Il Capodanno si sta avvicinando, molti di voi stanno già preparando le valigie per raggiungere le località dove trascorrerlo insieme ad amici e partner. Allora non resta che scegliere un bel romanzo che ci trasporti proprio in quell’atmosfera di festa, di aspettative per un muovo inizio, di buoni propositi e desideri.
Vi aspetta una bella carrellata di romanzi tra cui scegliere. Se invece desiderate leggere un romanzo che si abbini alla meta del vostro viaggio, vi ricordo di visitare la sezione “Viaggi letterari” dove potrete scegliere tra tantissime destinazioni.
E allora non mi resta che augurarvi un anno nuovo pieno di felicità e pace. Let’s celebrate!!

Qualche luce e molte ombre: come in tutte le famiglie, la vita è proprio questo, un disegno in chiaro-scuro, un palcoscenico dove ciascuno gioca il proprio ruolo mai a sé stante, sempre in stretta relazione con gli altri, con e per gli altri.Di questo parla questo denso romanzo: denso di emozioni, di scene esilaranti, di riflessioni, di qualche grande dispiacere. Di dolore e di amore. Così come abbiamo già visto in “Tanta vita“.
Il romanzo, con un taglio teatrale, si condensa in una notte, quella di Capodanno, dove la famiglia si riunisce: i flash back della voce narrante, servono ad annodare i fili che sembrano spezzati, a riempire i silenzi e gli sguardi che aleggiano sulle persone. (vai alla mia recensione)

Tutto si guasta, si incrina, invecchia, si rompe. Sohara Mamoru, che è nato sull’isola più piccola dell’arcipelago di Izu ed è il tuttofare della comunità, lo sa. Durante i tre giorni che precedono il Capodanno, si svolge la storia di un uomo che ha sempre messo davanti alla propria realizzazione la felicità altrui. In quella goccia di terra sovrastata da un vulcano dormiente e coperta da boschi di camelie, Sohara sogna (e di nascosto realizza) piccoli atti magici. Aggiusta case, guardrail, lampioni e, insieme, persone. Sono i giorni in cui in Giappone tutti si affaccendano per pulire, mettere a nuovo le stanze e accogliere così l’anno che viene, accompagnato dai 108 rintocchi delle campane dei templi. Sono le 108 passioni umane da cui liberarsi per raggiungere il Nirvana, secondo la religione buddhista: 107 rintocchi prima della mezzanotte, uno subito dopo. Mentre le stradine dell’isola si riempiono del profumo dei cibi tradizionali, le uova di aringa, i fagioli dalla buccia nera e brillante, il riso dai grani rossi delle grandi occasioni, Sohara incontra Kodama e i tasti guasti del suo pianoforte, Nozato che si sa immaginare solo a bordo di una bicicletta, il maestro Kawakami cui scivolano dalle mani oggetti che Sohara, suo allievo, di nascosto aggiusta e restituisce alla casa. Ciò che Sohara non sospetta però è che, in quei giorni profumati di pino e pasticcio di pesce, giungerà per lui dal mare una lettera: porterà con sé una tremenda notizia da Yamada, figlio dannato dell’isola. Accadrà proprio nell’attesa di un Capodanno che, per la prima volta, gli racconterà chi sia lui per la comunità e quanto il senso della vita non stia in tutte le possibilità che essa offre ma nella scelta di una sola. Nella notte dei 108 rintocchi, arriverà per Sohara il tempo non più di dare ma di ricevere.

È la notte di capodanno del 1937 all’Hotspot, un night club del Greenwich Village a New York. In fondo a una pista da ballo piccola e vuota, un quartetto jazz suona stancamente. A un tavolo appartato, Evelyn Ross e Katey Kontent ostentano senza problemi la loro giovanile e spensierata avvenenza. Avendo in borsa una decina di centesimi ciascuna e in testa l’idea di continuare a bere, si apprestano a fare gli occhi dolci al contrabbassista o al barista di turno quando un giovane uomo fa il suo ingresso nel locale. Capelli castani e occhi azzurri, cravatta nera e un bellissimo cappotto appoggiato al braccio, il giovane ha tutta l’aria del tipo che è stato educato a forza di quattrini e buone maniere. È, infatti, Theodore Grey, detto Tinker, banchiere a Wall Street e, di lì a poco, l’uomo del destino per le due ragazze, colui che le condurrà nella «buona società» newyorchese della fine degli anni Trenta, prima che tutto precipiti nel baratro di una guerra i cui venti spirano già in Europa.

«Sono Clara». In apparenza, la più banale delle presentazioni; eppure per il giovane protagonista del romanzo, che la vigilia di Natale si trova catapultato quasi per sbaglio nel trambusto di una festa, circondato da illustri sconosciuti, è lo schiudersi improvviso e folgorante di un sogno, di una nuova prospettiva di vita. Clara è bella, colta, irriverente, e i due, banditi i convenevoli, ingaggiano fin dai primi istanti una serrata schermaglia amorosa, in cui si susseguono a un ritmo vertiginoso affondi, brusche ritirate e stoccate impietose e divertite sui presenti, presto confinati al ruolo di comparse. Insieme al desiderio, cresce la paura struggente che tutto, com’è cominciato, possa di colpo finire; ma l’incanto si rinnova sera dopo sera, in un percorso circolare che li conduce fin sulla soglia del nuovo anno. Una New York inedita, dai riflessi viola-argentei, notturna e invernale, è lo scenario complice di questo incanto, con le chiatte ormeggiate sull’Hudson su cui scorrono lenti i lastroni di ghiaccio; i parchi innevati e lo skyline di Manhattan a evocare un mondo fiabesco, carico di echi letterari. Tra passi falsi e vani tentativi di opporsi a un sentimento ineluttabile e a un prepotente desiderio di felicità, il lettore, incredulo e partecipe, assiste in presa diretta al momento magico e irripetibile della nascita di un amore, alla costruzione paziente e minuziosa di un universo condiviso di parole, rituali e ricordi, intensi e talvolta dolorosi.

Un gruppo di amici si ritrova per festeggiare l’ultimo giorno dell’anno in una villa ai bordi del mare toscano. In questa serata di festa ognuno è ciò che dice di essere, mai chi realmente è. Il Capodanno è un tempo dove presente, passato e futuro sono, per un attimo, lo stesso momento. Ed è in questo tempo – consumato attorno a un tavolo imbandito – che si muovono i personaggi di questa storia. Un tempo dove realtà e finzione sono le facce della stessa medaglia. Nella sfarzosa villa dell’imprenditore Giulio, accolti dalla sua affascinante moglie Francesca, come ogni anno sfilano gli amici di una vita. Tra gli altri, un notaio e una modella, un insegnante di tennis e un’assicuratrice, un poliziotto, un rappresentante di lampadine e una donna in carriera. Quello che unisce questo gruppo di persone tra i trenta e i quaranta anni è un’antica consuetudine amicale, nata sulle spiagge della Versilia quando erano ancora poco più che adolescenti, e consolidatasi negli anni che sono passati da allora: storie di affetto, di invidia, di soldi, di sesso e di ricatti. Storie di segreti nascosti che improvvisamente si rivelano. E in mezzo a tutto questo – quasi un’eco eterno della quotidianità – la natura intorno: un mare che è sempre a due passi e che sembra voler sfuggire a una montagna che lo insegue e sul quale incombe. È nell’arco di questo tempo – scandito dai granelli di sabbia della clessidra che si trova nella villa della cena – che si consumeranno, in una sola sera, le loro esistenze, i loro bilanci, i loro sogni e le loro ambizioni. E, forse, anche la loro fine.

“Mare d’inverno” è un romanzo sull’amicizia. La voce narrante è quella di Agnese: insegnante, un matrimonio traballante, una figlia diciottenne. Poi ci sono vera, giornalista di successo, e Carmen, attrice prestata al doppiaggio. Sono vicine ai cinquanta e sono amiche dai tempi dell’università. Adesso si ritrovano a passare insieme, in una villetta di un desolato lido della riviera romagnola, i giorni che precedono il Capodanno. La scusa è quella di consolare Carmen che si è rifugiata lì per riflettere sulla sua ennesima sconfitta sentimentale. In quel posto semideserto, freddo, tra alberghi chiusi e il mare d’inverno della canzone di Ruggeri, le tre donne rafforzano la loro amicizia, tra liti passeggere, ricordi che affiorano, confidenze, rimpianti, amori che non si dimenticano. Ma soprattutto ridono, o imparano a farlo, in un’età in cui si prende coscienza che la giovinezza si allontana a passi svelti. Una breve vacanza in cui conosceranno qualcosa in più di loro stesse, e avranno anche l’occasione di incontrare uomini che scontano lo stesso malinconico “fuori stagione”. E insieme, nella neve che le sorprende per Capodanno, troveranno le ragioni e l’entusiasmo per andare avanti più consapevolmente, tra la solitudine e gli altri.

I condomini del comprensorio “Le Isole”, complesso residenziale al numero 1043 della via Cassia, a Roma, si preparano a festeggiare l’anno nuovo. La vita è amara e va addolcita, occorre annegarla nello champagne e abboffarla nello zampone e lenticchie. Ognuno festeggia alla sua maniera e poco alla volta il condominio diventa un gigantesco magnete che attrae, per necessità o per caso, una serie di vite che s’intrecciano con quelle dei condomini. L’azione cresce lenta ma implacabile. Alla fine tutto esplode, quando i freni si allentano, quando la festa ha inizio, quando il sangue comincia a scorrere.

Si procede, storia dopo storia, dentro alle immagini di una Berlino che Kohlhaase conosce a menadito e di cui riesce a restituire il sound, l’odore e le inflessioni. Dentro questi racconti, che letti uno dopo l’altro appaiono come un romanzo, troviamo la DDR, il nazismo, la capitolazione della Germania, il dopoguerra, ma tutto procede attraverso il racconto di vite minime, in una sorta di estetica del quotidiano in equilibrio fra microstoria e macrostoria. Tredici short stories, avvolgenti come il fuoco in una notte d’inverno, che si muovono con passo deciso andando a scavare dentro il lato più profondo e nascosto dell’animo umano.
Per chi ama le storie romantiche

La scrittrice Margaret St George ha creato una serie chick-lit in cui nuovi amori nascono nelle notti delle feste e del veglione: così accade ad esempio, ne La notte di San Silvestro (traduzione di Mariangela Latorre, HarperCollins Italia, 2015): studenti e studentesse di un campus universitario si preparano a trascorrere la serata dell’ultimo dell’anno, tra battibecchi tra amici, improvvise rotture di fidanzamenti, inviti sgraziati dell’ultimo minuto, e incontri con stranieri misteriosi con il loro carico di fascino.
È un Capodanno galeotto per Bailey e Cole che, dopo aver condiviso un’amicizia profonda per lungo tempo, decidono di rivedersi e festeggiare insieme questa notte speciale. Non tutto fila però liscio, perché Bailey deve ancora superare i traumi del passato.

Veronica è un’inguaribile romantica che fatica a muoversi nel reale e riempie le sue giornate di sogni e magia. Assieme all’amica Costanza, bellissima e apparentemente scostante anche a causa dell’inusuale lavoro che svolge, parte per festeggiare il Capodanno a Tenerife. Nell’isola tutto cambierà per entrambe. Veronica incontra un fascinoso londinese nero con cui la passione si accende ma che sparisce senza lasciare traccia; Costanza incontra uno spagnolo che riuscirà a farle cambiare idea sulle relazioni sentimentali. Con la complicità di un gruppo di adorabili signore, avanti con gli anni ma uniche per tempra e indole, Veronica non smetterà di cercarlo e, affrontando incidenti di percorso, misteri e nuovi viaggi, trascorreranno dodici mesi. E sarà di nuovo Capodanno…
E se anche a Capodanno non potete fare a meno del brivido, ecco una lista di libri

Dieci grandi scrittori italiani, ognuno con la propria voce e la propria musica narrativa, raccontano una storia noir.
Tra un brindisi e uno scambio di auguri, incontriamo alcuni fra i personaggi più amati del noir italiano, come l’ispettore Ferraro, l’investigatore Elia Contini, il commissario De Vincenzi e il colonnello Bruno Arcieri. E viaggiamo per l’Italia: dalla Roma corrotta e violenta degli anni Settanta fino a quella insanguinata dei giorni nostri; dalla Firenze del 1944, teatro di una doppia storia d’amore messa a dura prova dalla guerra, alla campagna toscana con la vicenda attuale di due fratellini sulle tracce di un uomo nel bosco: dove starà andando? E poi Milano, con i suoi quartieri e la sua gente; Milano che negli anni Venti ospitava Antonio Gramsci a San Vittore, uno che il Capodanno lo odiava proprio. E ancora un borgo del centro Italia, all’apparenza tranquillo, che nasconde una realtà sanguinosa. Fuori dai confini nazionali, marito e moglie fanno un viaggio a Barcellona che avrà un esito imprevisto; mentre in Svizzera, paese sempre all’avanguardia, pare che persino le intelligenze artificiali possano uccidere. È il periodo dell’anno in cui promettiamo di lasciarci il passato alle spalle affidandoci ai buoni propositi, almeno così si dice. Ma i protagonisti di questo libro non vogliono affatto abbandonare le vecchie abitudini e il conto alla rovescia probabilmente li sorprenderà sulla scena del crimine. Sono i rischi del mestiere, quando sei un killer o un poliziotto in servizio la notte di San Silvestro…

Tra luci, brindisi, spari e giochi d’artificio si annidano intrighi e delitti e il Capodanno degli investigatori di casa Sellerio si tinge subito di giallo. Le antologie di racconti gialli di casa Sellerio, nate come un vero e proprio laboratorio di studio per scrittori della stessa scuderia, sono diventate negli anni degli appuntamenti fissi molto attesi dai lettori.
Salvo Montalbano, il commissario di Andrea Camilleri, sogna per l’ultimo dell’anno gli ottimi «arancini» di Adelina, ma prima deve catturare un pericoloso latitante; la vigilia nella Casa di Ringhiera immaginata da Francesco Recami è tutta equivoci e strani traffici; Rocco Schiavone, creatura di Antonio Manzini, passa un Capodanno nero tra l’omicidio di un senzatetto e il suo trasferimento punitivo che incombe; Kati Hirschel, la libraia di Istanbul di Esmahan Aykol, cerca la sua cara amica scomparsa proprio il giorno del cenone; Enzo Baiamonte, l’elettrotecnico palermitano detective per caso di Gian Mauro Costa, durante la festa di fine anno prova ad aiutare una donna del passato; il barrista Massimo, anche senza i vecchietti ficcanaso del BarLume di Marco Malvaldi, fiuta la pista giusta di un delitto che scuote il «Capodanno pisano» in costume.

Dicembre, Alta Langa piemontese. Sebastiano Guarienti, pilastro della saga farinettiana, ha l’eccentrica idea di suggerire al sindaco di un piccolo paese, un po’ per gioco, molto per prenderlo in giro, di organizzare un grandioso ballo di Capodanno in costume nel locale castello assai cadente. Un’insensatezza che il primo cittadino, da grossolano signorotto con le mani in pasta in diversi affari, fa subito sua per accattivarsi il declinante favore della cittadinanza. Tra ex belle donne sfiorite ma ancora appetibili, un nobiluomo che vive da solo in un convento di cinquantotto stanze con un cavallo imbalsamato, una vecchietta in odore di stregoneria (una masca in tutto e per tutto), una giovane charmosa, un altrettanto giovane e fascinoso architetto, e poi formaggiai, parroci, nonne impossibili, muratori romeni di impagabile simpatia, devastanti ragazzini, bande musicali, farmacisti cornuti, maschere improbabili (si segnala un geometra di Mondovì travestito da banana), spesso parlanti in un vero e proprio grammelot vecchio Piemonte, la preparazione del veglione scorre febbrile sotto gli sguardi divertiti di Sebastiano e del maresciallo dei Carabinieri Beppe Buonanno, a loro volta colti entrambi in un’impasse sentimentale dai risvolti inquietanti. Ma, come da copione, la notte di Capodanno, al culmine dell’affollato festone, fra le pareti del castello avviene un sanguinoso omicidio.

Un’operatrice sanitaria viene assassinata in circostanze scabrose. È la vigilia di Capodanno e la Questura di Teramo è a corto di personale. La PM in servizio incarica l’ispettore capo Vera Ferri della conduzione delle indagini. Reduce da una relazione abusiva, la Ferri ravvisa presto nel delitto la mano di uno psicopatico. Ad affiancarla nell’inchiesta, l’incantevole ispettore Stella Bellosguardo, appassionata di film horror, e lo psichiatra forense Massimo Dejana, clinico brillante e nerd incallito. Il commissario Mariano Forandola, perdutamente innamorato di Vera e al momento in malattia, collabora dietro le quinte con la sua sostituta. La scena del delitto è una vecchia scuola trasformata in istituto di riabilitazione. Un edificio disarmonico, labirintico, che fronteggia la serra monumentale adattata a convento in cui risiedono quattro consacrate decisamente sui generis.

Per conclude in bellezza l’anno appena trascorso, Rupert Bole organizza un cenone nella sua tenuta intrattenendo gli ospiti con un elaborato gioco di anagrammi. La serata dovrebbe proseguire con della musica e il tradizionale brindisi di mezzanotte, ma un improvviso incendio nel garage interrompe i festeggiamenti e crea non poco scompiglio tra gli invitati. Come se non bastasse, il giovane Bobby Letchworth accusa dei lancinanti dolori allo stomaco e vie ne accompagnato in ospedale, dove muore per quella che si scoprirà essere una dose fatale di… arsenico! Il giorno di Capodanno, dunque, l’ispettore Cheviot Burmann viene chiamato da Bole per procedere con gli interrogatori e trovare l’assassino tra ospiti e camerieri. Con quale stratagemma è stato somministrato il veleno? E Bobby Letchworth era davvero la vittima designata? Solo il puntiglioso Burmann saprà ricostruire la serata in ogni suo minimo dettaglio e svelare il reale movente che si cela dietro al crimine di fine anno. Finora inedito in Italia, “Veleno a Capodanno” è un esempio di depistaggio letterario e conquisterà il lettore con il suo umorismo pungente e le sue indagini minuziose e intriganti.

Istanbul, 2013. Un gruppo di giovani, che come polline nell’aria a primavera si moltiplica fino a diventare migliaia, protesta contro l’abbattimento di 600 alberi a Gezi Park, in piazza Taksim, dove l’amministrazione ha deciso di costruire un centro commerciale al posto di un bellissimo giardino. La mobilitazione civile dilaga in tutto il paese. La posta in gioco non è solo la cementificazione di un parco, ma quella dell’anima del popolo turco. La notte di Capodanno i fatti di Gezi Park sono ancora nell’aria. Fiocchi di neve al posto del polline. Il commissario Nevzat riceve una chiamata: un uomo è stato assassinato a Beyoglu, dove la Torre di Galata guarda il Bosforo dall’alto. Il mistero che avvolge quel cadavere è lo stesso che ha trasformato il luogo più affascinante del mondo in un quartiere preda della speculazione edilizia, dove il passato e il presente di una città e di una nazione si danno la mano.



Grazie per questo elenco interessante! 📚
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Buon anno nuovo 🎇🎇🎇🎇
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Felice anno nuovo anche a te🎇🎉🎇
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Un buonissimo fruttuoso 2024 e naturalmente ricchissimoo di nuovi libri. 😀
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Grazie 🤗😊 anche per te i miei auguri di jn anno pieno di soddisfazioni e felicità 😇
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😁😁😁😘
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grazie e un bellissimo 2024
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Ricambio l’augurio 🤗
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Non sarebbe bello un bel romanzo di Capodanno in cui il protagonista, come il Bill Murray de “Il giorno della marmotta”, continua a svegliarsi solo per scoprire che è di nuovo la mattina di San Silvestro?
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beh, dopo un po’….. mi prenderebbe male….. :)))
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Ammaniti 💚
E le edizioni Polillo…
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niente male, vero?
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non buttiamoci giù non aveva come scadenza del loro tentativo di cambiamento capodanno?
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si, hai ragione, da inserire nella lista!
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Tutti consigli molto interessanti che mi andrò a leggere con piacere, soprattutto i gialli-noir e i “108 rintocchi” che mi ha incuriosito, insieme a “L’anno capovolto”. Grazie e tanti auguri 🥂
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Grazie, tanti auguri per il nuovo anno, e buone letture!
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ciao pina, mi intriga “la buona società” grazie per la presentazione, augurissimi ❤
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😘😘😘😘
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Buon anno! 🙂
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Grazie, buon anno anche a te 🤗🤗
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Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho sfornato un nuovo post: è una sorta di Best of del 2023… spero che ti piaccia! 🙂
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Ottima lista di libri! Me ne sono già segnata alcuni!
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Buone letture!!! 🤓
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