La Giordania ha una lunga tradizione di ospitalità verso i viaggiatori, dai tempi in cui le carovane di cammelli percorrevano la leggendaria Strada dei Re trasportando incenso in cambio di spezie. Mercanti nabatei, legionari romani, armate musulmane e agguerriti crociati hanno tutti raggiunto questa terra, lasciando una qualche traccia.

Amman, la città bianca, come viene chiamata per i colore chiarissimo della pietra locale molto diffusa, è la capitale del Paese e la porta di ingresso in questo paese affascinante. Se è vero che Petra è una delle principali ragioni che spingono i viaggiatori a visitare la Giordania, è altrettanto vero che questo paese custodisce moltissime perle nascoste capaci di raccontare un paese ricco di storia e incorniciato da una natura sorprendente.

Dunque se deciderete di visitare la Giordania, sarete conquistati dalla magia di Petra, dai mosaici di Madaba, dai silenzi aperti e profondi del Wadi Rum, e anche dalla cucina dai sapori speziati e mediorientali.
Se volete assaporare il Wadi Rum, vi consiglio di fare una salto sul fantastico blog di Bea, “Viaggiando con Bea“, che ha scritto un bellissimo reso(rac)conto della sua esperienza, corredato da molte foto.
Veniamo ai libri che possiamo leggere per prepararci ad un viaggio in Giordania. In rete trovate tante guide che raccontano la Giordania; in particolare vi segnalo questa:

Attraversare la Giordania a piedi, da nord a sud, in solitaria e quasi in completa autonomia, esplorando le aspre vallate e gli altipiani desertici di una terra ricca di storia e cultura. 650 chilometri, sei settimane di trekking, narrati con curiosità e una piccola dose di ironia. Laura osserva e descrive, in un diario puntuale e diretto, posti remoti e affascinanti; racconta i suoi incontri con gli abitanti e l’ospitalità tradizionale, portando a termine un’esperienza unica. Incontri che toccano il cuore per la loro semplicità e generosità, l’invito a una vita semplice a contatto con la natura, e la celebrazione di un paesaggio arido e desertico, ma ricco di colori interiori, in un piccolo angolo di paradiso. Da quest’avventura è nato un libro, fatto di strade difficili e di fatiche, ma anche di gente meravigliosa e di paesaggi indimenticabili.
C’è anche una produzione puramente letteraria che può accompagnarvi. Vediamo.

Gli amanti del genere giallo conoscono bene Agatha Christie, che, nelle sue mille ambientazioni, ha attinto alla grande passione che nutriva e condivideva col marito: l’archeologia. Non a caso in una delle sue avventure il famoso investigatore Hercule Poirot si è recato in Giordania, come possiamo constatare leggendo “La domatrice“. Nel romanzo pubblicato nel 1938, Poirot si trova in vacanza a Gerusalemme quando sente alcune voci riguardo a un omicidio. Dopodiché, il viaggio dell’investigatore belga si sposta a Petra, dove ovviamente riuscirà a risolvere il caso con la sua solita astuzia.
Un ottimo modo per conoscere qualcosa del Paese, dei suoi contrasti, è il romanzo della scrittrice e accademica giordano-britannica, Fadia Faqir, attiva anche nelle questioni relative ai diritti umani. È nata ad Amman, in Giordania, e suo padre è giordano, della tribù Al-Ajarmah, sua madre è circassa; ha studiato ad Amman e in Gran Bretagna. Qui trovate un profilo completo.

Condannata a morte nel suo villaggio di beduini per essere rimasta incinta prima del matrimonio, Salma deve lasciare la sua piccola appena nata in mano agli abitanti del villaggio e fuggire in esilio in Inghilterra. Qui dovrà costruirsi una nuova vita, in un mondo completamente diverso, dove tutto è permesso, dove il sesso è addirittura incoraggiato, dove niente le dovrebbe far rimpiangere il suo passato arabo e musulmano. Ma Salma non riesce a dimenticare. Il pianto della sua piccola abbandonata continua a risuonare nelle sue orecchie di donna ormai occidentalizzata, sposata con un perfetto inglese di Exeter. Quando non potrà sopportare più quegli echi che le giungono da lontano, Salma deciderà di tornare al suo vecchio villaggio. E sarà un viaggio che cambierà tutto.
Widad Tamimi è una scrittrice palestinese nata e cresciuta in Italia. Questo è il suo romanzo d’esordio; il libro narra le vicende di Qamar, una ragazzina giordana abituata a trascorrere gli inverni in Italia e le calde estati in Giordania. Il caffè è una bellissima metafora utilizzata dalla scrittrice per descrivere le differenze tra le due culture , dualismo che elle stessa vive.

Il caffè è un punto fermo nella vita di Qamar: espresso e vigoroso come lo beve la madre, ingentilito da un goccio di latte come piace al suo compagno, oppure fatto bollire tre volte, amaro e profumato di cardamomo, come ha imparato a berlo in Giordania. Da sempre Qamar è in equilibrio tra due mondi, ma lo ha scoperto solo il giorno del suo quattordicesimo compleanno, quando è diventata ufficialmente donna. Sottratta a ogni contatto promiscuo, costretta a una improvvisa separazione dagli amici, Qamar deve confrontarsi con le differenze profonde tra le due culture di cui è figlia. Eppure, nelle lunghe giornate trascorse con le donne di famiglia, impara a curare il corpo come ogni sposa deve saper fare, a cucinare, a essere seducente e insieme modesta. Ed è durante queste lunghe ore al femminile che viene introdotta all’antico, affascinante rituale del caffè: nonna, zie, sorelle, riunite nel salotto si scambiano confidenze e si preparano a conoscere il destino. Solo una, ogni giorno, è la prescelta per l’interpretazione dei fondi da parte di Khalto Sherin, che sa leggere nel sedimento i segreti del cuore e del futuro. Anni dopo, di fronte al dolore di una maternità mancata, Qamar sentirà la necessità di recuperare le proprie radici e ripensare alle parole ascoltate il giorno lontano in cui lesse la propria vita nel sedimento. Scegliere gli ingredienti del proprio caffè, deciderne aroma e intensità, significa capire che gusto vogliamo dare alle nostre giornate.
Malu Halasa è una scrittrice ed editor americano-giordano-filippina. Nata in Oklahoma, è cresciuta in Ohio, ha studiato al Barnard College e alla Columbia University e vive a Londra. Tra i suoi libri: Syria Speaks. Art and Culture from the Frontline (2014); Transit Tehran: Young Iran and Its Inspirations (2009); Recording the Truth in Iran (2007); Creating Spaces of Freedom: Culture in Defiance (2002). La madre di tutti i maiali è il suo primo romanzo.

Nella Giordania stretta tra Israele e Siria, una famiglia cristiana è divisa tra il rispetto della tradizione, la tentazione della modernità e le minacce dell’Islam radicale. Hussein, ex ufficiale dell’esercito, si lancia in un business assai discutibile: un allevamento di maiali in cui regna, quasi divina, una scrofa. Intorno a lui, un variegato universo femminile tra due estremi: Mamma Fadhma, la matriarca, custode dell’antico ordine sociale, e Samira, la sorellastra, attivista nei campi profughi siriani e ormai sulla strada dell’emancipazione.
A sparigliare ancora di più le carte, dagli USA arriva la cugina Muna, i cui pregiudizi «occidentali» cozzano ben presto con l’esperienza diretta della terra degli avi. Muna scopre che in guerra non esiste un’unica verità e che in Medio Oriente i punti di vista possono moltiplicarsi all’infinito creando una galleria di specchi in cui è facile perdere l’orientamento. I personaggi diventano figure di un quadro in cui ragione e torto sono ugualmente ripartiti, non c’è una parte giusta dove stare, se non dove si riconoscono l’amicizia, il senso della famiglia, l’amore.

Ibrahim Nasrallah è nato ad Amman, in un campo profughi palestinese, nel 1954. E’ uno dei moltissimi giordani di seconda generazione ed è tra i poeti arabi più conosciuti e stimati. Il libro è una raccolta di poesie che ruotano attorno ad un tema centrale: una bambina ancora in culla, colpita a morte nel corso di un bombardamento, dialoga col suo angelo custode. Qui la figura dell’angelo affonda nel mito dell’angelo protettore, il custode di ogni bambino delle credenze popolari.

Infine vi segnalo un bel libro di fiabe: “Zaina, figlia delle palme e altre fiabe della Giordania“. Otto favole ambientate nel deserto giordano. Il comune denominatore di questi racconti è il deserto e lo stile di vita dei beduini. Scoprirete così storie di dune di sabbia intente a proteggere una bambina, carovane di cammellieri, oasi, mercanti e bazar.


Carissima Pina, che dire!!!! Sei geniale. Da una semplice idea di condividere un mio articolo è venuto fuori un tuo articolo così ricco d’ informazioni. Ma come fai!!!??? Hai commentato così bene ogni singolo libro che mi sembra impossibile che tu possa averli letti tutti in meno di una giornata. La presentazione che hai fatto della Giordania mi ha dato l’idea che anche tu abbia visitato Petra, Amman, Madaba. Il mio racconto del deserto è la conclusione di una serie di post dove ho descritto in maniera molto dettagliata il mio on the road Giordano. Grazie per tutto e baciii
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Grazie Bea, ma è stato davvero un piacere, grazie al tuo suggerimento, mi si sono attivate le sinapsi… i romanzi li ho solo sfogliati virtualmente e ho letto alcune presentazioni che ho trovato in rete. Anche le descrizioni della Giordania le ho scritte dopo avere girato sui blog, compreso il tuo, di chi ha visitato quel meraviglioso paese. Ricordavo le descrizioni di una blogger che da tempo non scrive più, ma che quando scriveva, ci aveva portato in Giordania dove lei aveva a lungo vissuto… Quindi ecco, il networking ha funzionato e arricchito le mie conoscenze. Sono sempre più fermamente convinta di quanta ricchezza possiamo trovare e offrire nella blogosfera. Come la tua proposta che mi ha incuriosito e mi ha fatto lavorare.
Quindi grazie Bea, e grazie a tutti noi che costruiamo ponti e legami.
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Questi sono i momenti più belli e più di soddisfazione per noi blogger. E’ bellissimo pensare che con un semplice imput ho scatenato il mondo e la bravura che c’è in te. Un abbraccio
PS: E se ti dicessi Dead Valley!? Cosa potrebbe succedere!? 😉
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Mi provochi… Intanto vengo a leggerti….
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Praticamente ti ho lanciato una nuova sfida 😉
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😁😁😁😁
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