Oggi vi propongo due aggettivi che mi piacciono molto.

Algido: /àl·gi·do/, dal lat. algĭdus, der. di algēre «sentire freddo».

– 1. letter. Freddo, gelatoselve ignude Cui l’Orsa algida preme (Leopardi); anche fig., distante, distaccatouna bellezza algida

2. In medicina, stato a., la condizione di algidismo, caratteristica della sintomatologia del colera e di altre gravi malattie infettive.

Algido è un aggettivo poco usato ma molto evocativo, capace di impreziosire una frase. Possiede una marcata eleganza, da registro linguistico elevato. Dunque usare algido significa toccare note di solennità, di distacco. L’uso che si fa di questa parola è prevalentemente figurato: si parlerà di una persona o di un tono algido. In questi sensi usare algido al posto di freddo o gelido esplicita la sfumatura ulteriore di quella distanza e austerità che freddo e gelo, in senso figurato, implicano.

Infingardo: /in·fin·gàr·do/; agg. [affine a infingere, con suffisso spreg.].

– 1. ant. Che s’infinge, che simula, quindi falso, mentitore, o anche, riferito a cose, ingannevole, illusorio. 

2. Di persona che, per cattiva volontà, fugge ogni fatica, ed è molto lenta e pigra nell’operare; fannullone, poltrone.

Vi capita di usare questi aggettivi o di vederli utilizzati?