Quello è stato l’ultimo bel giorno della sua vita. Poi loro tre si sono persi di vista e il tempo ha cominciato a sembrarle interminabile. Vuoti, silenzi e assenze si erano intromessi fra le telefonate e le rimpatriate, e lei aveva messo via quel romanzo la cui quarta di copertina l’aveva lasciata dubbiosa e incerta. È come se avesse mancato Adrien senza accorgersene. Ci sono libri, e anche incontri, che sono come occasioni perse. Passiamo accanto a storie e persone che avrebbero potuto cambiarci la vita senza vederle a causa di un malinteso, di una copertina, di un riassunto sbagliato, di un atteggiamento prevenuto. Per fortuna certe volte la vita insiste. (pag. 450)

Tre, di Valérie Perrin, E/O Editore 2021, traduzione di Alberto Bracci Testasecca, pagg.620

Il nuovo romanzo di Valérie Perrin è la storia di tre amici, Adrien Bobin, Étienne Beaulieu e Nina Beau, che seguiamo dalla prima infanzia fino all’età adulta. La loro amicizia è strettamente coesa, un legame profondo come fossero due fratelli e una sorella elevati al quadrato perché si sono scelti l’un l’altro. Il loro legame, nato sui banchi delle elementari e progredito durante l’adolescenza sembra indistruttibile. Ma la vita non è sempre disposta a dare, più spesso lo è a togliere.

Dei tre, Étienne è il più irriverente, Adrien il più suscettibile e Nina la più sensibile. (..) È come se per Étienne lei fosse un territorio neutro, senza genere. «Sono la tua Svizzera» gli dice spesso Nina. (pag. 123)

La storia emblematica che Perrin mette in scena è un romanzo sulle illusioni e le speranze della giovinezza, e sul difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta; parla anche del valore e della fragilità dei giuramenti e della consapevolezza che non conosciamo mai del tutto i nostri amici, anche quando viviamo praticamente con loro.

In Tre troviamo il romanticismo dell’amicizia, la sua forza e i suoi difetti; quello delle relazioni umane, nei loro risvolti più gioiosi e in quelli più oscuri; quello dei segreti, della loro necessità e delle loro conseguenze. Dalle elementari al liceo, Valérie Perrin racconta una bellissima amicizia che inizia nel 1987 e viene narrata fino al 2018, facendo avanti e indietro tra passato e presente; racconta la vita dei tre protagonisti attraverso tanti piccoli quadretti/capitoli. È un romanzo che crea dipendenza, uno di quelli che non vogliamo lasciar andare fino all’ultima pagina. Un inno all’amicizia, all’infanzia e anche un meraviglioso romanzo d’amore. Un romanzo che affronta temi seri con modestia e delicatezza, una storia fatta di giuramenti, una promessa di fedeltà, un romanzo di speranze e delusioni, di formazione e di ricerca della propria identità.

Valérie Perrin ha un talento per la narrazione e la sua trama è perfettamente costruita dal narratore-regista, il personaggio enigmatico di Virginie, che sembra molto vicina ai tre amici, con i quali ha condiviso tutto il passato. Dai banchi di scuola su cui cementano il loro legame fino alla fine dell’adolescenza, i tre pensano che, grazie alla loro amicizia, non saranno più soli, potendo contare l’uno sull’altro. Un’amicizia fraterna e indistruttibile. Fanno un giuramento per siglare la loro amicizia:

Oltre che dall’amicizia incrollabile sono legati dalla musica e dai testi delle canzoni che passano intere ore a comporre, vincolati da un progetto di futuro che niente e nessuno potrà ostacolare: andare tutti e tre a Parigi appena finito il liceo. Prenderanno un appartamento, si divideranno l’affitto, faranno lavoretti qua e là e finiranno sul palcoscenico dell’Olympia. (pag. 123)

La loro promessa è però minacciata dalle prove di cui ogni esistenza è disseminata. Ciò che costituisce il punto di svolta della rottura che lentamente si consumerà tra loro è l’incidente del nonno di Nina. La drammatica perdita dell’unico bastione familiare su cui Nina si poggia, sconvolge molti equilibri. A questo si sovrappone l’epilogo della relazione tra Étienne e la sua fidanzata Clotilde, che improvvisamente sparisce dopo un drammatico confronto con lui, e il cui corpo verrà ritrovato solo nel 2017, in un’auto sepolta nel lago. Un fantasma che perseguiterà Étienne a lungo e che dà alla trama un tocco di mistero. Adrien, dal canto suo, si chiude ancora di più in se stesso, si nasconde a Parigi dove, con uno pseudonimo, pubblica con successo il suo romanzo autobiografico: un altro punto di rottura che lo allontanerà dall’amico Étienne.

La vita, nella sua imprevedibilità, lascia spesso disarmati di fronte ad eventi che cancellano le sicurezze; i difetti interiori di Nina, Étienne e Adrien, che hanno caratteri e reazioni diverse, si allargheranno improvvisamente e li faranno crescere in modo diverso a partire da questo evento. Ognuno ora dovrà affrontare, a modo suo, ciò che lo perseguita dentro, diventando adulto. Per Nina è l’abbandono della madre, per Étienne è l’indifferenza che il padre gli mostra e per Adrien è la ricerca della sua identità. La morte di Pierre Beau è il catalizzatore che fa esplodere il loro trio, che sconvolge questo equilibrio tra i tre, che in precedenza avevano pensato fosse indistruttibile. Nina era il nucleo attorno al quale si erano uniti Étienne e Adrien, era il legame, il collante tra loro. Dissociandosi, Nina, rimanda gli altri due ai propri tormenti e alla propria solitudine. Cosa riserverà loro la vita da adulti? Riusciranno a ritrovarsi nel mare tempestoso delle loro singole esistenze?

siamo come quei fratelli e sorelle che si ritrovano dopo una separazione e hanno esattamente gli stessi riflessi di prima. Basta liberare gli adulti che sono stati bambini insieme e subito torna a galla l’infanzia”(pag. 532)

Molti dunque i temi che l’autrice esplora attraverso la narrazione di queste tre vite: l’amicizia come legame fondante, il lutto, l’amore, il concetto di famiglia declinato attraverso tutte le forme, la ricerca della propria realizzazione, la ricerca dell’identità sessuale, la protezione degli animali.

Tre è scritto e congegnato magistralmente, tanti fili intrecciati piano piano si dipanano dando forma alla storia, con uno stile fluido, non inamidato, liscio, che combina dialoghi e descrizioni in una struttura narrativa che si sposta avanti e indietro tra epoche diverse, ben costruita ed efficace. La lettura di Tre è accompagnata da immagini forti che si percepiscono così vividamente che si ha l’impressione di “vedere” scene di un film. Quindi, possiamo già immaginare che ci sarà una trasposizione cinematografica…

“Il mare è acqua che vibra” pensa Nina, “acqua che inspira ed espira”. Il colore non le ricorda niente che abbia già visto. Nella realtà è molto più bello che sulle cartoline o in televisione. È impressionante, paradossale, affascinante e allo stesso tempo inquietante, esattamente come l’idea che si è fatta Nina della libertà. (pag. 117)

La colonna sonora del romanzo anni ’80/’90 è l’impalcatura scenica su cui poggia tutto il romanzo. Una quinta fantastica, che immerge il lettore nelle atmosfere musicali di quegli anni. Un manuale musicale pieno di nostalgia per chi quegli anni li ha vissuti e una opportunità di scoperte per i giovani di oggi.

Qui vi ho parlato di Cambiare l’acqua ai fiori, romanzo cult dell’autrice.