INCIPIT
Prologo
“Impara a guardare le cose dall’alto. Non sai come cambia la prospettiva”.
“Effettivamente no. Sono miope come una talpa e se arrivo a due metri è già una soddisfazione. Il mio mondo è piccolo, abitudinario, noioso. Solo gli artisti vedono cose che noi umani normali nemmeno ci sogniamo”.
“Tu hai un’anima da artista, solo che ti rifiuti di ammetterlo. Non dovevi fare il magistrato. La toga ti sta stretta”.
“A parte che ci sguazzo, hai sbagliato la taglia, anche se non te l’ho mai detto, ma ti ricordo che sei stata tu a insistere perché partecipassi al concorso”.
“Era difficilissimo. Ero sicura che non l’avresti mai passato”.
“Ma senti senti!”.
“Mi hai sorpreso, e quando sono arrivati i risultati era fatta. Come si fa a rifiutare un lavoro così? Ti avrei visto meglio tra i libri, una carriera universitaria, magari”.
“Sai che palle. La rockstar era il mio destino”.
“Non hai il fisico. Per quella roba ci vogliono i veri duri come Springsteen, quattro ore di concerto senza fare una piega. L’ultimo, a San Siro, non finiva mai. Me lo sono goduto dalla prima all’ultima nota”.
“Imbucata”.
“Uffa”.
“Uffa lo dico io, mamma. Guarda le mie giornate. Sveglia, doccia, quando faccio in tempo, treno pendolari, ufficio, pausa pranzo, panino quando c’è udienza, ufficio, avvocati lamentosi o incazzati, il procuratore Cantalamessa rimbambito che ormai passa il tempo consultando riviste di scarpe da maratona e cardiofrequenzimetri, la professoressa Quintiliani sempre tra i piedi, Marianna Zuccotti che nei giorni pari mi
porta i moduli per l’iscrizione a Magistratura Emancipata e io che traccheggio e rimando, poi Andreina che mi tormenta con le carte alla firma, treno, casa, minestrone riscaldato, letto el’indomani si ricomincia. Questa è la mia vita”.
“E tu cambia tutto, no?”.
“Quando fai così ti ammazzerei”.
“Battuta vecchia. Aggiorna il repertorio. Comincia dalle piccole cose. Inverti l’ordine. Su che lato del letto dormi quando c’è il genio della biologia?”.
“A sinistra”.
“Bene, stasera prova a dormire a destra. Cosa prendi a colazione?”.
“Acqua tiepida col limone, pane, marmellata di arance amare a basso contenuto di zuccheri e un caffè”.
“Domattina uova strapazzate e caffè nero come gli americani e vedi che succede. Non ho mai capito se sei una ‘a letto presto e sveglia presto’ o sei ancora una dormigliona tiratardi come quando c’ero io”.
“Invecchio. Quelle della mattina sono le ore più produttive. Poi schianto”.
“Ottimo. Domenica non alzarti fino al pomeriggio e tira dritto fino alle tre di notte. Non ti piace la notte Inventati qualcosa, dai una scossa alla vita, altrimenti tra un po’ reciterai vespri e mattutini. Cambia abitudini e cambia regole. Al mattino ti parte la radiosveglia?”.
“Sì, la rassegna stampa di Radio Radicale”.
“Ma no! Prova con Aretha Franklin e mi saprai dire. Guarda il tuo maresciallo, lui sì che sta cercando di cambiare”.
“Quello cerca una donna da mettersi in casa. Si vuole sistemare e ha ragione. Io dovrei rivoluzionare la mia vita e tu mi dici di mangiare bacon a colazione. Ma fammi il piacere”.
“È solo questione di tempo. La rivoluzione arriva per tutti. Soprattutto se si guardano le cose dall’alto. Segnatela questa”.
“Segno, segno. Ciao mamma. Tieniti in contatto”.
Luigi Irdi

