Paul Murray con il romanzo Il giorno dell’ape (Einaudi), vince la dodicesima edizione del Premio Strega Europeo. Il riconoscimento è stato assegnato anche a Tommaso Pincio, traduttore del libro vincitore, quale segno tangibile dell’importanza che hanno le traduzioni come strumento di dialogo culturale. La premiazione ha avuto luogo presso il Circolo dei lettori, a Torino.

Vi ho parlato di questo romanzo che ho molto apprezzato nella recensione che trovate QUI.
Ecco una sintesi:
Il giorno dell’ape ci trasporta in un ventunesimo secolo di sconcertante familiarità, dove la famiglia Barnes, un’oasi di apparente perfezione nella quiete rurale a un passo dalla dinamica Dublino, è ritratta con pennellate ora luminose, ora intrise di amarezza. La facciata immacolata della famiglia Barnes, prima simbolo di prosperità e armonia nel loro angolo di campagna irlandese, inizia a incrinarsi sotto il peso di una realtà implacabile. Dickie, l’uomo d’affari di successo, vede il suo impero automobilistico sgretolarsi, un’eco del tracollo economico che scuote l’intera nazione. La sua voce, un tempo forte e sicura, si affievolisce, sostituita da un silenzio carico di disperazione. Imelda, la donna dalla bellezza diafana, si trova a fare i conti con un mondo in cui il lusso e l’apparenza perdono il loro valore. Le sue giornate, un tempo scandite da acquisti esclusivi e serate mondane, si trasformano in una corsa contro il tempo per salvare il salvabile. Cass, l’adolescente con la testa piena di sogni letterari, osserva impotente il crollo del suo mondo, mentre PJ, il fratello enigmatico, si rifugia in un mondo interiore, distante dalla tempesta che infuria intorno a lui.
Il romanzo, lungi dall’essere una confortevole saga familiare, si trasforma in un’esplorazione cruda e realistica delle fragilità umane, un viaggio nel cuore di una famiglia costretta a reinventarsi in un mondo che non perdona.
La narrazione, intrisa di realismo e venata di un’ironia amara, ci costringe a confrontarci con le nostre stesse fragilità, con la precarietà di un’esistenza in cui nulla è dato per scontato.
In un mondo che celebra l’apparenza e il successo, questo romanzo ci ricorda che la vera forza risiede nella capacità di reinventarsi, di trovare la luce anche nell’oscurità più profonda. Il giorno dell’ape non è solo la storia di una famiglia, ma lo specchio di una società che, nel suo affannoso inseguimento della perfezione, rischia di smarrire la propria umanità.

Anche quest’anno il Premio Strega Europeo ha confermato la sua collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, dove le autrici e gli autori selezionati hanno presentato le loro opere tra il 15 e il 18 maggio.
Il libro premiato ha ottenuto 11 voti tra quelli espressi dalla giuria composta da 25 scrittrici e scrittori italiani vincitori e finalisti del Premio Strega: Marco Amerighi, Silvia Avallone, Marco Balzano, Giuseppe Catozzella, Benedetta Cibrario, Mario Desiati, Paolo Di Paolo, Donatella Di Pietrantonio, Claudia Durastanti, Paolo Giordano, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Lia Levi, Melania G. Mazzucco, Daniele Mencarelli, Marco Missiroli, Matteo Nucci, Valeria Parrella, Romana Petri, Sandra Petrignani, Veronica Raimo, Antonio Scurati, Elena Stancanelli, Domenico Starnone, Sandro Veronesi.
Il premio è offerto dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci. Il premio di pari entità al traduttore è offerto da BPER Banca.

Il Premio Strega Europeo nasce nel 2014 in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea per diffondere la conoscenza di alcune tra le voci più originali e rilevanti della narrativa contemporanea e per sottolineare il ruolo della letteratura come momento di conoscenza reciproca oltre i confini che delimitano le nostre nazioni.
È promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e dall’azienda Strega Alberti Benevento, in collaborazione con BPER Banca, Salone Internazionale del Libro e Fondazione Circolo dei lettori di Torino, media partner RAI, sponsor tecnici Librerie Feltrinelli e SYGLA.
I libri premiati nelle scorse edizioni; i link indirizzano alle mie recensioni:
- 2024
Neige Sinno, Triste Tigre, tradotto da Luciana Cisbani (Neri Pozza). - 2023
Emmanuel Carrère, V13, tradotto da Francesco Bergamasco (Adelphi). - 2022
Amélie Nothomb, Primo sangue, tradotto da Federica Di Lella (Voland).
Mikhail Shishkin, Punto di fuga, tradotto da Emanuela Bonacorsi (21lettere). - 2021
Georgi Gospodinov, Cronorifugio, tradotto da Giuseppe Dell’Agata (Voland). - 2020 Judith Schalansky, Inventario di alcune cose perdute, tradotto da Flavia Pantanella
- (nottetempo).
- 2019
David Diop, Fratelli d’anima, tradotto da Giovanni Bogliolo (Neri Pozza). - 2018
Fernando Aramburu, Patria, tradotto da Bruno Arpaia (Guanda). - 2017
Jenny Erpenbeck, Voci del verbo andare, tradotto da Ada Vigliani (Sellerio). - 2016
Annie Ernaux, Gli anni, tradotto da Lorenzo Flabbi (L’orma). - 2015
Katja Petrowskaja, Forse Esther, tradotto da Ada Vigliani (Adelphi). - 2014
Marcos Giralt Torrente, Il tempo della vita, tradotto da Pierpaolo Marchetti (Elliot).


Un altro libro che devo leggere…
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