“Funzionava così.

Non ci si poteva fare il bagno insieme ai maschi, non si poteva andare al circo o al bowling, non si giocava né a biliardo né a carte (a parte Uno), non si ballava. Niente cinema, niente trucco, niente buchi alle orecchie o gioielli vistosi, o vestiario immodesto di qualsiasi tipo. Gli uomini dovevano portare i capelli corti, le donne lunghi. E il concetto di GIOIA era riassunto nella formula: Gesù In Ogni Istante Amerò.”

La ragazza che dormì con Dio, di Val Brelinski, Nutrimenti editore 2017, traduzione di Sandro Ristori, illustrazione in copertina di Alessandro Gottardo, mia recensione

INCIPIT

L’ultimo giorno di agosto del 1970, un mese prima che lei compisse quattordici anni, il padre di Jory portò le sue due figlie in una casa abbandonata e le lasciò lì. Non era stato un viaggio lungo. Il padre aveva guidato con risoluta determinazione verso i confini della città, superando i binari della ferrovia e l’impianto di itticoltura e i terreni del rodeo. Si era lasciato alle spalle la fabbrica di barbabietole da zucchero e il macello e gli stabilimenti di lavorazione della carne, e in tutto questo Jory non aveva fatto altro che guardare fuori dal finestrino chiusa in una rabbia silenziosa. Al suo fianco, sul sedile posteriore della Buick, Grace era praticamente svenuta: aveva la testa appoggiata sulla spalla di Jory e un filo di bava le colava dalle labbra. Aveva inzuppato tutta la parte superiore della maglietta della sorella, che le aveva affibbiato uno spintone per poi voltarsi di nuovo verso il finestrino.