Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Cuore nero

INCIPIT

PARTE I

Due solitudini

I

Il lunedì di novembre in cui Emilia e suo padre imboccarono il sentiero chiamato Stra’ dal Forche e risalirono il bosco di castagni che separa Sassaia dal resto del mondo, era il giorno dei morti.
Riccardo continuava a pensare che un posto del genere – una minuscola frazione isolata – non fosse adatto a cominciare una nuova vita: non per sua figlia, non dopo quello che aveva passato e, soprattutto, non da sola. Ma Emilia procedeva a passo spedito, convinta.
D’altra parte, il cielo era di un blu abbagliante quella mattina. L’aria, ripulita alla perfezione dalla pioggia della notte precedente, lasciava emergere anche i dettagli più lontani, e c’era una tale luce appoggiata alle cose: come se nessuno avesse potuto morire mai, e nessuna storia finire, su questo crinale illibato di terra.
In realtà, era finito tutto da un pezzo. Ricoveri per il bestiame diroccati, una cappella votiva con una Madonna Nera sfigurata dalle intemperie: padre e figlia fingevano di non notare i relitti lungo il sentiero. Sudavano, non si dicevano niente. Avevano atteso così tanti anni quel momento, che ora avevano timore di infrangerlo se avessero parlato. La mulattiera era coperta da uno spesso tappeto di foglie bagnate e anche i loro passi erano muti. Solo i cuori assordavano. Entrambi li ascoltavano rimbombare per la fatica, l’emozione, la paura, amplificati dal silenzio acquattato ovunque, tra le radici, tra i rami: vivo.
Ogni tanto posavano le valigie per riprendere fiato. I loro polmoni non erano più abituati alla montagna: erano gente di pianura che l’aveva frequentata solo in vacanza, molto tempo prima. Avvertivano fitte alle gambe, alla schiena, ma altre strade per Sassaia non ce n’erano: nessun tratto che fosse d’asfalto o sterrato o lontanamente carrozzabile. Avevano dovuto lasciare l’auto ad Alma, l’ultimo avamposto della civiltà, e proseguire a piedi come negli anni Cinquanta. E siccome nessuno sessant’anni dopo – con rare eccezioni – avrebbe acconsentito a farsela a piedi in un bosco per comprare del latte o un pacchetto di sigarette, il risultato fu che incrociarono un paio di gazze, uno scoiattolo, ma di persone neanche l’ombra.

Silvia Avallone

Recensione