INCIPIT
Orapronobis, certo che quest’anno il Vecchio lassù se la prende comoda, sacramento, non sarebbe male se cadesse un po’ di neve, dice il Paul e guarda il cielo, ma quel somaro del Pietro si fa pregare e il suo capo ha altri pensieri. Si scherma gli occhi con la mano, ha in testa una cuffia di lana ed è fermo davanti alla baita dello skilift. Il cielo è bluastro come l’acciaio, sta sorgendo il sole. Cosa vuoi farci, una spolverata è ben scesa, prendiamo quel che viene, dice il Georg e si sistema il berretto, vedrai che vien giù ancora qualcosina, purtroppo non sta a noi fare i miracoli. Porta una vecchia giacca da sci e ha un secchio rosso in mano. Ce n’è un velo, almeno, così fa un po’ inverno, una passata di zucchero sulle montagne, mica male, no? L’Onnipotente ha perso coraggio, dice il Paul, o forse dobbiamo chiedergliela in ginocchio ‘sta neve, ormai è più rara della coca. L’anno prossimo prendiamo esempio dagli austriaci, a fine stagione arrotoliamo la neve come un tappeto e la ritiriamo nel bunker, poi non appena novembre ha buttato giù ottobre dal balcone ed è tornato più freddo, che bisogna andare in motorino coi guanti, la tiriamo fuori dall’hangar e la srotoliamo, non si accorge nessuno che gli ripresentiamo la neve dell’anno prima, non gli viene neanche in mente, e non c’è scritto da nessuna parte che è vietato, tanto fanno i furbi pure gli austriaci. Il Georg appoggia il secchio rosso vicino al Paul, prende una sigaretta dalla tasca della giacca e se l’accende, mmh. Se ci beccano ci fingiamo morti, dice il Paul guardando il cielo. Madre mia, che c’è capitato in questa vita … Oppalà, e m’è anche caduta la sigaretta di bocca, fa il Georg cercandola con gli occhi nella neve.
Arno Camenisch

