Georgia O’Keeffe

Non solo l’artista è l’icona del Modernismo americano del XX secolo, ma le sue opere sono conosciute in tutto il mondo e battute all’asta per cifre da capogiro.

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Sopra: Georgia O’Keeffe, Jimson Weed/White Flower No. 1, olio su tela, 1932. Venduto da Sotheby’s nel 2014 per 39.5 milioni di euro. Foto © Sotheby’s

Divisa tra raffigurazione e astrazione e famosa per i suoi ambigui fiori, il valore della pittrice aumenta ed ha raggiunto l’apice negli ultimi 3 anni. Detiene il record mondiale come artista femminile con il dipinto Jimson Weed/White flower n.1 (1936), venduto da Sotheby nel 2014 per 39,5 milioni di dollari. Il paesaggio acquatico di ‘Lake George Reflection’ (1921), che si può ammirare in orizzontale o in verticale, è stato invece venduto da Christie per 11,4 milioni. La più nota fra la sua serie di dipinti botanici che ritraggono fiori, pistilli, frutta e foglie di quercia, ‘White Calla Lily’ (1927) è stato battuto per 7,8 milioni, sempre da Sotheby lo scorso anno.

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Un giglio-calla, a rappresentare il suo ideale di bellezza, fatto di armonia, proporzione, semplicità ed eleganza. Più di duecento i quadri di soggetto floreale della O’Keeffe realizzati dal 1918. I suoi dipinti sono segnati da un forte cromatismo espressivo e da grande sensualità. Ma la complessità delle sue opere è più vasta; non solo i fiori che, tra parentesi, lei odiava: ‘‘I hate flowers – I paint them because they’re cheaper than models and they don’t move” – Li dipingo perchè sono più economici del modelli e stanno fermi”, disse alla biografa Laurie Lisle. (Georgia O’Keeffe in Laurie Lisle, Portrait of an Artist: A Biography of Georgia O’Keeffe, 1981)

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Nonostante il suo carattere chiuso, la tendenza naturale all’isolamento ed alla malinconia (che l’ha portata ad essere ricoverata per depressione nel 1933), la O’Keeffe è stata l’artista più cospicua di New York dagli anni ’20 in poi. La sua fama non si è mai fermata ed è cresciuta costantemente. Mostre e retrospettive si sono susseguite negli anni e, alla sua morte avvenuta il 6 marzo del 1986 a Santa Fe dove si era stabilmente trasferita, era circondata da 900 dipinti. Qui, nel 1997, gli fu dedicato un museo che espone 3.000 suoi pezzi, 140 dipinti e 700 disegni inclusi. Il ‘Georgia O’Keeffe Museum’ nel 2015 è stato visitato da 160.000 persone e, dalla sua apertura nel 1997 ad oggi sono stati staccati 2.97 milioni di biglietti.

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Georgia O’Keeffe. Pedernal, 1941. Oil on canvas, 19 x 30 1/4 inches. Georgia O’Keeffe Museum. Gift of The Georgia O’Keeffe Foundation. © Georgia O’Keeffe Museum. [2006.5.172]

Nata il 15 novembre 1887 in una fattoria del Wisconsin da padre irlandese e madre ungherese, Georgia O’Keeffe sapeva che sarebbe diventata una pittrice già all’età di 12 anni. Dopo un periodo all’Art Institute of Chicago, una borsa di studio le permise di frequentare l’Art Students League di New York sotto l’occhio vigile del grande pittore e insegnante William Merritt Chase.

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Durante gli studi non mancarono momenti di sconforto in cui Georgia, poco incline agli studi accademici e allergica alla trementina, contemplò l’idea di abbandonare la pittura. A ravvivare la sua passione e restituirle la tenacia di un tempo fu un corso estivo in Virginia: gli insegnamenti di arte giapponese del professore Arthur Wesley Dow e lo studio delle teorie di Kandinsky sull’astrattismo divennero le colonne portanti della sua pratica.

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Dipingerò ciò che il fiore significa per me. Ma lo dipingerò grande così da indurre gli affaccendati newyorkesi a prendersi il tempo di osservare” affermava la pittrice. La sua arte riflette il suo legame profondo con la natura, cui ha dato espressione nelle sue opere. Le sue rose, petunie, papaveri, camelie, girasoli, narcisi esprimono una grazia unica. La scelta di applicare un taglio fotografico, non mostrando i bordi delle foglie ed il gambo, a lasciare che sia il fruitore a completare la visione, nella sua mente. Ci troviamo così di fronte ad una semplificazione della forma. Tramite l’ingrandimento, il tutto viene ridotto all’essenziale.

Decisivo fu l’incontro con la galleria “291” del fotografo Alfred Stieglitz presso la Fifth Avenue. Con il fotografo nascerà un sodalizio lungo una vita. Modella e musa di Stieglitz, nel 1917 le dedicherà una personale ed in seguito inizierà a  fotografarla a New York, dando vita ad un ritratto fotografico globale dell’artista. Gli artisti vivono in una vera e propria simbiosi creativa, oltre a coronare il loro amore con un matrimonio.

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Georgia O’Keeffe con il marito, Alfred Stieglitz. Foto: Bettmann / Collaborator – Getty Images

Una forma semplificata a richiamare l’essenza intima delle cose, ideale della pittrice, trova un corrispettivo nell’arte del lontano Oriente. E poi le letture di Kandinsky, in particolare l’amato saggio: “Sullo spirituale nell’arte” ed il concetto secondo cui forme e colori non devono rispecchiare il modello naturale bensì il mondo interiore dell’artista, il modo in cui l’artista reagisce emozionalmente alla vita, la profondità della sensazione suscitata dalla percezione della realtà. Trasmettere l’esperienza che io ho del fiore” questo l’obiettivo della O’Keeffe.

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La musica inoltre sarà per lei la forma d’arte più elevata. “Il mondo risuona” affermerà Kandinsky ed in un mondo che risuona, le forme elementari della natura e le intuizioni proprie si compongono in un’armonia globale.

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ABIQUIU, NEW MEXICO : 1960 – The American painter Georgia O’Keeffe is standing outside her art studio holing her pelvis series color painting that has center yellow and edges red. She si holding on to the edges of her painting looking sideways. ( Photo by Tony Vaccaro / Getty Images)