Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

La clavicola di San Francesco

INCIPIT

Uno dei must della nostra infanzia era il Gioco della Luna. Negli anni ne abbiamo provate un paio di varianti ma la versione beta la conoscevano tutti: “Se il mondo finisse domani e tu potessi salvare dieci cose, dieci e basta, quali porteresti sulla luna?” Carta igienica e vestiti sono in dotazione e puoi scegliere di caricare un aliante (Marco), una scorta di Biancorì a vita (Giulia) e persino i tramonti, se devi (il Duca). Quelle fughe dall’Apocalisse avevano un sapore gioioso e insieme malinconico e ogni volta ci ingegnavamo per stupirci. L’unico elemento che ci accomunava erano i fumetti di Calvin&Hobbes, a cui tutti riservavamo un posto d’onore sui nostri shuttle. Leggevamo le loro strisce su una rivista che Seb riceveva dal padre. Seb per Sebastiano, anche perché Seee-baaa-stiaaaa-no era infinitamente lungo per giocare. Ma anche anni dopo, quando già si dava un tono, in seminario, nella sua stanza trovai quattro vignette ingiallite, appuntate al muro. Un seienne col testone e un bel ghigno sociopatico che parla a un tigrotto di pezza: “Pensi che le tigri vadano nello stesso paradiso degli uomini? Voglio dire, in Paradiso devono essere tutti felici, no? Ma la gente non è felice se teme di essere mangiata… d’altra parte il Paradiso non sarebbe bello senza tigri”. Pausa riflessiva, poi Clavin si illumina. “Forse le tigri in Paradiso, non mangiano le persone!” “Ma allora noi non saremmo felici!”

Daniele Nadir

Recensione

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: