • Ambizione epica: È un romanzo di ampio respiro, con una moltitudine di personaggi e una ricostruzione storica dettagliata.
  • Riflessione sulla storia: Offre una riflessione complessa sulla natura dei conflitti e sulle motivazioni che spingono le persone a combattere.

Il narratore ambulante (El hablador, 1987):

  • Perché è importante: Questo romanzo breve e suggestivo esplora il ruolo della narrazione e della tradizione orale in una comunità indigena dell’Amazzonia peruviana. Il protagonista è un uomo che si trasforma in un “hablador”, un narratore ambulante che preserva la memoria tribale attraverso i suoi racconti.
  • Temi antropologici: Affronta temi legati all’identità culturale, alla perdita delle tradizioni e all’impatto della modernità sulle culture indigene.
  • Stile evocativo: La prosa di Vargas Llosa in questo romanzo è particolarmente lirica e evocativa, creando un’atmosfera magica e misteriosa.

La festa del caprone (La fiesta del chivo, 2000):

  • Perché è importante: Questo potente romanzo storico-politico narra la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo nella Repubblica Dominicana e le sue conseguenze sulla vita dei cittadini. Attraverso diverse prospettive, il romanzo svela la brutalità del regime e il trauma che ha lasciato nel paese.
  • Denuncia delle dittature: È un’opera importante per la sua lucida e implacabile denuncia dei regimi autoritari e della violenza politica.
  • Rilevanza contemporanea: I temi affrontati nel romanzo rimangono attuali e universali, riguardando la lotta per la giustizia e la memoria storica.

Avventure della ragazza cattiva (Travesuras de la niña mala, 2006)

  • Perché è importante: Tesse un’esplorazione atipica dell’amore e del desiderio. Il romanzo si distingue per la sua narrazione di un amore non convenzionale e ossessivo, lontano dalle dinamiche romantiche tradizionali. La figura della “ragazza cattiva” come donna libera e sfuggente offre una prospettiva inedita sulle relazioni.
  • Indagine sulla fluidità dell’identità: Attraverso le molteplici identità assunte dalla protagonista, Vargas Llosa esplora la costruzione e la mutevolezza dell’io, anticipando temi contemporanei legati alla performance e alla pluralità dell’identità.
  • Rottura con alcuni stilemi classici dell’autore: Pur mantenendo la sua maestria narrativa, il romanzo si concentra maggiormente sulle dinamiche interpersonali e sulle passioni individuali, discostandosi in parte dalle sue opere più marcatamente politico-sociali.
    Qui trovate la mia recensione.

Il paradiso è altrove (El paraíso en la otra esquina, 2003)

  • Perché è importante: Il romanzo intreccia le vite di due figure storiche reali, la femminista socialista Flora Tristán e il suo nipote, il pittore Paul Gauguin, creando un dialogo intergenerazionale e tematico affascinante. Questa struttura biografica parallela è una scelta narrativa originale e potente.
  • Esplorazione delle utopie e delle loro contraddizioni: Il libro analizza la ricerca del paradiso e di una società ideale attraverso due figure che, pur perseguendo visioni diverse (uguaglianza sociale e libertà artistica), incarnano le speranze e le disillusioni legate ai progetti utopici.
  • Riflessione sul rapporto tra impegno sociale e creazione artistica: Il romanzo pone in dialogo, e talvolta in contrasto, l’impegno politico e sociale di Flora Tristán con la dedizione totalizzante all’arte di Paul Gauguin, interrogando il ruolo dell’intellettuale e dell’artista nel mondo.
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Biografia

Vargas Llosa nacque ad Arequipa, in Perù, il 28 marzo 1936, quando i suoi genitori, Ernesto Vargas Maldonado e Dora Llosa Ureta, si erano appena separati. Crebbe in Bolivia, dove suo nonno materno era console. Lì studiò presso la scuola La Salle di Cochabamba e tornò a Lima dai Salesiani nella città di Piura. Il rapporto difficile con il padre, incontrato quando aveva 10 anni, lo segnò profondamente e influenzò il suo lavoro. Fu su sua insistenza che entrò in una scuola militare, la Leoncio Prado di Lima, dove subì una dura disciplina che si rifletté in La città e i cani (1963), un romanzo bollato come “comunista”. Finì la scuola superiore alla scuola San Miguel di Piura. Nel 1953, all’età di 17 anni, tornò a Lima, dove studiò Letteratura e Giurisprudenza all’Università Nazionale di San Marcos e si laureò in Filosofia e Letteratura. Due anni dopo, a 19 anni, sposò la zia acquisita Julia Urquidi, di dieci anni più grande di lui, dalla quale si sarebbe separato nel 1964.

Dopo la laurea, nel 1959, Vargas Llosa si recò in Spagna con una borsa di studio per corsi post-laurea all’Università Complutense di Madrid, dove anni dopo ottenne il dottorato con una tesi su Gabriel Garcìa Màrquez, pubblicata in seguito con il titolo Garcìa Màrquez: storia di un deicidio. Nel 1960, si trasferì a Parigi, dove lavorò come giornalista. Lì terminò di scrivere il suo primo romanzo, La città e i cani (1963).

Nel 1965 sposò la cugina Patricia Llosa, madre dei suoi tre figli, lvaro (1966), Gonzalo (1967) e Morgana (1974), dalla quale si separò nel 2016 dopo che divenne pubblica la sua relazione con Isabel Preysler, con la quale era stato fino al 2022. Nel 1966 conobbe Carmen Balcells, che sarebbe diventata la sua agente letteraria, la quale lo incoraggiò a dedicarsi interamente alla scrittura.

Una delle più note polemiche che finì sui giornali di tutto il mondo fu la rottura della sua lunga amicizia con Garcìa Màrquez, che colpì a pugni nel 1976 in un cinema. I motivi di questa aggressione non sono mai stati chiariti, per un accordo tra i due, ma un’ipotesi è che Garcìa Màrquez abbia consigliato alla moglie di Vargas Llosa di separarsi dopo la presunta infedeltà del peruviano.

Da studente fu marxista e socialista, un giovane impegnato come in generale era il clima di quegli anni; salutò con favore la rivoluzione cubana per poi rinnegarla quando essa, divenuta un regime, iniziò a reprimere il dissenso. La sua disillusione fu definitiva a seguito dell’invasione della Cecoslovacchia da parte della Russia, nel 1968, facendolo avvicinare all’umanesimo laico di Camus e al liberalismo.

Negli anni ’80 si cimentò in politica e si scontrò con il presidente Alan Garcia sul disegno di legge sulla nazionalizzazione delle banche. Si candidò due volte alla presidenza del Perù, nel 1988 e di nuovo nel 1990. Denigrato come reazionario e conservatore, mentre lui ha sempre sostenuto il liberalismo contro le dittature Sudamericane. I voti della sinistra andarono a Fujimori che guarda caso, nel 1992, con un colpo di stato abolì il Parlamento e la democrazia, instaurando l’ennesima dittatura.

Prese posizione politica anche in Spagna, dove ottenne la cittadinanza spagnola nel 1993. Nel 2014 fu promotore del manifesto ‘Liberi e Uguali’ contro il secessionismo catalano.

Era il 2010 quando vinse il Premio Nobel per la Letteratura, il 7 ottobre. “Penso che sia un premio letterario, e spero che me lo abbiano assegnato più per la mia opera letteraria che per le mie opinioni politiche. Ora, se le mie opinioni politiche – in difesa della democrazia e della libertà, e contro le dittature – sono state prese in considerazione, allora è fantastico”, disse dopo aver appreso la notizia. Nel 2011 ricevette il titolo di marchese di Vargas Llosa, concessogli dall’allora re Juan Carlos I di Spagna.

Nello stesso anno, su iniziativa della Fondazione Biblioteca Virtuale Miguel de Cervantes, è stata creata una cattedra a suo nome in diverse università in Spagna, Panama e Perù per organizzare attività volte a celebrare l’ottantesimo compleanno dello scrittore nel 2016.

Dal 2013, inoltre, viene assegnato il Premio Mario Vargas Llosa per il romanzo.
Innamorato del teatro, ha condiviso il palco a Mèrida con la sua amica e musa teatrale, l’attrice Aitana Sànchez-Gijòn, per interpretare Ulisse in ‘Odisseo e Penelopè (2006). Successivamente recitò al suo fianco in “Le mille e una notte” e ‘Plague Tales’. 
Vargas Llosa ha rivelato nel 2021 che le molestie subite da un leader religioso durante l’infanzia lo hanno spinto ad abbandonare la religione. Nello stesso anno venne eletto all’Accademia di Francia e divenne “immortale”, un riconoscimento importante da parte di un Paese che lo aveva già inserito nella leggendaria collezione La Plèiade nel 2016.

Nel 2023, poco dopo la separazione da Isabel Preysler, pubblicò il suo ultimo romanzo, Le dedica mi silencio (Ti dedico il mio silenzio), e riprende la relazione con l’ex moglie Patricia, con la quale si trasferisce in Perù, dove riduce la sua attività pubblica, anche se negli ultimi mesi visita luoghi speciali della sua vita, come lo spazio precedentemente occupato dal bar ‘La Catedral’, che ispira Conversazioni nella cattedrale.

I venti, il nuovo romanzo di Mario Vargas Llosa, sarà pubblicato in autunno. Lo ha annunciato la casa editrice Einaudi, che cura l’intero catalogo dello scrittore peruviano. Una storia malinconica, ambientata in una Madrid surreale, che racconta di un uomo ormai anziano che vaga per la città in cerca della sua casa. In questa opera l’autore esplora il senso di alienazione di chi vive in un’epoca che non riconosce più.

Considerazioni personali

Mario Vargas Llosa si consacra come una figura imprescindibile della letteratura contemporanea grazie alla sua maestria narrativa che spazia con audacia tra intricate strutture temporali, polifonia di voci e un’acuta esplorazione delle dinamiche sociali e politiche, in particolare del contesto latinoamericano.
La sua capacità di fondere ambizione stilistica con un profondo impegno etico e civile, analizzando con lucidità il potere, la corruzione e la fragilità della condizione umana, gli ha valso il plauso universale e il Premio Nobel. La sua eredità letteraria risiede nella creazione di mondi narrativi vividi e complessi, popolati da personaggi indimenticabili che incarnano le contraddizioni e le aspirazioni del nostro tempo, lasciando un segno indelebile nella storia della letteratura.

Close-up of Peruvian author Mario Vargas Llosa at the Presidential Palace, San Salvador, El Salvador, March 8, 1984. Vargas Llosa was reporting on the 1984 Salvadoran presidential elections for Time magazine. (Photo by Robert Nickelsberg/Getty Images)