Una cosa era pensare a una storia rocambolesca, persino verosimile, un’altra crederci. Sino a quel momento le avventure di Seb non erano state che una versione adulta delle nostre scorribande. E poi: bam! Il sito ufficiale dei frati conferma ogni cosa candidamente. Per Giulia non era che una prova fra tante. Per me cambiava tutto. Insomma: la storia della Clavicola poteva essere vera. (pag. 237)

La clavicola di San Francesco, di Daniele Nadir, 21 lettere edizioni 2020, pagg. 475

Dopo avere proposto ai lettori alcuni libri stranieri davvero interessanti (ve ne ho parlato Qui e Qui) il primo romanzo italiano pubblicato dalla giovane casa editrice 21 lettere è un’opera davvero originale e avvincente. Un libro stratificato in cui si sovrappongono le caratteristiche del romanzo d’avventura e del thriller apocalittico, impreziosite da una originale ricerca storica su un mistero di carattere religioso.

Insomma, come potete capire, uno di quei romanzi che intrigano il lettore e non smettono di stupire dall’inizio alla fine. Il narratore è Fabio: è orfano e viene cresciuto nel collegio gesuita di Santa Maria Maggiore, la Base, come la chiamavano i ragazzi. Il collegio si affacciava dal colle del Gianicolo su una Roma che i ragazzi poco frequentano, dato che la maggior parte del tempo li vede impegnati nelle attività di studio e di preghiera all’interno. Come spesso accade, i religiosi investono sulla loro formazione sperando che qualcuno si incammini al seminario. Il romanzo prende avvio quando erano bambini e, tra preghiere e punizioni, si inventavano giochi e ne combinavano parecchie, tra furti “giusti” e “sparizioni creative”. Fino alla mitica scena che valse il soprannome di Duca ad uno di loro. Tra loro si chiamavano I Magnifici Sette: Fabio, il Duca, Sebastiano, sua sorella Giulia, Marco, Caterina e… il settimo componente dovrete scoprirlo voi….

Fabio e il Duca a sedici anni lasciano il collegio e si stabiliscono a Torino dove si arrangiano a mettere insieme i soldi per vivere e per pagarsi un alloggio: il Duca suona una tastiera e Fabio si specializza a scrivere tesi di laurea per gli altri. I magnifici sette si riuniscono in una sola occasione, quando Giulia prende i voti. C’era anche Sebastiano e indossava un saio: era diventato frate francescano. Alcuni del gruppo, si sono rivisti un’ultima volta, per una cerimonia non felice.

Nadir la clavicola copertina intera

(foto: bellissima copertina del libro per intero: quando si dice corredare un’opera con la perfetta presentazione!)

Finché un giorno Giulia si presenta a casa del Duca in jeans e maglietta, con una strana espressione… Sebastiano è sparito diciannove anni prima. Il Duca aveva ricevuto una sua visita a Torino, e da lì in poi, nessun contatto. Giulia sapeva che si era unito ad un gruppo di francescani, che vivevano in una cascina mantenendosi con i lavori nei campi e l’ospitalità ai pellegrini di passaggio. Giulia, in quegli anni, viveva in un monastero presso Roma e le poche volte che riusciva ad andare da suo fratello, lo trovava strano, un po’ estraniato nel contesto. Il suo cruccio era l’atteggiamento degli uomini verso gli animali; il fatto che se ne servono come se fossero oggetti, non pensando alle sofferenze inflitte. Il rapporto uomo-animali, e più in generale l’atteggiamento verso la natura (o come si direbbe, il Creato) è uno dei temi cardine del romanzo: lo troviamo disseminato lungo il racconto come un filo che tiene legati insieme i personaggi e le loro rocambolesche avventure e ideali.

“E un giorno, proprio quando l’orizzonte aveva iniziato ad accendersi, Seb aveva detto: È possibile capire il grado di civiltà di un popolo da come tratta gli animali.” Einstein citato al pari delle Scritture mentre una luce primordiale attraversava il cielo come una lastra di cristallo. La perfetta dispersione dei colori su un mondo che prende forma e vita. (pag 90)

Sebastiano si era recato in visita ad Assisi nel settembre del 1997, proprio quando la città fu scossa da un forte terremoto. Da quel momento di Sebastiano/frate Elia si persero le tracce. Ma il giorno in cui avvenne il terremoto non era un giorno qualunque….

Il racconto procede su registri temporali e geografici diversi. Fabio, Giulia e il cagnolino Pongo si mettono sulle sue tracce, cercando di ricostruire e ripercorrere i suoi passi. Si scopre che Sebastiano era impegnato nella ricerca di una misteriosa reliquia, la clavicola di San Francesco, tenuta nascosta dallo Stato del Vaticano. La storia di questa reliquia ha molti lati oscuri e nasconde un enigma; proprio quello che Sab vuole sciogliere perché pare che attraverso la clavicola i seguaci di Francesco avrebbero potuto proteggere gli animali. Dunque Seb, prima della sua sparizione, era a un passo (o forse oltre?) dall’aver scoperto l’arcano. Per Fabio e Giulia non è facile mettere insieme le poche tracce, che all’inizio consistono in una polaroid che ritrae un affresco e una frase: “Andrà tutto bene. S.”

La ricerca di Seb/frate Elia si trasforma in una temeraria avventura, tra reale e fantastico; partiti da Torino, transitati per Assisi, i due (anzi, tre, compreso Pongo) si muovono verso un’isola irlandese molto enigmatica, alle porte di un minaccioso monastero. Il racconto passa attraverso un diario – scritto da Fabio – e l’asse temporale del presente del romanzo, facendo sfilare davanti al lettore eresie, francescani soppressi, biblioteche, animali e inquietanti emissari del Vaticano. E Seb? Riusciranno a ritrovare l’amico e fratello? Cosa gli è successo? Di più non vi dico, perché la trama è tutta da percorrere e da godere.

Da questo originale romanzo emergono due elementi chiave: il valore dell’amicizia e l’amore per gli animali. Credo però che il messaggio fondamentale del libro, passando attraverso la folle lucidità visionaria di Sebastiano e prendendo spunto dall’esempio di san Francesco e del suo Cantico delle Creature, sia quello di consegnare a noi esseri umani un messaggio di rispetto e amore verso tutte le creature. Un augurio per una pacifica convivenza.

Vi segnalo questa articolata intervista in cui l’autore approfondisce gli aspetti chiave del romanzo. Si entra un po’ più nel dettaglio della trama quindi il mio consiglio è di leggerla dopo avere letto il romanzo.

Qui potete leggere l’incipit.