A essere onesta, non sono mai andata d’accordo con mia madre. Anche se ci vogliamo molto bene, i nostri incontri sono pieni di frizioni e qualche volta anche di scintille dolorose. A quanto dice, sto sempre a rivangare il passato, e a lei non piace niente di quello che faccio nel presente. Noi figlie tendiamo a vedere negli errori delle nostre madri l’origine di tutti i nostri problemi, e le madri tendono a considerare i nostri difetti come la prova di un possibile fallimento. Per evitare conflitti, negli ultimi anni ho preferito non rivelare tutto ciò che penso, nascondendo le mie predilezioni e le mie fobie, diventando il più ermetica possibile per scongiurare i suoi commenti taglienti, ma non mi verrebbe mai in mente di fare a meno di lei. Mentirei se dicessi che non ne ho bisogno; quando non c’è, mi sento priva di protezione. (pag. 144)
La figlia unica, di Guadalupe Nettel, La Nuova Frontiera 2020, traduzione di Federica Niola, la mia recensione
INCIPIT
Guardare un neonato mentre dorme significa contemplare la fragilità dell’essere umano. Sentire il suo respiro delicato e armonioso suscita un misto di calma e di sgomento. Osservo il neonato che ho davanti a me, la faccia distesa e polposa, il filo di latte che scorre da un angolo delle labbra, le palpebre perfette, e penso che ogni giorno uno dei bambini che dormono in tutte le culle del mondo smette di esistere. Si spegne senza fare rumore come una stella persa nell’universo, tra migliaia di altre che continuano a illuminare l’oscurità della notte, senza che la sua morte sconvolga nessuno eccetto i suoi parenti più stretti.
Ho mandato questa frase alla mia migliore amica. Come hai visto l’ho scritta anche nel mio post. Ci sono delle parti di questo libro talmente veri da far paura!
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Si, veramente!!! Non so quante frasi ho sottolineato…..
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