Vi segnalo una prossima uscita che promette una lettura significativa. Sta infatti per approdare nelle librerie, esattamente dal 27 maggio, il nuovo romanzo di Alejandra Costamagna, la scrittrice cilena che ho potuto conoscere grazie alla casa editrice Edicola Ediciones, e di cui vi ho parlato nella recensione della raccolta di racconti C’era una volta un passero. Alejandra Costamagna e Nona Fernández sono due voci davvero potenti, che consiglio vivamente di leggere.

Ho ricevuto la copia stampa, e naturalmente mi ci sono subito buttata a capo fitto. Vi farò presto sapere la mia opinione! Intanto ecco la presentazione del libro:

Il sistema del tatto, di Alejandra Costamagna, Edicola Ediciones 2020, traduzione di Maria Nicola

Costamagna - Cover

Chi sono i figli e i nipoti di chi è partito? Chi sono diventati? A quali luoghi appartengono? Il destino migratorio si esaurisce con la morte di chi è partito? Cerca risposte a questi interrogativi Alejandra Costamagna, una delle più importanti scrittrici
latinoamericane contemporanee, con il suo nuovo libro Il sistema del tatto. Un’opera che segue i tracciati delle nostre vicende collettive: di chi è partito e, sopratutto, di chi è
arrivato.

La storia è quella di Ania, la chilenita, cresciuta in Cile ma di origini argentine e, prima ancora, piemontesi. Il ritorno nel paese dove trascorreva le estati della sua infanzia – per fare le veci del padre al capezzale di uno zio morente – porta Ania a intraprendere un viaggio a ritroso, in direzione contraria ai percorsi migratori della sua famiglia. La sua identità frammentata, costretta sempre ad aggiustarsi e ridefinirsi, perdendosi ogni volta un po’ di più, è parte di un’eredità di sradicamenti e rotture.

Quella di Ania è un’operazione di recupero e ricomposizione delle esigue tracce che le vite dei suoi familiari hanno lasciato indietro, residui scarni di esistenze in bilico. La narrazione acquisisce spessore e rilievo attraverso la giustapposizione del presente della protagonista e di frammenti documentali di varia provenienza. A foto di famiglia e lettere personali, oltre che a un manuale di dattilografia, si aggiunge una fonte particolare: la Guida per l’emigrante italiano alla Repubblica Argentina, che i migranti italiani ricevevano in dotazione e attraverso la quale si impartivano loro norme di comportamento e raccomandazioni. Tanti tasselli che vanno a comporre una storia unica, all’interno della quale ciascun elemento riceve la luce irradiata dagli altri.

Costamagna accompagna i lettori nei percorsi di senso della memoria, discontinui, frammentari e porosi, grazie anche a un gioco del linguaggio che passa dalle invenzioni dei bambini ai fischi degli uccelli, dalle immagini ai refusi battuti a macchina di un uomo fragile che vuole cambiare vita.

«È nata una generazione di scrittrici che promette di mangiarsi il mondo» ha scritto Roberto Bolaño, ponendo in testa a questa nuova generazione, insieme a Lina Meruane e Nona Fernández, Alejandra Costamagna.

 

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La mia recensione