“Chilean electric” di Nona Fernández, Edicola Edizioni, traduzione di Rocco D’Alessandro
La splendida illustrazione di copertina è opera di Hernan Chavar
“La piazza si illuminò”
Il giorno in cui venne per la prima volta illuminata la Plaza de Armas di Santiago, tutto avvenne come in una favola: un racconto fantastico e, come tale, generatore di stupore e meraviglia; una specie di prodigio che stacca le ombre dai piedi delle persone, e a cui, ammutolita, assiste la folla che riempie ogni angolo della grande piazza. In mezzo a tutte quelle persone, una bambina turbata:
“Mi disse che la prima cosa che pensò fu che la luce elettrica, nonostante spaventasse le ombre, potesse essere pericolosa.”
Questi ricordi giungono all’autrice sotto forma di racconto della nonna, impressionata dalla luce che assottiglia la differenza tra giorno e notte e rende la città insonne. Ma questo racconto, questa memoria che le viene trasmessa, contiene un errore: l’evento accadde nel 1883, e cioè venticinque anni prima che la nonna nascesse.
L’evento fu però così significativo che doveva per forza entrare nei ricordi comuni delle generazioni che seguirono, se non altro per fare da contrappunto alle ombre che tornarono ad impadronirsi di Santiago e del Cile sotto la dittatura di Pinochet, quando il buio metaforico inghiottì migliaia di esistenze.
Dunque, il lungo racconto della Fernández parla di come le persone sono legate al loro passato, perché ciò che è accaduto ha modificato le esistenze, ha dato vita alla memoria, non solo personale, ma familiare e nazionale, individuale e generazionale. E la memoria è come un grande albero: dal tronco si dipartono molti rami e ciascuno è un ricordo, un episodio, e si intrecciano tra di loro, lasciano passare la luce o la coprono; al loro interno scorre la linfa della vita.
“Piccoli cortocircuiti, scintille di luce che attirerebbero l’attenzione e costringerebbero a mettere a fuoco zone scure, terreni invisibili.”
Ecco allora che appaiono varie epifanie: i ricordi legati alla vita con la nonna e agli episodi della loro coesistenza; quelli legati alle proteste in piazza, la vista di un bambino ferito, i racconti di gente che sparisce inghiottita dal buco nero della dittatura, il dolore dei familiari, di un bimbetto lasciato solo. L’illusione del progresso e dello sviluppo economico utilizzata come paravento per nascondere i crimini commessi dal regime.
“Approfittando delle ore notturne, prevalendo sulla notte e sulle corte giornate dell’inverno, la luce permetteva di produrre meglio e guadagnare di più.”
Così la luce, perso ogni connotato magico, diventa un affare, un moltiplicatore di profitti che si concentra in un’unica grande compagnia, capace di indirizzare le sorti del Paese. E, a distanza di tempo, si trasforma in crisi energetica che deturpa anche il cielo del Cile, privandolo della brillantezza della luce delle stelle.
“Questo ha l’effetto di un velo che nasconde le stelle, le spegne. Tutti gli astri che caparbiamente continuano a inviarci messaggi di luce, tutta quell’energia del passato che impiega milioni di anni per giungere fino a noi, cessa di esistere. Scompare dalla mappa come le persone ritratte sul retro delle bollette.”
La nonna è la cartina al tornasole della memoria dell’autrice, è l’elemento che risulta indicativo per valutare fatti e situazioni, reali o di finzione. Sappiamo che inizia a lavorare giovanissima, fino ad approdare al Ministero del Lavoro, dove svolge la mansione di dattilografa. E questo suo mestiere – “il mio lavoro si limita a registrare”, le dice- rappresenta una sorta di eredità. Anche la nipote registra i fatti che, da quando era bambina, le accadono intorno; proprio con lo strumento usato dalla nonna.
“L’eredità più preziosa del lavoro di mia nonna è la sua macchina da scrivere. Una Remington grande e nera, dai tasti consumati, dove la H è difettosa e la A e la C sono scomparse, perché le dita le hanno completamente cancellate. ”
Il libro di Nona Fernández, attraverso una scrittura essenziale e affilata, si propone come un alternarsi di ricordi personali e pubblici, un memento che vuole restituire dignità alle tante persone annientate dalla spietata politica di repressione, una luce che cerca di fugare le tante ombre che ancora oggi minacciano la stabilità sociale del Paese.
Copio il link alla CE, dove potete approfondire la conoscenza dell’autrice, stimata rappresentante della letteratura latinoamericana contemporanea.
http://www.edicolaed.com/it/negozio/al-tiro-it/chilean-electric/
Potete leggere l’incipit qui.
Maledizione, devi smetterla di scegliere libri così belli, di scrivere recensioni che sembrano poesie da quanto sono raffinate (sono atti d’amore verso i romanzi) o verrò sommersa da una wishlist più lunga di Guerra e Pace ;).
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ah ah ah! sei troppo simpatica! grazie davvero delle tue parole, sono la più bella dimostrazione di affetto che potevo ricevere… hai ragione quando dici “sono atti d’amore verso i romanzi”, perché io mi innamoro dei romanzi che leggo, quelli che aggiungono un tassello alla mia vita, e non solo di lettrice… comunque, anche tu non scherzi, ragazza!!
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Grazie, a ri-leggersi allora, tra un colpo di fulmine letterario e l’altro 😉
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Ne ho parecchi segnati sul mio librettino recensiti da te…
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amo gli scrittori cileni e pure il cile, ho parenti a santiago e questo deve essere un gran bel libro…grazie per la segnalazione…
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grazie a te.. il libro è una testimonianza significativa di cosa sia stato vivere quegli anni…
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deve essere molto bello, provvedo, lo vorrei regalare a mia madre…dopo averlo letto!
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allora poi fammi sapere cosa ne pensi!
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senz’altro
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E’ un libro che sicuramente leggerò grazie alla tua presentazione, sempre ricca e particolareggiata.
Parli di linfa vitale, e queste tue parole mi hanno fatto subito prendere in mano la penna e annotare il titolo
Grazie e un augurio di una felice domenica
Adriana Pitacco
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Grazie Adriana, spero che ti piaccia, quando lo leggerai. Buona domenica anche a te, Pina
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Mi aggiungo alla lista. Una per me nuova autrice da conoscere.
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questo è il suo primo romanzo che leggo; proseguirò con gli altri e vi darò conto… ciao Ivana e buona settimana!
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Grazie per questo titolo fuori del comune!
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Un romanzo davvero emozionante!
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