Qualche tempo fa vi avevo proposto un Viaggio letterario con le piante, un tour attraverso i libri che ci raccontano le loro storie; oggi, invece, vorrei riscoprire con voi alcuni miti greci che coinvolgono proprio le piante. Come sappiamo, i Greci avevano una predilezione per attribuire un’origine divina a tutto ciò che riguarda i fenomeni naturali e il mondo vegetale. Ecco quindi che hanno creato miti sull’origine delle piante e sui loro nomi, narrazioni in grado di nobilitare le piante così affascinanti che sono giunti fino a noi. Miti che ritroviamo anche in tanta letteratura, o che, come nel caso di Narciso – il giovane che si innamorò della propria immagine riflessa nell’acqua di un laghetto e che, per raggiungerla, annegò; Eros, impietosito, lo trasformò nel solare fiore – sono entrati nel linguaggio comune ad indicare, per antonomasia, un carattere personale.
Vediamone alcuni:
ROSA ROSSA – MITO DI ADONE E AFRODITE. Adone, nato dall’unione incestuosa di Mirra con il padre Cinira, fu amato follemente da Afrodite. Ares, dio della guerra, geloso dell’amore che la Dea aveva per il giovane, lo fece uccidere da un cinghiale durante una battuta di caccia. Dal sangue di Adone sembra che nacquero gli anemoni e dal sangue di Afrodite, corsa tra i rovi a soccorrere l’amato nacquero le rose rosse. In realtà le rose bianche esistevano già ed erano un fiore sacro ad Afrodite ma da quel momento, per il sangue di Afrodite addolorata, diventarono rosse.
GIRASOLE – MITO DI CLIZIA. Clizia, figlia di Oceano, era una giovane ninfa perdutamente innamorata di Apollo, il Dio Sole, che la sedusse per un breve periodo ma che poi ne rifiutò l’amore. Quando il Dio cominciò a dimenticarsi di lei, Clizia non si rassegnò: stava seduta giorno e notte in un campo a guardare il suo amato che attraversava il cielo dall’alba al tramonto e con la testa sempre in su ne seguiva il percorso senza mai distogliere lo sguardo. Lentamente il suo corpo, deperito per la fame e per la sete, iniziò a cambiare forma trasformandosi nel fiore del girasole; ma anche dopo la metamorfosi Clizia non smise mai di guardare il sole nel cielo. Per questo il girasole segue l’andamento del sole in ogni momento della giornata.

GIGLIO – MITO DI ERA ED ERACLE. Zeus dopo aver concepito Eracle con la mortale Alcmena tenta di conferire al bimbo l’immortalità attaccandolo al seno della moglie Era mentre essa dorme perché solo allattati con latte divino i figli generati da un Dio e da una mortale possono ottenere la vita eterna. Ovviamente Era si sveglia e si dimena facendo schizzare alcune gocce di latte in cielo e altre in terra: dalle gocce finite in cielo nacque la Via Lattea, da quelle finite al suolo i bianchi fiori del giglio.

ACANTO – MITO DELLA NINFA ACANTO. Della ninfa Acanto s’incapricciò Apollo, ma poiché ella non lo ricambiava, il dio tentò di rapirla. La ninfa reagì graffiando il volto del dio del sole, il quale la trasformò in una pianta spinosa e amante del sole, l’Acanthus.
GIACINTO – MITO DI HYACINTHUS. Hyacinthus era un bellissimo giovane, figlio di Diomede, che amava molto Apollo. Zefiro, invidioso, mentre gareggiava con il dio del Sole nel lancio del disco, deviò la traiettoria del disco altrui, che colpì il giovane uccidendolo. Dal suo sangue nacque il fiore del giacinto.
FIORDALISO – MITO DI CYANUS. Dedicato a Cyanus, il ragazzo di cui si era innamorata la dea Flora, la quale un giorno trovò l’amato morto in un campo pieno di fiordalisi, ai quali diede il nome dell’amore perduto.

ABETE – MITO DI CENIDE. Cenide, la ninfa amata da Poseidone, che volle essere trasformata in uomo. Prese il nome di Cineo, divenne un imbattibile guerriero e fu proclamato re dei Lapiti. Diventò così superbo da piantare nel centro della piazza la sua lancia realizzata con legno di abete e chiese ai sudditi di venerarla con sacrifici. Zeus, per punirlo di tanta superbia, ordinò ai Centauri a ucciderlo, percuotendolo con tronchi di abete e conficcandolo al suolo per farlo diventare un albero di abete.
CIPRESSO – MITO DI CIPARISSO. Ciparisso, bellissimo giovane amato da Apollo, viveva in compagnia di un maestoso cervo dalle corna d’oro, suo grande amico: un giorno d’estate, scagliando per gioco un giavellotto, il ragazzo trafisse mortalmente il cervo. Disperato, non sopportando il rimorso e il dolore per la sua perdita, Ciparisso si tolse la vita senza che Apollo riuscisse a salvarlo. Il dio potette solo esaudire il suo ultimo desiderio, quello di rimanere in lutto perenne ed evidente: lo trasformò quindi nell’albero il simbolo del dolore e della tristezza, il cipresso. L’albero fu consacrato ad Ade/Plutone, dio degli inferi: si riteneva che le anime dei defunti arrivassero colà con le sembianze di cipresso.
PINO – MITO DI PITI. La casta ninfa Piti, dovendo scegliere fra due spasimanti, Pan, dio dei boschi e della sessualità, e Borea, dio del vento del Nord, preferì Pan, scatenando le ire di Borea, che soffiò così forte da farla cadere da una rupe. Pan, per salvarla, la tramutò all’istante in un pino, abbarbicato sulla roccia. Ancora oggi, quando in autunno soffia Borea (la tramontana), Piti piange, lasciando cadere gocce di resina trasparente dalle pigne.
ALLORO – MITO DI DAFNE. Dafne era una ninfa figlia di Ladone e di Gea di cui Apollo si innamorò perdutamente senza esserne ricambiato per vendetta di Eros, Dio dell’amore. Dafne scappava tra i boschi correndo senza sosta inseguita da Apollo ma, estenuata dalla fatica e quasi raggiunta dal Dio, implorò la madre Gea di trasformarla per potergli sfuggire. La madre Terra la trasformò nella pianta di alloro e Apollo, non pago del suo amore, prese i rami dell’alloro e non li abbandonò mai più: per questo nell’iconografia classica Apollo è sempre raffigurato coronato di rami di alloro.
ANEMONE – MITO DI ANEMOS. Anemos era una ninfa che faceva parte della corte di Chloris, la dea dei fiori (Flora). Di lei s’innamorarono due venti, Zefiro e Borea (tramontana) che, litigando fra loro, scatenavano terribili bufere. Allora Chloris, seccata per l’effetto negativo sui suoi fiori, trasformò anche Anemos in un fiore, l’anemone, condannandolo a schiudersi precocemente e a subire le violente carezze di Borea che disperde nell’aria ancora fredda i suoi fragili petali. Quando Zefiro, il delicato venticello primaverile, giunge sulla terra, l’anemone è ormai avvizzito, ridotto allo stelo, sul quale non resta che il ricordo dell’originaria bellezza.
PIOPPO – MITO DELLE ELIADI. Fetonte, figlio di Elio dio del Sole, guidando il carro del Sole, si avvicinò troppo alla terra con il rischio di incendiarla e per questo fu colpito dal fulmine di Zeus, precipitando nel fiume Eridano, sulle cui sponde le Eliadi, rattristate dalla morte del fratello, furono trasformate in pioppi.

EDERA – MITO DI CISSO. Il dio Dioniso, per impedire che un suo giovane amico, Cisso, potesse perdere la vita nelle acrobazie spericolate che eseguiva nelle feste in suo onore, lo trasformò in una pianta simbolo di attaccamento e fedeltà, il Cissus e, per estensione, l’edera. A questa pianta, nell’antichità, venivano attribuite virtù terapeutiche contro l’ebbrezza da vino e Dioniso era spesso raffigurato con una corona d’edera sul capo.
MIRRA – MITO DI MIRRA E CIRENE. Mirra era figlia di Cinira, re di Cipro, che fece ingelosire Afrodite per la sua bellezza. La dea per vendicarsi provocò l’innamoramento della giovane nei confronti del padre Cinira. Essa, non potendo più trattenere il suo amore, cercò uno stratagemma per nascondere la sua identità e giacere col padre ingannandolo per nove notti consecutive. Quando Cinira scoprì la verità del rapporto incestuoso inseguì Mirra per ucciderla. Lei scappò fino in Arabia ma quando il padre stava per prenderla Afrodite, impietosita, la trasformò in un albero di mirra. Dopo nove mesi Mirra iniziò ad avere le doglie e da una fessura del tronco della pianta nacque il bellissimo Adone.
MIRTO – MITO DI MYRSINE. Secondo la mitologia greca prende il nome da Myrsine, una fanciulla uccisa per invidia dal giovane che era stato da lei battuto nei giochi ginnici: Atena, impietosita dalla vicenda, trasformò la fanciulla in un arbusto odoroso. Successivamente Afrodite, uscita nuda dal mare e inseguita dai satiri, trovò rifugio in un bosco di mirti.
MENTA – MITO DI MENTHE. Dalla ninfa Menthe, figlia del fiume infernale Cocito, che venne trasformata in pianta da Persefone, moglie di Ade, dio degli Inferi, gelosa dell’amore nato tra i due. Da allora, Menthe visse lungo le acque del padre Cocito, divenendo in Grecia il simbolo dell’amore.
TIMO – MITO DI ARIANNA. Nacque dalle lacrime di Arianna, emesse a causa dell’abbandono dell’amato Teseo. Il pianto “profumato” attrasse però le attenzioni di Dioniso che la prese subito in sposa.
NINFEA – MITO DI NYMPAEA. Nymphaea era la ninfa delle fonti che, innamorata di Eracle e non corrisposta, morì di dolore. Gli dei, mossi a pietà, la tramutarono nello splendido fiore.

Tutte le opere utilizzate nel post sono dell’artista Georgia O’Keeffe.
Molto bello e interessante. Brava Pina! 🪻
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Grazie Luisella 💚💚💚
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Bellissimo Pina! Lo posso condividere sul mio blog?
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Grazie, certo 🙏
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Grazie! ❤
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😊
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L’ha ripubblicato su e ha commentato:
Un bellissimo articolo da “I Mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli.Letture, riflessioni sull’arte, sulla musica”: miti greci: le piante.
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Fantastico!!! Gran bel post! 🙂
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Grazie!
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il mio preferito è il mito di clziia…buona giornata Pina ❤
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Ha il suo fascino…
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clizia pardon 😀
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