L’odore dei cortili, di Giuliano Brenna, Il ramo e la foglia edizioni 2024, pp. 264.
La bellissima copertina è opera di Stefano Cipollari, ed è il ritratto dell’attore Thomas Haustein.

In L’odore dei cortili, Giuliano Brenna ci conduce in un intenso viaggio di formazione. Ambientato nel Portogallo del XX secolo, tra la dittatura di Salazar e la rivoluzione dei Garofani, il romanzo segue le vicende di Mattia dalla tenera età all’età adulta. A Lisbona, tra le mura domestiche e le strade della città, Mattia cresce, si confronta con le proprie fragilità e scopre il mondo, cercando di dare un senso alla vita e all’amore.

Il romanzo ci immerge in un’atmosfera densa e coinvolgente, tra le strade di Lisbona e le pieghe dell’animo umano.

Mattia è un ragazzo segnato da un’infanzia spezzata. Cresciuto all’ombra dell’assenza paterna e strappato all’affetto materno in modo violento e improvviso, il suo mondo è crollato come un castello di carte. Il padre, Auguste, figura evanescente e lontana, è un fantasma che aleggia nella sua mente, un mistero che non riesce a risolvere. La madre, Serena, è un’immagine sbiadita, un ricordo dolcissimo e doloroso al tempo stesso. Entrambi sono stati vittime del regime repressivo, per mano della polizia politica. Mattia è dunque costretto a crescere con la zia Clara e suo marito Rui, che, a loro modo, cercano di consolarlo di una perdita incolmabile.

Se il padre, che Mattia non ha mai conosciuto, è una figura più simbolica che reale, diverso è il legame con la madre. La morte violenta di Serena ha gettato Mattia in un vortice di emozioni contrastanti. La rabbia, la nostalgia, il senso di colpa si intrecciano in un groviglio inestricabile. Si sente abbandonato, tradito, come se un’ingiustizia cosmica si fosse abbattuta su di lui. La domanda che lo tormenta è: perché proprio io? Dove ho sbagliato?

L’assenza di entrambi i genitori ha lasciato un vuoto profondo nel suo cuore. La figura paterna rappresenta un enigma, un desiderio di contatto mai soddisfatto. La madre, invece, è una presenza costante nei suoi pensieri, una ferita aperta che non smette di sanguinare.

Mattia è un ragazzo introverso e solitario, che tende a rifugiarsi nei suoi pensieri. La sua vita è segnata da un profondo senso di tristezza e di amarezza. Tuttavia, sotto questa corazza di dolore, si cela un animo sensibile e fragile, che cerca disperatamente un senso a tutto ciò che gli è accaduto, intrecciando relazioni complesse e contraddittorie.

Attraverso gli incontri con Nuno, Ana, Lisandro e il Capitano Green, Mattia intraprende un percorso di crescita doloroso ma necessario. Ognuno di questi personaggi, portatore di un bagaglio emotivo unico, lo aiuterà a confrontarsi con il proprio passato e a scoprire aspetti nascosti della sua personalità. Le relazioni, intrecciate con la storia politica del Paese, diventano lo specchio attraverso cui Mattia impara a conoscere se stesso e a trovare un posto nel mondo.

Il Capitano Green è un personaggio centrale, che incarna le contraddizioni di un’epoca. Uomo di legge al servizio di un regime oppressivo, ha interiorizzato i valori e le ideologie che lo hanno plasmato, ma al contempo ne è profondamente segnato. La sua figura, speculare a quella di Mattia, è un ritratto vivido di un uomo diviso tra lealtà e rimorso, tra dovere e desiderio.

Il passato del Capitano è un fardello che porta con sé. Gli anni trascorsi nella PIDE lo hanno reso un uomo duro, abituato alla violenza e all’oppressione. Tuttavia, sotto questa corazza si nasconde un’anima tormentata, segnata dai crimini commessi in nome di un ideale che ora considera illusorio. La sua sottomissione al regime, inizialmente motivata da un senso del dovere e da una fede cieca nell’ideologia, si è trasformata in una dipendenza, in un meccanismo di difesa che lo ha reso incapace di opporsi.

L’incontro con Mattia rappresenta per il Capitano un punto di svolta. Nel giovane, vede riflessa una parte di sé stesso: un uomo ferito, alla ricerca di un senso. Questa affinità, unita alla solitudine che lo attanaglia, lo spinge a instaurare con Mattia un rapporto complesso e ambiguo.

La redenzione per il Capitano è un concetto sfuggente. Consapevole dei propri errori, desidera ardentemente riscattarsi, ma il peso del passato lo paralizza. La sua figura diventa così la rappresentazione di un’umanità ferita, incapace di liberarsi completamente dalle proprie catene.

Il Capitano Green non è solo un personaggio, ma anche un simbolo di un’epoca. Incarna le contraddizioni di una generazione che ha vissuto sotto la dittatura, costretta a compiere scelte difficili e a convivere con le conseguenze delle proprie azioni. La sua storia è la storia di tanti uomini e donne che hanno cercato di sopravvivere in un mondo ostile, spesso sacrificando la propria umanità.

L’odore dei cortili è molto più di un romanzo di formazione. È un’immersione profonda nella psiche di Mattia, un ragazzo e poi un uomo che cerca di ricucire i pezzi di un’esistenza frantumata. Il passato, con le sue ombre e le sue ferite, incombe pesantemente sul presente, ma è proprio attraverso il confronto con le proprie radici che Mattia potrà finalmente liberarsi e guardare al futuro con rinnovata speranza.

La prosa di Brenna è intensa ed evocativa, la lingua precisa e ricercata, capace di trasmettere al lettore tutte le sfumature dei sentimenti dei personaggi, le ambientazioni. Le descrizioni della Lisbona degli anni ’60, ’70 e ’80, con i suoi vicoli stretti e i suoi cortili nascosti, il cibo, i profumi, creano un’atmosfera unica e coinvolgente.

L’odore dei cortili è un romanzo che tocca temi universali come l’amore, la perdita, la ricerca dell’identità. È un libro che invita alla riflessione e che lascia un segno indelebile nel cuore del lettore.

Se anche voi amate questa città e cercate romanzi che vi siano ambientati vi suggerisco di dare un’occhiata al mio post Viaggio letterario a Lisbona.

Giuliano Brenna (fotografia di Roberto Maggiani)

Giuliano Brenna è nato nel 1966 a Tradate, in provincia di Varese. La sua grande passione è la lettura; l’opera proustiana ha un posto speciale tra gli scaffali della sua libreria. Accanto alle lettere trova posto la passione per l’enogastronomia, alcune sue ricette sono pubblicate nel volume Alta pasticceria – golosi tutto l’anno, curato da Valeria Arnaldi (2013). È cofondatore della rivista letteraria libera LaRecherche.it di cui cura la sezione narrativa dei “Libri Liberi”; in particolare ha curato le antologie proustiane dal 2010 al 2021; sulla stessa rivista ha pubblicato numerose recensioni. Ha tradotto le poesie di Anna de Noailles, pubblicate su varie riviste e ne ha raccolto una piccola selezione in un volume dal titolo Le passioni, LaRecherche.it, (2016). Suoi racconti sono stati pubblicati su riviste on line e cartacee, tra cui “L’area di Broca”, “Quaderni proustiani”; con il racconto L’orfanatrofio ha vinto il “Premio Città di Conza” nel 2018. Ha pubblicato: per LaRecherche.it, le raccolte di racconti Ricette in brevi storie (2007) e Luoghi comuni (2010); per Virginia Edizioni, il romanzo Briscoe Hall (2020).