In questo reperto degli archivi RAI, Felice Benuzzi racconta la sua impresa in Kenya.

Oggi vorrei parlare di una figura che mi affascina e di due libri che parlano della sua impresa più originale. A questi, si aggiunge il libro che Benuzzi stesso scrisse per raccontare la sua impresa: “No pic nic on Mount Kenya”, in inglese nella prima edizione del 1953, poi pubblicato anche in italiano col titolo “Fuga sul Kenya”. L’edizione più recente è di Corbaccio, del 2013. Nel 2007 Gabriele Iacovone ne ha tratto un film, che porta lo stesso titolo del libro.

 

point lenana“Point Lenana” di Wu Ming 1 e Roberto Santachiara, Einaudi

http://www.einaudi.it/speciali/Wu-Ming-1-Roberto-Santachiara-Point-Lenana

Copio il link al sito Wu Ming Foundation in cui si parla profusamente del libro:

http://www.wumingfoundation.com/giap/2013/07/speciale-pointlenana/

 La vicenda è questa:

felice benuzzi fuga sul kenyaFelice Benuzzi era un funzionario governativo di stanza ad Addis Abeba che, a seguito dell’occupazione britannica, fu fatto prigioniero e rinchiuso nel campo di prigionia di Nanyuki, alle pendici del monte Kenya. Nel 1943 Benuzzi con due compagni di prigionia, il medico Giovanni Balletto – alpinista esperto – e Enzo Barsotti, evase dal campo per raggiungere la vetta del monte Kenya e piantare sulla cima la bandiera italiana. Dopo di che, ritornò nel campo di prigionia. La spedizione fu preparata nel campo di prigionia, cercando di mettere insieme il materiale necessario alla scalata; non avevano cartine ma solo un’immagine stampata su un barattolo di carne in scatola.

Benuzzi, triestino, era già un esperto scalatore, così come Balletto, mentre Barsotti era alla sua prima esperienza.

In seguito, gli inglesi mandarono una spedizione a far togliere la bandiera italiana.

 

il cuore e l'abisso

“Il cuore e l’abisso” di Rory Steele

http://www.alpinestudio.it/prodotto/il-cuore-e-labisso/

Nel 1943 Felice Benuzzi evase da un campo di prigionia inglese in Kenya per scalare la seconda vetta più alta d’Africa. Con due compagni, senza mappe e con attrezzatura di fortuna attraversò la giungla fino alla vetta del monte Kenya. Dopo diciassette giorni fece ritorno al campo e si presentò a rapporto dallo sbalordito comandante.

L’alpinismo fu la sua più grande passione. Iniziò a scalare in un’epoca in cui molte vette non avevano ancora un nome e tante non erano mai state salite, e continuò anche quando le attrezzature progredirono e l’accesso alle montagne divenne più semplice.

Scrittore colorito e ragionatore profondo, ebbe una vita straordinaria dall’inizio alla fine. Visse il periodo del fascismo e delle leggi razziali, e le sfidò sposando una donna ebrea di Berlino. Divenne funzionario delle colonie e in Africa ottenne una medaglia al valore per il coraggio dimostrato in combattimento. Dopo il rimpatrio iniziò una brillante carriera diplomatica e la sua personalità carismatica lo portò a ricoprire numerosi e importanti incarichi.

Per scrivere questa biografia, l’autore non si è accontentato di consultare libri e i registri del Ministero degli Affari Esteri, ma ha avuto accesso anche agli archivi privati e alle migliaia di lettere dello stesso Benuzzi grazie al pieno appoggio della sua famiglia.

felice benuzzi foto