Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Giù nella valle

INCIPIT

Era una femmina che non aveva ancora visto il suo secondo inverno, né altro mondo che l’autorimessa lungo la provinciale. Da sola, sul retro dell’officina, giocava col brandello di un vecchio copertone: lo mordeva, lo lanciava, correva a riprenderlo, quando si accorse di avere spettatori. Dalla cava di ghiaia lì accanto era comparso un cane grigio, che la guardava. C’era il fiume da quella parte, anche se in autunno era in magra e non ci voleva molto ad attraversarlo. Posò il pezzo di gomma per cercare nell’aria l’odore di quel maschio, ma come alzò il muso ne vide altri tre spuntare dal mucchio di rottami. Tre pastori con il pelo infangato e il campanello nel collare, e questi invece li conosceva. Di giorno custodivano le pecore, pascolando le stoppie nei campi e l’erba intorno ai capannoni, e di sera si aggiravano in cerca di qualcosa da rubacchiare. Ma adesso non erano lì per il cibo, erano lì per lei. La femmina sapeva e non sapeva perché erano venuti. A poco più di un anno di età, questo nuovo interesse dei maschi nei suoi confronti faceva parte delle cose che stava imparando in fretta, cose eccitanti e pericolose come i falò che i ragazzi accendevano in estate, o la corrente del fiume che una volta l’aveva quasi portata via.

Paolo Cognetti

Recensione