Resta con me è il romanzo di esordio della scrittrice nigeriana Ayọbami Adébáyọ, pubblicato da La nave di Teseo (2018) con la sensibile traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini; l’opera dipana la storia d’amore tra Yejide e Akin, due giovani provenienti da agiate famiglie nigeriane. Il loro sentimento germoglia tra le aule universitarie, sfociando in un’unione coniugale che inizialmente è all’insegna della felicità. Akin si manifesta come un consorte premuroso e attento, desideroso di esaudire le aspirazioni di Yejide, fino a supportarla nella sua ambizione di autonomia professionale.

Tuttavia, l’ombra della sterilità di Yejide (orfana di madre, morta nel darla alla luce, lasciandole per sempre un senso di colpa), vissuta con intima frustrazione e giudicata una mancanza inammissibile dai rispettivi nuclei familiari – in primis dalla madre di Akin – incrina questa serenità. Dopo un quadriennio di vana attesa di un nipote, la donna impone al figlio di unirsi in seconde nozze. Il peso delle convenzioni sociali e l’inflessibile autorità materna, unitamente al timore di infliggere a Yejide destabilizzanti pressioni, inducono Akin, dopo lunghe esitazioni, ad acconsentire al nuovo matrimonio con la giovane Funmi. L’arrivo di Funmi innesca una serie di eventi in cui Yejide prima cerca disperatamente di rimanere incinta, ricorrendo a guaritori e incorrendo in situazioni equivoche, ma poi di proteggere se stessa, il suo matrimonio e i suoi figli da difficoltà e sfortune. Alla fine rimane incinta, ma a un costo molto più alto di quanto avrebbe potuto osare immaginare.

Sarà proprio Akin, tormentato da colpe che verranno svelate in un sorprendente susseguirsi di rivelazioni nel finale del libro, a trovare la forza di intraprendere scelte radicali per arginare la deriva di Yejide verso la follia e salvare il loro legame, decisioni destinate a mutare irrevocabilmente le loro vite.

Resta con me è un’opera che con forza intesse un drammatico arazzo di amore e dolore, costellato di disillusioni, inganni e innocenza perduta. Sullo sfondo di questa vicenda intima, il romanzo esplora la profonda dicotomia tra una radicata tradizione africana e una modernità ancora incerta. La poligamia e l’imperativo sociale della maternità e della discendenza, visti come pilastri imprescindibili per la continuità familiare e la trasmissione dell’eredità, si scontrano con le aspirazioni individuali in un contesto di mutamento.

Uno dei pregi di questa opera è la capacità di interpretare il contesto socio-culturale, e di restituire al lettore – soprattutto se a digiuno di conoscenze specifiche – uno sguardo penetrante sulla Nigeria, un paese subsahariano in continua crescita, contraddistinto da primati significativi in diversi campi ma segnato da una persistente instabilità politica. Il lettore è condotto attraverso le lacerazioni del terrorismo jihadista di Boko Haram, le cruente violenze interetniche e gli elevati indici di corruzione, disoccupazione e povertà.

Lagos, tentacolare metropoli affacciata sulla costa atlantica nigeriana, è una città di dimensioni impressionanti e in continua crescita. La sua area urbana si estende su diverse isole e sulla terraferma, ospitando una popolazione stimata tra i 15 e i 20 milioni di abitanti, il che la rende una delle città più popolose dell’Africa. Tra le sue eccellenze spicca il suo dinamismo economico, essendo il principale centro commerciale e finanziario della Nigeria e dell’Africa occidentale, con un vivace settore culturale e creativo. Tuttavia, Lagos è anche afflitta da criticità significative, tra cui gravi problemi di traffico congestionato, infrastrutture spesso inadeguate, elevati livelli di inquinamento e disparità socio-economiche marcate. Nonostante queste sfide, la città rimane un polo di attrazione per opportunità e un vibrante crocevia di culture.

Il romanzo restituisce vividamente la complessità di questa nazione, sospesa tra l’anelito alla modernità e la sacralità delle tradizioni, tra la rivendicazione di pari diritti e la sottomissione, tra la rassegnazione di fronte alle ingiustizie sociali e una rabbia collettiva latente, pronta a deflagrare in “febbre di ribellione”. In questo scenario si staglia il clima politico-sociale a cavallo tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, costellato da moti di piazza brutalmente repressi, una sequenza di colpi di stato e l’annullamento delle elezioni del 1993, evento che gettò il paese nel caos. L’alternarsi di governi militari e civili si rivela incapace di contrastare la nefasta alleanza tra forze dell’ordine e criminalità, lasciando la popolazione inerme di fronte al suo potere.

Il romanzo intreccia con maestria una pluralità di temi universali: il tradimento e le promesse disattese, i sogni infranti e la fiducia fragile. Al cuore della narrazione pulsa, con intensa emotività, il desiderio, l’ostentazione e la sofferenza legati alla maternità. L’autrice adotta una dinamica alternanza di prospettive e piani temporali, svelando gradualmente la complessità dell’intreccio fino a condurre il lettore, all’ultima pagina, a una verità sorprendente e spiazzante.

Resta con me si configura come una delicata fusione tra le radici delle tradizioni locali, il fluire della Storia e le intime vicende personali dei protagonisti. Pur privilegiando un punto di vista femminile dominante, il racconto offre uno spazio significativo alla visione maschile. La narrazione, dal ritmo incalzante, è un susseguirsi di emozioni contrastanti e potenti. Questo libro si rivela un autentico gioiello da scoprire – ve lo avevo già segnalato alla sua uscita tra le novità di spicco– capace di offrire un affresco vivido e stratificato di una società sospesa tra la forza delle sue tradizioni e l’incedere della modernità.

Lo stile di Resta con me si distingue per una sobrietà elegante e fluida, che raramente indulge in virtuosismi retorici, preferendo una chiarezza espressiva che rende la lettura scorrevole e coinvolgente. Nonostante questa essenzialità, la scrittura è spesso venata di delicate suggestioni poetiche, soprattutto nei momenti di introspezione dei personaggi e nella descrizione delle atmosfere. C’è una forte intensità emotiva che traspare dalle parole, senza essere mai melodrammatica o eccessiva, ma comunicando in modo efficace il dolore, la frustrazione, l’amore e la disperazione dei protagonisti.

L’alternanza dei punti di vista dei due protagonisti e dei piani temporali è gestita molto efficacemente, dando movimento e vivacità, contribuendo a mantenere alta la curiosità del lettore e a svelare gradualmente la complessità degli eventi e delle motivazioni dei personaggi.

Qui potete leggere l’incipit.

Ayòbámi Adébáyò è nata nel 1988 a Lagos, Nigeria. I suoi racconti sono apparsi in numerose riviste e antologie. Si è laureata in Letteratura inglese alla Obafemi Awolowo University e ha conseguito una specializzazione in Scrittura creativa alla University of East Anglia. Lavora come editor della Narrativa per “Saraba Magazine”. Resta con me, il suo straordinario romanzo di debutto, tradotto in tredici lingue, ha suscitato grande entusiasmo nella critica e nei lettori. “The New York Times”, “The Guardian”, “The Economist”, “The Wall Street Journal” lo hanno nominato tra i migliori libri del 2017 ed è stato finalista al Baileys Prize.
Tra gli altri titoli, Un lampo di fortuna (La nave di Teseo, 2025) che compare nella long-list del Booker Prize 2025 e che leggerò presto.