I romanzi e i racconti ambientati a Natale sono tantissimi, a partire dai grandi classici come Il canto di Natale di Charles Dickens, i Racconti di Natale di Louisa May Alcott – l’autrice di Piccole donne -, Il Natale di Poirot di Agatha Christie, Ricordo di Natale di Truman Capote – l’autore di Colazione da Tiffany, La volpe alla mangiatoia di Pamela Lyndon Travers – l’autrice di Mary Poppins -, La notte di Natale di Nikolaj Gogol, le Favole di Natale di Gabriele D’Annunzio, le Novelle di Natale di Luigi Pirandello. E poi ci sono …. tanti tanti libri…… un’ottima compagnia per il periodo natalizio!
Eccoli qui:

Da Mark Twain a Francis Scott Fitzgerald, da Louisa May Alcott a Jeanette Winterton, da Dino Buzzati a Giorgio Scerbanenco, da Elsa Morante a Mario Rigoni Stern, ecco un’antologia di grandi autori – e altrettanti classici – per svelare i mille volti della magia del Natale.

Trentatré racconti che, a partire dagli anni Trenta alla morte, Buzzati dedicò al Natale: c’è il ricordo del suo primo Natale adolescenziale senza il padre, una riflessione sulla tecnica dei regali, una fiaba illustrata dallo stesso scrittore bellunese. E ancora, il racconto scritto a bordo dell’incrociatore su cui Buzzati prestava servizio come inviato di guerra, una poesia su Gesù Bambino. Ne risulta un lungo viaggio nel mondo di un grande scrittore attraverso la lente di un argomento che lo ha sempre stimolato, offrendogli lo spunto per considerazioni più ampie. Una raccolta di pagine toccanti che disegnano il ritratto di un uomo e della sua vita, svelata attraverso abitudini, contraddizioni e meraviglie del Natale.

Racconto folgorante, nello stile inconfondibile di Irène Némirovsky, Natale a Parigi è qui proposto insieme a Il carnevale di Nizza.
È la vigilia di Natale, e a Parigi la neve cade fitta imbiancando le strade. Ovunque fervono i preparativi per la festa: ghirlande di vischio e di agrifoglio, insegne colorate, vetrine colme di fiori e di confetti, straripanti di ostriche e champagne. I bambini aspettano, trepidanti, i doni da scartare sotto l’albero. Ma proprio in questa notte scintillante, la più attesa dell’anno, un ricco uomo d’affari e la mogliesi trovano a dover fare i conti con un matrimonio fallito, mentre le loro figlie più grandi, Marie-Laure e Claudine, sono pronte ad abbandonare per sempre la spensieratezza dell’infanzia.

In queste storie si respira l’atmosfera del tradizionale Natale inglese ottocentesco, fatto di vischio, enormi tacchini, giganteschi budini, gelidi castelli. Trollope si dimostra ancora una volta fine umorista e acuto psicologo, disegnando personaggi e situazioni che scrutano l’animo umano e finiscono per far sorridere il lettore. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta i coniugi Brown decidono di trascorrere il Natale a Thompson Hall, la dimora di famiglia; il viaggio si rivela più complicato del previsto, funestato da un potente mal di gola del signor Brown, rallentato da peripezie ed equivoci su cui aleggia il sorriso benevolo dell’autore. Godibilissime le due storie d’amore, Natale a Kirkby Cottage e Il ramo di vischio, che vedono le protagoniste rifiutare le proposte di matrimonio di due devoti pretendenti. Perché poi? Forse non sono innamorate o si sentono costrette da obblighi sociali? Tutt’altro, come spesso accade nei romanzi di Trollope l’orgoglio e i fraintendimenti giocano la loro parte; ma infine il buon senso tipico della borghesia vittoriana prevale aprendo la strada al lieto fine. Anche negli altri racconti di questa vivace raccolta, realismo, critica sociale e satira si combinano alla perfezione e il tema della guerra – tra due fratelli generali in fronti opposti e tra due cognati in lite familiare – si stempera nelle atmosfere che invitano alla pace e al perdono.

La vita e il dipanarsi dell’esistenza di figure femminili in cittadine del New England. Racconti raffinati, che immortalano attimi del quotidiano e rievocano le poesie di Emily Dickinson.
Con occhio attento ai particolari e descrizioni raffinate, Sarah Orne Jewett ci riporta nel New England, dove prendono vita i suoi personaggi: la povera Mrs Parkins, che si perde in una terribile tormenta di neve proprio la vigilia di Natale; la dodicenne Rebecca, che in una gelida notte di Natale, con la nonna a letto malata, accoglie fiduciosa in casa uno sconosciuto; l’anziana Miss Spring che, di ritorno verso casa, vistasi la strada sbarrata da un treno, sale sul primo vagone mentre la locomotiva si mette in moto; e Mrs Goodsoe che, da sotto la sua cuffietta di percalle, mentre raccoglie il tasso barbasso, racconta alla sua giovane compagna fatti e misfatti dell’intero villaggio.

In Caro vecchio Natale si respira l’atmosfera tipica della festività più amata dell’anno: il Natale è nei preparativi, negli addobbi, nella scelta dei doni, nei canti dei bambini, nella compagnia dei famigliari e dei vecchi amici. Quella di Washington Irving è una celebrazione “in cinque atti” (Natale, La diligenza, La vigilia di Natale, Il giorno di Natale, Il pranzo di Natale) di riti e di tradizioni che oggi, a distanza di due secoli esatti dalla prima pubblicazione, non sono affatto passati di moda.

Solo l’anno prima la famiglia Krank aveva speso 6100 dollari per preparare il Natale. Quest’anno papà e mamma Krank si trovano all’aeroporto per salutare, pochi giorni prima di Natale, la figlia Blair in partenza per una missione umanitaria in Perú. Un pensiero un po’ folle si insinua in loro: che senso ha trascorrere il Natale senza Blair?! E se lo saltassero? E se utilizzassero quei 6100 dollari per la crociera ai Caraibi che da anni si sono sempre negati? Basta non andare dal rosticciere (che sollievo evitare la ressa), non invitare nessuno al party (troveranno certo dove andare quegli scrocconi), non montare nessun Frosty sul tetto (operazione, per altro, pericolosa per un uomo di cinquantaquattro anni). Il grande piano è deciso e messo in atto, prima in modo titubante, poi spavaldo. Ma il Natale, con la sua straordinaria potenza consumistica, con la sua ingombrante presenza moralistica, sta per prendersi la più esilarante e sferzante rivincita sui poveri Krank. Una favola classica dei tempi moderni, un’ironica provocazione che regala momenti di puro divertimento e che ci fa scoprire John Grisham geniale scrittore della commedia umoristica e disincantato osservatore di una tradizione di cui ormai non possiamo fare a meno.

A Kimberly Clark Weymouth nevica sempre e fa sempre freddo. Sarebbe un trascurabile puntino sulla mappa se non fosse stato per l’eccentrica scrittrice Louise Feldman, che ha consegnato fama duratura a questa cittadina scegliendola per ambientare il suo classico per ragazzi “La signora Potter non è esattamente Santa Claus”. I suoi avidi lettori ne affollano le vie a caccia di emozioni: per accontentarli Randal Peltzer ha aperto un negozio di souvenir, trasformando l’ossessione per la signora Potter in un business molto redditizio. Ma cosa accadrebbe se Billy, suo figlio, stufo di un destino che non ha scelto, decidesse di chiudere e trasferirsi altrove? Con i suoi intrecci, intrighi e dicerie, il caleidoscopio di personaggi, le bufere di neve e l’eterna atmosfera natalizia, Kimberly Clark Weymouth intrappola il lettore all’interno di un minuscolo universo dove i confini tra realtà e finzione sfumano in un ingegnoso gioco di specchi.

La notte di Natale un neonato viene abbandonato su un sedile dell’ultimo tram; fermata dopo fermata salgono i viaggiatori e la scoperta del bambino genera come un cortocircuito: quel presepe in movimento diventa un palcoscenico dove ogni passeggero è un protagonista, racconta la sua storia e la sua sconfitta ma anche l’umana urgenza di un mondo migliore, accogliente e solidale. Protagonista, accanto ai viaggiatori, la città notturna con le sue storie e i suoi imprevisti «miracoli», un’umanità minuta e affannata, disposta a ogni sacrificio e umiliazione pur di sopravvivere e lasciare un segno del proprio passaggio. Quello del tram è un viaggio sospeso tra i crampi della fame e il desiderio di Dio. Con un finale sorprendente e inatteso. Giosuè Calaciura riesce come pochi a parlare di bambini e di diseredati, una sensibilità straordinaria che si traduce in lingua realistica e insieme lirica dando vita a una favola sospesa tra incanto e prodigio.

Una lettera d’amore per tutti coloro che trascorrono le loro festività in prima linea, alle prese con tragedie, nascite e morti, in quello che dovrebbe essere il momento più bello dell’anno. Il Natale è alle porte, l’albero è addobbato, il cenone è quasi pronto… Ma circa un milione e mezzo di medici e infermieri del servizio sanitario nazionale inglese si stanno recando al lavoro, perché gli esseri umani non smettono di partorire, ferirsi, ammalarsi solo perché arrivano le feste. Questa è la storia esilarante, orribile e talvolta straziante della vita di un giovane medico nel periodo più impegnativo dell’anno: venticinque storie di altrettanti incidenti natalizi, spassosi, scioccanti e incredibili, che cantano le gesta – troppo spesso ignorate – degli eroi del servizio sanitario. Di turno la notte di Natale è una lettera d’amore per tutti coloro che trascorrono le loro festività in prima linea, alle prese con tragedie, nascite e morti, in quello che dovrebbe essere il momento più bello dell’anno.

È la notte del 24 dicembre, ma il vecchio Niklas Kristmas, alias Babbo Natale, non può consegnare i regali. Ha una febbre da cavallo e una tosse spaventosa. Se uscisse al gelo – sentenzia l’elfo dottore – ci lascerebbe le penne. Così, a malincuore, l’incarico viene affidato a Luciano, il fratello minore di Niklas. I due hanno litigato anni prima, perché Luciano è un uguagliatore: per lui tutti i bambini sono uguali, e vuole portare a ciascuno lo stesso numero di doni. Mentre lo gnomo orologiaio rallenta il tempo, Luciano ed Efisio, il nano picchiatore, partono a bordo della slitta volante. Ma l’avido industriale dei giocattoli Panicus Flynch, che trama per impadronirsi del Natale, ha sguinzagliato sulle loro tracce le feroci valchirie. Ad aiutare Luciano ed Efisio saranno Maddalena e suo fratello Pietro, due bambini di nove e dodici anni. Per portare a termine la missione c’è bisogno del loro coraggio.

La magia del Natale, una città come tante e un vecchio funambolo che passo dopo passo su un cavo sospeso percorre la strada che porta alla fine, o a un nuovo inizio, alla ricerca di un destino da riscrivere. Non solo per sé, là in alto, ma per tutti coloro che attendono dal basso.
È stato un grande funambolo ai suoi tempi, lo chiamavano per questo l’Uomo dell’aria. È mancato qualcosa alla sua vita? Ha sacrificato al successo qualcosa di importante? A poche settimane dal Natale, per motivi che non sa spiegarsi, o forse per mancanza di qualcosa o qualcuno, si è deciso per l’impresa preparata con la cura scientifica che solo un mestiere poetico come il suo prevede. Attraverserà sul cavo teso a grande altezza la distanza che separa la vecchia biblioteca dal campanile della chiesa abbandonata. Parte all’alba. La televisione accorsa amplifica la scena. Per convincerlo a scendere da lassù, diversi personaggi lo raggiungono con l’aiuto dei pompieri. La figlia, la bibliotecaria, qualche vecchio amico e semplici sconosciuti. Ciascuno cambia accanto a quel corpo sospeso e racconta di se stesso. E tutto si schiude a una realtà diversa. Per sé, per coloro che gli sono venuti incontro, per tutti quelli che hanno trepidato per la sua impresa e non vogliono esiliare i sogni dalle loro giornate.

È la vigilia di Natale. Mentre fuori nevica forte, come può nevicare nel Wyoming, lo sceriffo Longmire siede nel suo ufficio intento a leggere “Cantico di Natale” di Dickens quando riceve la visita inaspettata di una giovane donna dai tratti orientali. La donna non rivela la propria identità ma con il suo fare misterioso evoca nella memoria di Longmire una vigilia di Natale di venticinque anni prima, quando l’allora giovane sceriffo si era trovato coinvolto in un’avventura terrificante… Era in arrivo la più grande tempesta di neve del secolo. Longmire aveva appena appreso di un terribile incidente stradale in cui erano morti i genitori di una bambina. La piccola si era salvata, così come sua nonna, una vecchietta giapponese che non capiva una parola d’inglese. Essendo però gravemente ferita doveva essere trasportata d’urgenza all’ospedale di Denver, a un paio d’ore di distanza, ma in quelle condizioni nessun aereo o elicottero avrebbe potuto alzarsi in volo. La piccola rischiava di morire, così Longmire aveva rapidamente messo assieme un equipaggio di fortuna cha avrebbe volato su un vecchio bombardiere della Seconda guerra mondiale. Un’autentica missione impossibile. Lo sceriffo aveva allora scovato in un bar il suo predecessore, già al terzo bourbon, che però da giovane era stato un valoroso pilota nella guerra del Pacifico. Oltre a non avere una gamba ed essere ubriaco fradicio.

È mattina, e Fie non vede l’ora di ricevere il suo messaggio quotidiano. Poche righe che contengono un compito da svolgere per tornare a vivere davvero e rompere la monotonia di giornate sempre uguali. Da qualche settimana, infatti, segue un calendario dell’Avvento in cui a ogni casella corrispondono un consiglio, un obiettivo o una motivazione. Non è certa di farcela, ma non ha nulla da perdere, e decide di accettare la sfida: solo così, in fondo, può mettersi in gioco davvero. A inventare questo stratagemma è stata sua sorella. Sara sa bene che Fie ha bisogno di qualcuno che la sproni a uscire dal guscio in cui si è rinchiusa dopo essere stata lasciata dal marito e con un figlio che si allontana sempre di più. Seguendo le indicazioni contenute nei messaggi, piano piano, Fie vede la sua vita cambiare. Sceglie un nuovo arredamento per la casa; prepara squisiti dolci al tepore del forno; adotta un cane e fa amicizia con i vicini. Piccoli gesti dal valore inestimabile grazie ai quali si accorge che non è vero che intorno a lei c’è solo un presente grigio. Nuovi colori vengono alla luce e le mostrano come suo figlio sia solo a un passo di distanza e come, forse, separarsi dal marito non sia stata una cattiva idea. Perché c’è sempre una ragione in tutto ciò che accade. Anche se a prima vista sembra negativo. Bisogna solo trovare la forza di riscoprire valori importanti come amicizia, condivisione, realizzazione di sé.

Natale 1990, avvisaglie della prima Guerra del Golfo. Una famiglia riunisce quattro generazioni in una grande casa, dove s’intrecciano percorsi e si scontrano persone che di solito vivono lontane e in modi assai diversi. Tutti si sforzano di celebrare la quotidianità e la festa, mentre il bisnonno quasi centenario ascolta la Carmen in poltrona, il bisnipote guarda due volte al giorno Pinocchio in mansarda e scappa impaurito dalla balena, Alberto e Monica sono stremati dai figli, che dimostrano il fondamento della leggenda di Caino e Abele. La narratrice, che una famiglia propria non l’ha mai cercata, tenta di sopportare e di godersi la sua.

Sette scrittori si misurano in questa antologia con il tema del Natale, sono storie fuori dall’ordinario e che riservano al lettore non poche sorprese. Liberi di sviluppare una narrazione sul tema che da duemila anni in qua è vissuto a tutte le latitudini, si sono sbizzarriti.

La favola toccante scritta da Giovannino Guareschi (il “papà” di Don Camillo) fu letta per la prima volta la vigilia di Natale del 1944 a un gruppo di compagni rinchiusi con l’autore in un campo di prigionia. Ed è anche la storia di quegli uomini, che la ascoltarono e che proprio grazie a queste parole riuscirono a mantenere viva la speranza del ritorno.
Un bambino di nome Albertino parte la notte della vigilia di Natale per andare dal suo babbo prigioniero in un Paese lontano. Con lui la nonnina, il cane Flik e la Lucciola con il suo lume. Durante il loro viaggio vengono aiutati da una locomotiva che li trasporta fino a un ponte, che però è saltato; poi incontrano una gallina padovana residente all’estero che indica loro di camminare per 1490 passi, fino a un bosco abitato da tante creature, buone e cattive. L’avventura di Albertino alla ricerca del suo papà è popolata di sogni, paure e poesie.

Un libro a metà tra favola (cinica) illustrata e fumetto, magistralmente colorato da Alberto Madrigal. Quando finirete di leggerlo vi ripeterete ad alta voce che Babbo Natale non esiste per sentirvi meno tristi!
Natale… i regali, il cenone, i parenti… ma ci avete mai pensato alle condizioni di lavoro dei folletti nella fabbrica di Babbo Natale? Zerocalcare sì, e vi racconta per la prima volta la scabrosa verità dietro al business della consegna dei regali. Bonus! Le anziane rider della Befana scioperano insieme ai minatori sardi (le cui miniere di carbone vengono chiuse perché nelle calze i bambini preferiscono trovare gli orsetti gommosi), per ottenere migliori condizioni di lavoro!

Una favola senza tempo in un’edizione unica, impreziosita dalle originali, caleidoscopiche e coloratissime illustrazioni dell’artista e designer Sanna Annukka, che accompagnano il lettore tra animate battaglie e meravigliose peripezie.
La notte della vigilia di Natale, la piccola Marie Stahlbaum riceve in dono dal padrino uno splendido schiaccianoci di legno dalle sembianze umane. Ma quello che sembra essere un semplice giocattolo è in realtà un oggetto magico animato di vita propria: un eroe coraggioso che difenderà Marie dal malvagio Re dei topi, con sette teste e sette corone, e la condurrà al cospetto della Principessa Pirlipat, nel Regno delle Bambole, tra pastorelli e soldatini d’argento, cestini di zucchero e canditi. Pubblicata nel 1816 e diventata un celebre balletto di Caikovskij, la fiaba dello Schiaccianoci continua ancora oggi a far sognare bambini e adulti di tutto il mondo.

Un libro per i bambini dal quale è stato tratto il film. Tra gli abitanti di Chi-non-so ce n’è uno decisamente strano che il Natale proprio non lo sopporta: è il Grinch. Del Natale odia tutto: gli alberi addobbati, le luci sfavillanti, i regali e il pranzo trionfale, ma soprattutto non tollera la felicità delle persone. E così quest’anno al Grinch è venuta in mente un’idea splendidamente orrenda: ha deciso di rubare il Natale!

Gianni Rodari sapeva trasformare ogni occasione in poesia. Questa antologia, che raccoglie storie e filastrocche di tema natalizio tra le più note e divertenti dell’autore per ragazzi, è un colorato biglietto di auguri per una festa che abbraccia tutto il mondo.
Esiste tutto un filone di romanzi rosa che, di pari passo e utilizzando gli stessi espedienti narrativi, con i film a tema natalizio, si basano su storie di amori, di ricongiungimenti a lieto fine, come si conviene a questo genere e allo spirito del periodo. Ecco alcuni titoli: Un sogno tra i fiocchi di neve di Corina Bomann (Giunti), In città zero gradi di Daniel Glattauer (Feltrinelli), Il tredicesimo dono di Joanne Huist Smith (Garzanti), Torno a casa per Natale di Jenny Hale (Newton&Compton) e i romanzi (tanti) di Sarah Morgan.

Tre racconti ambientati nella notte di Natale scritti da alcuni dei più affermati autori di young adult. Tre storie d’amore, speranza e gioia che si incrociano tra le strade di Gracetown, una cittadina colpita da una bufera di neve.
E, infine, per chi ama gli animali, due libri che conquisteranno i vostri cuori:

Oliver è un gatto timido e pigro e raramente si spinge fuori dal pub dove vive. Il suo mondo è tra quelle mura, le avventure non fanno per lui. Ma la sua vita è destinata a cambiare da un giorno all’altro, quando un incendio divampa nella cucina e costringe Oliver ad abbandonare la dimora tanto amata. È giunto il momento di affrontare un ambiente per lui sconosciuto. Eppure Oliver non ha grandi difficoltà a farsi amare dagli uomini, che si mostrano gentili e premurosi con lui. Un giorno però, tra i volti allegri di tanta gente, nota una ragazzina molto triste e sola. Ha bisogno di un amico, pensa Oliver. E visto che siamo vicini al Natale, perché non diventare il protagonista di un piccolo miracolo…

Josh vive sulle montagne del gelido Colorado, in una casa troppo grande per il suo cuore a pezzi: Amanda, il vero amore della sua vita, se n’è andata, e la prospettiva di un Natale da solo non è allettante. Ma basta qualche piccolo scherzo del destino a mettere tutto sottosopra in un batter d’occhio. Cosa succede infatti se il vicino di casa in partenza per l’Europa gli molla Lucy, una cagnona irresistibile dagli occhi languidi? E se nel retro del suo pick-up trova uno scatolone da cui spuntano cinque cagnolini infreddoliti? Alle prese con tutti questi cani senza mai averne avuto uno, Josh non ha più tempo per disperarsi: ora la casa si è trasformata in un allegro campo giochi. Lucy è diventata l’adorabile mamma adottiva dei cuccioli e Josh l’umano capo branco che, con l’aiuto della bella Kerri che lavora nel canile vicino, si prende cura di loro in attesa che qualcuno li adotti per Natale. Ma l’affetto per i nuovi amici a quattro zampe cresce ogni giorno di più, insieme al legame con Kerri. Finché, all’improvviso, Amanda torna a bussare alla sua porta… “Cinque cuccioli sotto l’albero” è una favola natalizia sull’amore, sull’amicizia e sulla fedeltà.
Buone letture e buon Natale!

Bellissimo articolo!
Quanti meravigliosi libri dedicati ad un Natale da non dimenticare.
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ci sono tantissimi libri da leggere e regalare!
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Per quanto mi riguarda, non dimenticherò mai l’incipit di Piccole donne: Natale non sembrerà Natale senza regali…
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è rimasto nel cuore di molte lettrici e lettori….
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Bellissimo post!
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Grazie!!!
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Sono una fan di Buzzati, ma questo mi manca. Ciao Pina e buon Avvento! 🎄
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Grazie Luisella, ricambio 🤗🎄
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Buon Natale 🤶 e tanti libri 📚 sotto l’albero 🎄
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Ricambio gli auguri libreschi 🎄📚
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occhi a cuore per i cuccioli nelle copertine
ma la più belle è la antologia italiana di Storie di Natale, quella con Camilleri; cover stupenda
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È vero!
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Grazie di cuore per questo regalo che ci hai fatto. Ti auguro tanti giorni sereni e un felice Natale. Antonella Turrin
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Grazie Antonella, tanti auguri di serenità anche a te. Buone feste 🎄
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Interessante, me li segno! 🙂
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Buone letture! 🎄
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