L’Adagio è uno stile di vita: un incedere lento per le strade dell’esistenza che diventa
un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo dentro e fuori di sé, riordinare i pensieri e tornare a
stupirsi di fronte a luoghi che spesso abitiamo distrattamente.
Così la pensa Teresa Monestiroli, curatrice della collana Gli adagi, edita da Enrico Damiani Editore e del primo volume che compone questa particolare collana di guide, dedicato a Milano. Tutto è partito dal suo blog Adagio urbano, una bussola per chi vuole godersi la città con lentezza, assaporando ogni luogo senza la fretta del visitatore mordi e fuggi, un turismo che rispecchia la filosofia di vita dell’autrice:
convinta che rallentare le nostre vite frenetiche valga di più che sognare di cambiarle radicalmente (raramente lo facciamo!).
Ecco dunque che nasce il primo volume della collana, Milano adagio: raccoglie le esperienze vissute in prima persona dall’autrice, i suoi “safari metropolitani“, condotti senza sponsorizzazioni, inviti, sconti, ecc. Dunque, consigli sinceri e percorsi testati!
Personalmente amo molto questo tipo di approccio e di turismo, e voi che ne pensate? Vi lascerete conquistare da queste bussole per partire alla volta di città che magari già conoscete ma che ora potete vedere con occhi diversi? Ecco i volumi che compongono la collana, regali perfetti per i vostri amici più curiosi e desiderosi di praticare un turismo diverso.

Questa non è una guida esaustiva ma un viaggio controcorrente, una passeggiata da flâneur, un filo che si srotola tra chiostri e bistrot, musei, cinema e panchine. A condurlo è l’adagio urbano, il piacere di dedicarsi del tempo anche quando il tempo non c’è. In questa mappa dell’anima, Teresa Monestiroli smette di correre e invita ad ascoltare il silenzio, tuffarsi in un quadro o sedersi a un caffè per sentirsi felici.
A condurlo è l’adagio urbano, il piacere di dedicarsi del tempo anche quando il tempo non c’è. In questa mappa dell’anima, Teresa Monestiroli smette di correre e invita ad ascoltare il silenzio, tuffarsi in un quadro o sedersi a un caffè per sentirsi felici.
Che siate milanesi in cerca di quiete o turisti che preferiscono le porte laterali, Milano Adagio vi regala il gusto di perdervi dentro l’elegante lentezza della città, per ritrovare, a ogni angolo, un po’ di voi stessi, e per scoprire un’altra anima della città più dinamica e veloce d’Italia.
Teresa Monestiroli è nata, vive e lavora a Milano. Laureata in filosofia, dopo dieci anni da redattore nella cronaca milanese de “La Repubblica” ha scelto l’attività di freelance e oggi si occupa di cultura e società. Ha scritto due libri: Adagio urbano (Editrice Compositori) e Lisciare le orecchie a un bracco e altri piccoli gesti antistress (Fabbri Editori); ha curato tre edizioni della Guida dei ristoranti di Milano de “La Repubblica” .
La collana si è arricchita di altri volumi, guide per suggerire percorsi alternativi e per vivere l’esperienza autentica della città. Ecco le altre guide:

Venezia adagio è un viaggio a passo lento da San Marco a Rialto, dalla Giudecca a Dorsoduro, da San Polo a Cannaregio, tra palazzi, giardini, chiese e opere d’arte, una guida per assaporare, attraverso percorsi alternativi, la dimensione più viva e autentica di Venezia e delle sue isole.
Paola Zatti ci conduce in una Venezia meno nota ma altrettanto affascinante, caratterizzata da un tessuto vitale di piccole realtà dove il ritmo della vita è già di per sé lento, per comprendere, rispettare e cogliere l’immensa bellezza di questa città. Una guida per chi si sente lontano dalla logica del “mordi e fuggi” e si avvicina a Venezia per scoprire “l’altra faccia della città cartolina”, quella in cui esistono ancora antichi mestieri, usanze remote e sapori autentici.
«La Venezia che voglio raccontare è nata con questo spirito, andando oltre l’abbagliante bellezza più immediata, con la speranza di aiutare a cogliere alcuni di quegli aspetti che rendono la città e la sua laguna luoghi unici. Ed è nata da lunghe pause alla finestra della mia cucina, affacciata sul canale, e fatta di rientri dalla spiaggia, arrossati dal sole e di nebbia fitta nelle calli; di “oè” gridati al mattino presto, di voci troppo alte e silenzi profondissimi; di gite in barca, a piedi e in bicicletta; di bagni in ghebo e dune roventi; di frittelle, carciofi, schie e masanette; di lente passeggiate alle Zattere, a Sant’Elena e nelle isole; di giorni di acqua scesa dal cielo e risalita da terra; di neve e masegni; di Redentori sulle barche e sopra i tetti, di laguna, di mare e di entroterra».
Oltre ai percorsi di visita suggeriti, in Venezia Adagio l’autrice affida a quindici protagonisti della storia e della cultura di questa città il compito di raccontare luoghi, aneddoti, oggetti, aspetti particolari ma essenziali della storia di Venezia e della sua vita, passata e presente, rendendo questo libro un viaggio insolito nel tempo, nello spazio e nella tradizione.

Napoli Adagio di Francesca Amirante : «Napoli è fatta di luci e ombre, cultura e ignoranza, miseria e nobiltà. I napoletani hanno l’attitudine a esorcizzare, a trasformare tutte le esperienze, anche le più drammatiche, in qualcosa di bello, ma anche di fugace, come la musica. Hanno la pazienza di cucinare il ragù ma anche l’agilità di afferrare una pizza al volo, lungo la strada.
Il nostro adagio sarà una ricerca di tempo e di spazio mentale per fare degli incontri: con i luoghi, gli oggetti, le opere, gli spazi aperti e, soprattutto, con l’umanità. Un adagio a piedi o in bicicletta o su una barca, ma anche in attesa di un mezzo pubblico, nel traffico delle ore di punta. Attraverserà Napoli in lungo e in largo: da Posillipo a San Giovanni a Teduccio, da Secondigliano a Fuorigrotta, dal centro antico al Vomero, perché ovunque si può trovare una forma – aperta o chiusa, rettangolare o tonda, dritta o a zig zag – da svelare.
Napoli adagio vuole essere una sorta di percorso di iniziazione, dedicato a napoletani e “forestieri”, per guardare la città in modo trasversale. Sapendo che solo la capacità di mettersi in gioco ci permetterà di viverla fino in fondo».

Brescia è una città ricca, fatta di lavoro e spirito d’impresa, bravura tecnica e infinita capacità di ingegno. Città fortemente colpita e ferita dalla pandemia, ha saputo rialzare la testa e ripartire. Nel 2023, insieme a Bergamo, sarà Capitale italiana della cultura.
Brescia è una piccola potenza economica che si mantiene con un’unica ricetta: correndo. Sempre. Senza sosta. Ma anche la città più operosa nasconde angoli di quiete e il segreto – suggerisce Massimo Tedeschi – per assaporare Brescia in tutta la sua anima cangiante, ricca di bellezza, è rallentare.
Brescia adagio è un viaggio a passo lento per assaporare il cuore della città: la Loggia e il Duomo, il Broletto e il Vantiniano, i chiostri, le torri e le fontane, gli aromi dei viali dei tigli in fiore, il profumo delle cucine di mezzo mondo che aleggia nel Carmine; Brescia adagio è una guida per scovare angoli di quiete e bellezza nella città industriale per antonomasia, la città sempre in movimento. Questo libro vuole suggerire spunti, percorsi ed esperienze per vivere, amare e gustare questa città, perché Brescia può essere affrontata adagio anche nel bel mezzo di una giornata lavorativa frenetica, basta solo soffermarsi a contemplare la magia dei suoi chiostri, le sue meravigliose chiese e i suoi parchi urbani.
Brescia adagio è un viaggio in una città-enciclopedia, che racconta una stratificazione di epoche e di stili, in una città-mondo, una città-confine, una città-laboratorio di 196.000 abitanti con 38.000 cittadini di 142 nazionalità diverse che costruiscono ogni giorno un’ipotesi di convivenza per una Brescia dalla mille sfaccettature, da gustare adagio.
Completano la guida dieci itinerari imperdibili in provincia: il Vittoriale a Gardone Riviera; l’isola del Garda a San Felice del Benaco; le grotte di Catullo a Sirmione; le case museo a Lonato, Calvagese e Montichiari; la Fondazione Zani a Cellatica; le cascate di Nave e Monticelli Brusati; il Castello di Padernello a Borgo San Giacomo; il Santuario della Via Crucis a Cerveno e gli affreschi di Girolamo Romani e il pontile belvedere a Pisogne; Montisola; la Franciacorta tra Provaglio, Camignone e Rovato.

Il racconto di una città d’acqua e di pietre, di fontane e di stucchi, aristocratica come i suoi palazzi e popolare come i suoi mercati
Raccontare Palermo non è un compito facile. Più di duemila anni di storia convergono in una cultura “cumulativa”, dove il nuovo non cancella il vecchio ma si stratifica componendo un mosaico sempre in movimento. Raccontare i suoi abitanti, poi, è ancora più difficile: dopo secoli di dominazioni, Palermo continua a essere un crocevia di popoli che vive di integrazione.
Palermo adagio è una passeggiata tra luoghi di devozione e di folclore, tra botteghe, angoli di quiete e cultura; è un invito a soffermarsi sugli odori, i sapori e le voci di questa città, da sempre punto di incontro di popoli, storie e tradizioni.
Palermo adagio suggerisce percorsi per esplorare la città a passo lento, vivendo il viaggio come un’esperienza del cuore e della mente. Una guida per tutti: per i palermitani che desiderano osservare la città da nuove prospettive e per i forestieri in cerca di itinerari alternativi, per guardarsi intorno adagio e cogliere tutta l’armonia di questa città multietnica e multiculturale. Oltre ai suggerimenti di Giovanni Rizzo, nel libro si possono trovare sette ospiti, sette voci a cui l’autore affida il compito di raccontare luoghi, aneddoti e iniziative di Palermo, rendendo questa guida un viaggio assolutamente originale nel tempo e nella tradizione.

«“Bergamo di sopra o di sotto?”… è la domanda che tutti i bergamaschi si sentono porre, come se si parlasse di due nuclei distinti. In realtà il legame fra la città antica, racchiusa entro le mura veneziane, e la città bassa, centro produttivo, commerciale e residenziale, è molto più stretto di quanto possa apparire a un primo sguardo.
A me piace immaginare un visitatore – bergamasco o “forestiero” che sia – che sappia assaporarla nella sua interezza, in un insieme di bellezze architettoniche e naturali, di cultura locale, di cibo e tradizioni. E proprio a questo tipo di viaggiatore mi voglio rivolgere, proponendo percorsi che, senza rinunciare ai monumenti più noti, mostrino il suo volto più vivo, più vero, abbracciandone tutte le sfaccettature.
La presenza di un turismo mordi e fuggi ha accentuato questa visione della città divisa in due. File di turisti si mettono in coda alla partenza della funicolare, percorrono la Corsarola, arrivano in Piazza Vecchia e dopo un rapido sguardo scappano via.
Infine, il neo pubblicato volume dedicato alla Città Eterna, Roma

La Roma vista e vissuta andando adagio è la Roma caput mundi, che raccoglie tanta bellezza frutto della sapienza umana e di una natura incomparabile. Ed è anche la città di ogni giorno, problematica e caotica, quella che è cresciuta negli ultimi decenni come mai nella sua storia millenaria.
Agli occhi di chi la visita, di chi la abita e anche di chi la visita sentendosi un po’ abitante, Roma offre ovunque luoghi degni d’interesse, sia nelle zone centrali sia in quelle più periferiche. Si presta alla contemplazione, alla percezione estetica, alla conoscenza, e alimenta esperienze culturali e sociali. Rassicura e sorprende al tempo stesso.
Roma adagio prova a suggerire itinerari canonici e fuori dai canoni, ci invita a osservare da vicino i dettagli più suggestivi di opere famosissime e a perderci negli angoli meno conosciuti della capitale. Ci accompagna, adagio, in una passeggiata fra l’eterno e il quotidiano.


la trovo una idea molto bella e geniale… tutto abbiamo bisogno di rallentare i ritmi
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Infatti! a me piace girare con calma, prendermi il tempo anche solo di sedermi su di una panchina, in un bel giardino, a osservare, o a leggere… insomma, vivere una città come se in effetti ci abitassi, e non fossi solo di passaggio. Mi piace molto anche andare nei mercati delle città che visito, li trovo dei luoghi vitali, dinamici e capaci di rivelarti un po’ l’anima di quel luogo, attraverso le facce, le voci, le merci…
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oddio, dire da San Marco a Rialto, dalla Giudecca a Dorsoduro, da San Polo a Cannaregio per venezia è dire sempre la solita solfa turistica; non vedo nulla di particolarmente innovativo o originale
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Bergamo è una città bellissima e molto poco considerata, per me è stata una vera sorpresa. Riguardo Venezia, racconto un aneddoto personale di una mia “visita adagio”: mia madre non c’era mai stata e, per la prima volta, ce l’ho portata io, dicendole: “va bene, vediamo Rialto e San Marco perché non ci sei mai stata… però poi ti porto a vedere Venezia”. E così ci siamo inoltrati per tutte quelle calli sconosciute, dove non c’è nessuno, finché non abbiamo raggiunto il canale dea Giudecca… e lì c’era un veliero. Sembrava un sogno. Ma ciò detto, cercare la città dove si urla “oè” al mattino mi sembra utopistico: il turismo di massa l’ha spazzata via, Venezia ormai cessa di vivere quando i turisti che la consumano vanno via alla sera.
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L’aneddoto che racconti è proprio l’intento con cui si muove l’autore. Certo, a Venezia non si può fare a meno di transitare in certi luoghi, ma sono le vie di fuga inaspettate a dare un senso a quel passaggio.
Venezia ormai assomiglia più a un parco a tema che alla storica repubblica marinara che è stata.
Sarò trachant ma io la chiuderei al turismo, per restituirla ai suoi abitanti, quelli veri, che la amano, non a quelli che la tengono in pugno con l’avidità di chi ci si vuole solo arricchire.
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C’è un comitato che si batte in questo senso… ma non mi piace neppure tanto quel comitato, ti dirò, perché da quel che ho visto è un’associazione elitaria che vuole “restituire” Venezia all’aristocrazia che se la può permettere, e fanno anche un po’ di snobbiamo tra “veneziani” (che sono quelli che vivono nella Laguna) e “mestrini” (che sono quelli che vivono nella terraferma). Ma probabilmente ad un certo punto (sempre più vicino, se il riscaldamento globale continua a questo ritmo) in cui Venezia si inabisserà e il problema sarà risolto…
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Brescia ha anche tanta natura: sia montagna che laghi, piccoli e grandi.
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