I termini che analizziamo oggi, inclito ed eristico, si pongono agli antipodi nel panorama semantico, rappresentando concetti e valori diametralmente opposti. La loro giustapposizione serve proprio a evidenziare questa profonda discordanza.
Da un lato, inclito evoca un’idea di eccellenza e riconosciuta superiorità. Si applica a ciò che è degno di lode, ammirazione e rispetto, sia esso un individuo, un’impresa, un’opera o un concetto. Dall’altro lato, eristico, termine che descrive una disposizione alla disputa, alla polemica, alla discussione volta non alla ricerca della verità o della comprensione, ma alla vittoria a tutti i costi.
Dunque, il primo celebra ciò che unisce e ispira ammirazione, il secondo evidenzia ciò che divide e può generare frustrazione. Sono, in definitiva, due facce opposte del comportamento umano e della comunicazione: l’una orientata alla costruzione e al riconoscimento del valore, l’altra alla distruzione dialettica e alla polemica fine a sé stessa.
Analizziamoli più da vicino.
Inclito, /ìn·cli·to/ : agg. [dal lat. inclĭtus, variante di inclŭtus, comp. di in– e tema di cluēre o cluĕre «avere fama, esser celebre»], letter.: Nobile, illustre, glorioso. Talora usato come titolo di cerimonia.
Vi siete mai imbattuti nella parola ìnclito? Questo aggettivo evoca un senso di nobiltà e distinzione che va oltre la semplice notorietà. Non si tratta di una fama effimera o costruita, ma di una reputazione solida, guadagnata attraverso meriti e virtù riconosciute.
Pensiamo a un poeta inclito, la cui opera ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura, o a un valoroso condottiero le cui gesta sono ricordate con ammirazione. L’inclito è colui che, per le sue qualità eccezionali, si eleva al di sopra della massa, non per vanagloria, ma per un’autentica eccellenza. È un termine che porta con sé un’eco di epoche passate, quando l’onore e la virtù erano valori centrali.
Eristico, /e·rì·sti·co/: agg. [dal gr. ἐριστικός, der. di ἐρίζω «contendere», da ἔρις «lite»]. Dedito ad argomentazioni sottili e speciose, polemico, contenzioso.
L’eristico si riferisce a qualcosa o qualcuno che è incline alla disputa, alla controversia, o che è esperto nell’arte di argomentare in modo polemico.
In filosofia, in particolare, il termine è spesso associato all’eristica sofistica, una tecnica di discussione che mira a vincere la disputa a tutti i costi, anche a costo di utilizzare argomentazioni fallaci o di deviare dalla ricerca della verità.
Dunque, eristico evoca un’idea di conflitto verbale, di dialettica spesso finalizzata alla mera vittoria piuttosto che alla comprensione reciproca.
Il vocabolo eristico, con le sue radici antiche nella contesa e nella polemica, trova una risonanza sorprendentemente attuale nel panorama contemporaneo, specialmente in relazione a fenomeni come le fake news, la mistificazione delle informazioni e l’agone dei social media. L’antica arte di vincere la disputa a prescindere dalla verità si manifesta oggi in forme nuove e pervasive, minacciando la coesione sociale e la capacità di discernere il vero dal falso.
In primo luogo, le fake news rappresentano la quintessenza dell’approccio eristico moderno. Non si tratta semplicemente di errori o imprecisioni, ma di narrazioni intenzionalmente fuorvianti, spesso costruite per polarizzare l’opinione pubblica, screditare avversari o promuovere agende nascoste. Chi le produce e le diffonde adotta una strategia puramente eristica: l’obiettivo non è informare, ma persuadere a tutti i costi, anche manipolando i fatti o creando falsità di sana pianta. La verifica delle fonti, la logica e il ragionamento critico vengono bypassati in favore di appelli emotivi e affermazioni sensazionalistiche, tipici di chi mira alla vittoria retorica piuttosto che alla ricerca della verità.
Parallelamente, la nefasta tendenza a mistificare le informazioni si inserisce in questo quadro. La mistificazione non è solo disinformazione, ma una deliberata alterazione o distorsione dei fatti per adattarli a una tesi preconcetta. Che si tratti di dati manipolati, citazioni estrapolate dal contesto o di vere e proprie omissioni, l’intento è sempre quello di condurre l’interlocutore verso una conclusione desiderata, indipendentemente dalla sua validità intrinseca. È una pratica profondamente eristica, in quanto subordina la realtà all’efficacia argomentativa.
Infine, il litigare sui social senza rispettare le opinioni diverse e il piacere della polemica a tutti i costi sono manifestazioni palesi dell’eristica nella sfera digitale. Le piattaforme social, pur offrendo opportunità di dialogo, sono spesso trasformate in arene dove prevale la logica della contesa. Gli utenti non cercano il confronto costruttivo, ma la conferma delle proprie convinzioni e la demolizione dell’opinione altrui. Il “mi piace” e la condivisione diventano metriche di vittoria, e l’insulto o la denigrazione sostituiscono l’argomentazione. Il rispetto per le diverse prospettive viene meno, e l’obiettivo principale diventa avere ragione, anche a costo di alimentare divisioni e incomprensioni. Questo piacere quasi edonistico per la polemica, disconnesso dalla ricerca di una soluzione o di un punto d’incontro, riflette perfettamente l’atteggiamento eristico in cui la dialettica degenera in un puro scontro di volontà.


Mi ricordo un testo di latino delle superiori: Inclitae voces. 👍
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Sempre sul pezzo 👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻💪🏻💪🏻💪🏻
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Troppo gentile. 😊😉
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buongiorno! Due parole a me sconosciuti mai incontrate nelle mie letture, grazie
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Sono riuscita a farti scoprire qualcosa!!! 😇☺️
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Eristico me lo segno perché mi sto annoiando a leggere post/articoli di polemiche sterili o assistere a dibattiti pubblici sullo stesso tono.
Mi è venuta in mente la scena di un film in cui un professore universitario, credo, spiega alla classe come aver ragione in una discussione anche quando si fa torto. Purtroppo non ricordo il titolo né gli attori del film
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La descrizione mi dice qualcosa ma non riesco ad identificare il film
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Magari Austin Dove riesce a capire qual è.
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Dovrebbe essere questo
https://it.wikipedia.org/wiki/Quasi_nemici_-_L%27importante_%C3%A8_avere_ragione
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👍🏻👍🏻👍🏻👍🏻
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Giusto!!! L’avevo visto in Francia con mia figlia
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L’inclito verso di colui che l’acque cantò fatali… Il colto e l’inclita, si diceva una volta a proposito del pubblico di uno spettacolo. A parte Foscolo, che lo usa più volte, e l’espressione scherzosa che ho riportato, non conosco altri usi di questo aggettivo. Eristico, invece, non l’avevo mai sentito
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Inclito non l’ho mai incontrato come termine, dunque non conoscevo.
Eristico sì ma era da tempo che non la sentivo.
Andiamo sul difficile ora 😊, meglio, così conosciamo parole nuove. Grazie come sempre.
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Per stimolare la curiosità e fare conoscere qualcosa di inatteso…
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mai sentiti entrambi
in effetti, ora che hai evidenziato la radice di eristico potevo anche arrivare al suo significato, ma mai sentito lo stesso
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In effetti non sono così diffusi
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