Non ti ho mai chiamato tatà. Non ci è mai passato per la testa, né a me né a te. Se non sbaglio comincia così il discorso che ho scritto per te. Ce l’ho qui nella borsa, ma non te lo leggerò adesso, tornerò dopo. Oggi la cosa più importante è il saluto che tutti ti rivolgiamo, è la presenza dei tuoi amici qui e ora. Ci siamo messi in viaggio, Colette cara, e vorrei ringraziarti, perché grazie alla tua seconda morte mi hai riportato alla vita. Un giorno ti spiegherò, verrò qui a raccontartelo e saremo solo noi due.
Pag.412
Tatà, di Valérie Perrin, e/o edizioni 2024, traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca, pp. 608
Da quando è approdato nelle librerie, il nuovo romanzo di Valérie Perrin Tatà domina le classifiche in tutti i paesi in cui è pubblicato. La capacità dell’autrice di intrecciare storie complesse e coinvolgenti, con personaggi indimenticabili, ha conquistato i lettori. Come in Cambiare l’acqua ai fiori, la morte è un tema centrale, ma qui si intreccia con la memoria e l’identità, creando un mosaico narrativo affascinante. Agnès e sua zia Colette ci portano in un viaggio emozionante attraverso il tempo, dove passato e presente si fondono in un’unica, potente storia. La scrittura, ricca di sfumature e capace di emozionare profondamente, dà forma ad una costruzione narrativa complessa, sviluppata su più livelli narrativi, con diverse voci e stili, trascinando il lettore in un mondo fatto di segreti, passioni e misteri.
Il 21 ottobre 2010, in crisi a causa della dolorosa separazione dal marito, Agnès Septembre, regista cinematografica di successo ora però a corto di ispirazione, riceve una telefonata dal capitano Cyril Rampin che le annuncia la morte di sua zia Colette. La donna però risulta sepolta da tre anni nel cimitero di Gueugnon. Agnès, che al tempo si trovava a Los Angeles per lavoro, non aveva partecipato al funerale della sua unica zia di cui era la sola nipote. Tornata a vivere a Parigi aveva però più volte visitato insieme alla figlia Ana quella tomba di marmo grigio.
Convocata per il riconoscimento del cadavere nel paesino dove era solita trascorrere da bambina le vacanze, Agnès deve arrendersi all’evidenza, per quanto assurda: la donna adesso scomparsa è proprio la zia e da subito si accende il mistero. Chi è la persona sepolta sotto quella lapide? E cosa è successo nei tre anni in cui tutti credevano Colette defunta?
A Guegnon, Agnès ritrova non solo il corpo della zia Colette, ma anche un’eredità inaspettata: una valigia piena di cassette. Dodicimila minuti di registrazioni che svelano una storia familiare intricata e dolorosa, fatta di talenti nascosti, lutti, amori proibiti e segreti di famiglia. Un passato che Colette aveva custodito gelosamente fino all’ultimo, e che ora tocca ad Agnès scoprire.
Le audiocassette diventano un ponte tra Agnès e sua zia Colette. Ascoltando la voce della donna, la regista riscopre un legame profondo e scopre un lato di lei completamente inaspettato. La figura di Colette, inizialmente distante e misteriosa, si trasforma in una presenza familiare e affettuosa. Il lettore, complice di questo ritrovato legame, viene coinvolto in un’emozionante viaggio alla scoperta di una storia di famiglia straordinaria.
In Tatà, come del resto nei suoi precedenti romanzi, Valérie Perrin intreccia magistralmente temi universali come la morte, la memoria, l’amicizia, la famiglia e l’amore, creando un tappeto narrativo ricco e stratificato. La morte, spesso vista come un punto di arrivo, diventa in questo romanzo un nuovo inizio, un’opportunità per riscoprire sé stessi e i propri affetti.
L’amicizia, come in Tre, si rivela un pilastro fondamentale, mentre la famiglia, intesa in senso ampio, va oltre i legami di sangue, includendo legami affettivi e storie condivise. La memoria, invece, diventa una bussola che orienta il presente e il futuro, permettendo di tracciare nuove rotte.
La musica, in Tatà, è un elemento chiave, un’ancora di salvezza che accompagna i personaggi nel loro percorso. L’autrice, da sempre sensibile al tema del rispetto degli animali, dedica ampio spazio al rapporto tra uomo e animale, esplorando temi come l’abbandono e l’adozione. La sua passione per il mondo animale, testimoniata dal suo impegno come madrina di un rifugio, si riflette in modo profondo nel romanzo. La Perrin, inoltre, conferma il suo talento nel mescolare i generi, dando vita a un romanzo che oscilla tra il giallo e la narrazione intimistica, senza mai perdere di vista la sua delicata grazia.
Tatà è un romanzo-matrioska che, come un’indagine intima, ci conduce attraverso i meandri della vita degli altri per svelarci, strato dopo strato, la complessità della nostra. Un viaggio introspettivo ambientato nei luoghi dell’infanzia dell’autrice, dove ricordi, emozioni e relazioni si intrecciano in un affascinante mosaico. Con una scrittura delicata e sensibile, l’autrice dà voce a personaggi che, in apparenza marginali, rivelano la loro umanità più profonda, mentre colpi di scena inaspettati illuminano il passato con una luce nuova. Un’opera che ci invita a guardare oltre le apparenze e a scoprire la bellezza imperfetta dell’esistenza, in un continuo dialogo tra il personale e l’universale.
Recensione di Cambiare l’acqua ai fiori
Recensione di Tre

Valérie Perrin è autrice di quattro romanzi. Il suo primo libro, Il quaderno dell’amore perduto, ha vinto il premio Choix des Libraires Littérature 2018, oltre a una decina di premi nazionali. Cambiare l’acqua ai fiori, suo secondo romanzo, ha vinto diversi premi, tra cui il Prix Maison de la Presse 2018, ed è stato un successo internazionale. La terza opera pubblicata dall’autrice, Tre, ha vinto il premio Babelio nel 2022. In totale, i libri di Valérie Perrin hanno conquistato più di 3 milioni di lettori francesi e sono stati tradotti in 40 lingue. In Italia i suoi libri hanno venduto oltre 1.500.000 copie. Le Figaro l’ha inserita nella lista degli autori francesi che hanno venduto più libri nel 2019 e nel 2022.


Letto durante le vacanze di Natale. Lo metto al secondo posto dopo cambiare l’acqua ai fiori
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Io al terzo, gli preferisco Tre. Comunque bello. Ho fatto 7n pochino fatica all’inizio, mi sembrava troppo frammentato. Poi ho preso il ritmo, mi ha tirato dentro, come si suol dire.
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Tre e tata se la giocano.
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