è nel sapore che si celano tesori ben più preziosi della mera sopravvivenza, cosa che Jolanda invece apprese dalla pasticciera di mezzanotte. Concedendosi il piacere di gustare il cibo, Jolanda imparò ad assaporare il momento presente prendendo le distanze dal passato, o almeno dalle parti ingombranti e dolorose.
La pasticciera di mezzanotte, di Desy Icardi, Fazi editore 2023, pp. 336
Cosa dire di questo delizioso romanzo, il capitolo conclusivo della serie dedicata ai cinque sensi, dedicato al gusto? Che, come ci ha abituato Desy Icardi, ci troviamo tra le mani una storia intrigante, con personaggi credibili e ben definiti, con una ambientazione storico-sociale ben centrata e descritta, e uno stile accattivante che sa come catturare il lettore e tenerlo legato alle pagine. La lettura perfetta per le vacanze, poiché è in grado di divertire, intrattenere, e lasciare spazio alle proprie interpretazioni.
E poi perché ritroviamo l’amatissimo avvocato Edmondo Ferro, lettore ormai centenario che tanto abbiamo amato in La fotografa degli spiriti e La biblioteca dei sussurri, e che in questo ultimo atto diventa anche scrittore, deciso a offrire la sua unica opera all’unica lettrice a cui tenga particolarmente, la cara Marianna, che di lui si prende cura anche senza le parole. Con questo progetto di scrittura, scaturito da alcune coincidenze e contingenze, e dal ritrovamento della corrispondenza tra sua madre e una sua amica di lunga data, l’avvocato – scampato alla leva a causa (o per fortuna) del suo fisico gracile – potrà anche ritornare ad un capitolo della sua vita giovanile, quando sua madre era decisa a proporgli il matrimonio con la nipote della sua amica, Jolanda, una bella aristocratica.
Il tutto inquadrato in un episodio storico occorso nella città di Torino, quando, nel 1917, durante la Grande guerra, la città è scossa dai tumulti della cosiddetta rivolta del pane: a ogni angolo di strada vengono innalzate barricate e l’esercito fatica a contenere la furia della folla, stremata dalla fame e dal senso di ingiustizia.
L’avvocato Ferro, progressista e pacifista, simpatizza per i rivoltosi ed è deciso ad aiutarli. Il suo desiderio si concretizza ben presto poiché viene ingaggiato in una mensa clandestina che distribuisce cibo alle operaie in sciopero. Ecco dunque che la storia gira ancora intorno al cibo e al gusto, ai sapori in grado di dare conforto a chi ha bisogno di ogni sostegno per fare fronte alla lotta.
Jolanda è un’aristocratica, bella ma con un caratterino pepato, cresciuta in una famiglia che ha sempre glorificato i privilegi delle classi più agiate sentendosi – anche quando le finanze si sono dileguate – al di sopra di tutti. Il blasone però non basta a garantire un futuro luminoso e agiato, così come non basta la bellezza, e per Jolanda la strada per la felicità è tutta in salita.
Da bambina inappetente quale era, è proprio grazie alla preparazione dei dolci, imparata in circostanze misteriose, che si rivela il grande talento di Jolanda in cucina, un talento che cercherà sempre di celare, e che è legato in parte alle sue vere origini: grazie a Edmondo, ora avrà modo di esibire il suo talento, di trasformarlo in qualcosa di utile, scoprendo una parte segreta di sé che la cambierà per sempre.
Il sapore del cibo, infatti, si trasformerà pian piano in ricordo, nostalgia di anni lontani, fino a diventare sinonimo di pace e normalità. Proprio grazie al cibo, la donna sarà capace di riconciliarsi con il proprio passato e i fantasmi della sua famiglia che spesso tornavano a tormentarla.
In un’Italia ridotta quasi alla fame, in un periodo di crisi e razionamento, il senso del gusto diventa la chiave per la sopravvivenza, elemento nostalgico in grado di tenere vivi i ricordi e la sensazione di benessere legata al passato.
L’unica cosa che mi dispiace è che, forse, non ritroveremo più l’avvocato Ferro, ma, chissà, magari Desy Icardi ci farà una sorpresa…
Qui potete leggere l’incipit del romanzo.
Nata a Torino, città in cui vive e lavora, Desy Icardi è formatrice aziendale, attrice e copywriter. Nel 2004 si è laureata al DAMS e dal 2006 lavora in teatro anche in qualità di autrice e regista.


Ho appena finito di leggerlo…….avevo già letto: la ragazza con la macchina da scrivere e l’annusatrice di libri…
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Pina ti rispondo su questa mail perché non mi faceva rispondere alla mail che mi hai inviato del blog.
Devo dirti che mi è piaciuto molto di più l’annusatrice di libri ,questo l’ho trovato all’inizio molto lento e a tratti noioso , ha iniziato a piacermi verso la fine e il finale l’ho trovato piacevole.
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Grazie per il tuo commento. A me è piaciuta molto la ricostruzione attraverso le lettere tra la madre di Ferro e la zia di Jolanda. Permette di approfondire i legami e il clima familiare e inquadrare i protagonisti. Mi è piaciuto molto anche come ha raccontato i fatti durante la rivolta, dal punto di vista del popolo che vi ha preso parte, e delle condizioni che l’hanno causata.
Nel complesso, credo che il romanzo fornisca molti spunti: il quadro sociale con le differenze di classe, i matrimoni combinati, la nobiltà decaduta, il popolo affamato…
Bello anche il fulcro legato al gusto, al cibo come sollecitatore (esiste sta parola?) di emozioni e ricordi, con il tocco di mistero….
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buon Natale 🙂
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Buon Natale e buone feste
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devo assolutamente leggerlo, grazie pina ❤
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È delizioso
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