Novembre: il mese in cui si passa da ‘ma quanto è bello l’autunno!’ a ‘ma quando arriva la primavera?! Mese di transizione tra l’autunno e l’inverno, è quello che apre le porte al Natale…

Cosa si può fare a novembre? A parte arrostire castagne, preparare litri di te e infornare biscotti? Certo, si può passeggiare ammirando il foliage caldo e malinconico, si possono passare le giornate a scervellarsi per trovare idee regalo originali per Natale, ma non è bello anche starsene comodamente allungati sul divano a leggere un buon libro? Novembre è un mese di uscite in libreria: le case editrici si preparano alle vendite natalizie e quindi sfornano libri come fossero frollini al cioccolato.
Oggi ve ne segnalo qualcuno, ma a partire dalla settimana prossima preparerò le mie solite “Vetrine di Natale” libresche, in cui vi segnalerò quelle che secondo me possono essere delle ottime soluzioni per fare felici i vostri amici lettori.

Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, Valérie Perrin ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità. Un romanzo raffinato, in cui si intrecciano destini e trame palpitanti, con il quale Valérie Perrin, straordinaria narratrice delle nostre vite, firma il suo grande ritorno.

Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.

Dall’autrice di Il peso e I cieli di Philadelphia, un romanzo incalzante, dalle tinte noir: la storia di una ragazzina scomparsa e della sua ricca famiglia, già segnata in passato da una simile tragedia. Un libro corale, su segreti e ambizioni, conflitti sociali e potere, rimpianti e seconde possibilità.
È l’estate del 1975 quando Barbara Van Laar, adolescente problematica, scompare da Camp Emerson, il campo estivo fondato dalla sua ricca famiglia nel parco delle Adirondack. La notizia fa subito scalpore: anni prima anche suo fratello Bear è sparito nei boschi in circostanze misteriose, e non è mai stato ritrovato. La giovane investigatrice Judyta Luptack comprende subito che tutti nascondono qualcosa: gli uomini della famiglia, che ai tempi di Bear hanno tardato a chiamare i soccorsi; la madre dei ragazzi, incapace di riprendersi dal dolore; il capitano della polizia, che ancora una volta ha fretta di trovare un colpevole, e Tracy, l’unica amica di Barbara al campo e l’unica a conoscere i suoi movimenti segreti. Mentre le indagini procedono, passato e presente si intrecciano, mettendo in luce tradimenti, menzogne, conflitti e giochi di potere. In questo sontuoso romanzo, Liz Moore mescola thriller e dramma familiare, raccontando una comunità dove ricchezza e benessere diventano gabbie che imprigionano affetti, desideri e ambizioni. Con uno stile limpido e ammaliante, Il dio dei boschi si addentra nelle contraddizioni umane come nel folto di una foresta impenetrabile, e ci consegna un ritratto memorabile della giovinezza, dell’amicizia e delle seconde possibilità che la vita concede quando si ha il coraggio di cambiarne le regole.

Questo libro è per chi affida un desiderio inconfessato a una stella cadente, per chi ha amato Dio di illusioni di Donna Tartt, per chi durante una tempesta ha trovato rifugio tra i rami di un abete, e per chi ricorda con affetto quel momento della vita che è come prendere fiato prima di parlare: un’ultima, dolce pausa prima di rivelare al mondo la propria natura.

Pubblicato per la prima volta nel 1958 e finalista nello stesso anno al premio Pulitzer, Warlock è un classico del western «revisionista»: un romanzo epico e corale che, precorrendo Meridiano di sangue di Cormac McCarthy, esplora con originalità il mito fondativo della Frontiera americana.
Fine Ottocento, sudovest americano. Warlock è una cittadina mineraria di frontiera in rapida espansione; insieme ai commerci, fioriscono il gioco d’azzardo e la prostituzione, gli scioperi e le scorribande dei cowboy. Mentre l’anziano governatore, il generale Peach, si crogiola ancora nel ricordo delle guerre contro gli indiani e di un’epoca eroica ormai da tempo superata, i cittadini sono frustrati dall’impotenza della legge ufficiale e decidono di assoldare un marshal privato, Clay Blaisedell. Armato delle sue due pistole dal calcio dorato, Blaisedell dovrà fare i conti con il capo dei cowboy Abe McQuown, ma anche con il vicesceriffo Bud Gannon, uomo ligio alle regole e dotato di un diverso, più mite senso della giustizia. Sullo sfondo, vediamo scorrere le vicende di un’umanità turbolenta e imprevedibile: minatori in lotta per una vita migliore, spregiudicati proprietari di saloon, prostitute in cerca di una seconda occasione, uomini di legge alcolizzati, dottori dall’idealismo incrollabile.

Marina Vujčić, scrittrice, drammaturga e editor, è una delle autrici più note e produttive della Croazia. Ha pubblicato diversi romanzi, premiati e apprezzati sia dalla critica che dai lettori. Personalmente ho molto apprezzato il suo romanzo Una questione di pelle. Non posso che consigliarvi questo suo nuovo romanzo, che arriva in Italia con la traduzione della bravissima Estera Miočić.
Katarina Baukovic è una donna come tante: lavora all’ufficio per l’impiego, ha un brutto rapporto con la madre e la sorella, vive in un appartamento in affitto e soffre di solitudine. La sua vita cambia improvvisamente quando nota il vicino del secondo piano. Un romanzo ad alta tensione sulle scale di un condominio che racconta le nostre solitudini, le ossessioni e le paranoie, il nostro bisogno d’amore.

Un romanzo profondo e appassionato, che resta nella testa e nel cuore, come una canzone che non si lascia dimenticare.
A Luton, cittadina industriale a cinquanta chilometri da Londra, Roddie Goulding e Fran Mulvey si conoscono al college e tra loro nasce una di quelle amicizie totalizzanti che segnano la vita. Roddie, di origine irlandese, viene da una famiglia lacerata da un terribile dolore; Fran, orfano vietnamita dall’infanzia travagliata, è un ragazzo ombroso e carismatico che gioca con la sua ambiguità anche sessuale. Quello che li accomuna è soprattutto la passione per la chitarra e la tendenza a vedere il mondo come un oceano di canzoni. È l’inizio degli anni Ottanta, e i modelli di riferimento sono David Bowie, Morrissey, i Velvet Underground. Insieme Roddie e Fran fondano un gruppo a cui si uniscono due gemelli di grande talento: la bella violoncellista Trez, l’amore segreto e irraggiungibile di Roddie, e suo fratello Seàn, divertente e solare, alla batteria. Si chiameranno The Ships. In una vicenda che copre venticinque anni di musica e amicizia, allontanamenti e successi, il loro percorso è quello tipico delle rock band: droghe, trasgressioni e vita da strada, incontri con star del calibro di Patti Smith o Elvis Costello, le desolate periferie inglesi, la bohème dell’East Village newyorkese, i concerti all’Hollywood Bowl, fino a un’ultima magica notte a Dublino.

La geografia del danno è una storia vera raccontata come un romanzo, che pagina dopo pagina rivela quanto chi ci ha preceduti determini in parte chi siamo oggi.
Questa è la storia di un segreto di famiglia che ne contiene altri. Di una traversata oceanica dall’Italia al Cile in cerca di fortuna. Di un’emigrazione dalla Sicilia alla Tunisia per le stesse ragioni. Di una ragazza cilena che arriva a Genova all’alba della prima guerra mondiale. Di un giovane ingegnere navale che perde la testa per un’attrice di teatro. Di una compagnia di commedianti sudamericani che cela talenti straordinari. Di una coltellata che sfigura un uomo e distrugge una famiglia. Andrea De Carlo parte da una rivelazione sconvolgente per inoltrarsi in un’indagine che lo porta ai primi decenni del secolo scorso e poi ancora più indietro, alla fine dell’Ottocento. Poco alla volta, grazie a vecchie fotografie ritrovate, scritti, incontri e un ostinato lavoro di osservazione e deduzione, l’autore ricostruisce le vicende avventurose e drammatiche della sua famiglia.

Da uno dei migliori scrittori britannici contemporanei, un romanzo spiritoso e tagliente, una feroce critica sociale e politica travestita da giallo.
Phyl è una giovane laureata in lettere, tornata a vivere dai genitori, frustrata dagli orizzonti ristretti della vita di provincia inglese e da un orrido lavoro in un ristorante giapponese all’aeroporto di Heathrow. Oltretutto i suoi progetti di diventare una scrittrice non stanno andando da nessuna parte. Almeno fino a quando non si presenta a casa un amico di vecchia data della madre, Christopher Swann con la figlia adottiva Rashida, della quale Phyl diventerà grande amica. Chris racconta che sta indagando su un oscuro think tank, il Processus Group, fondato a Cambridge negli anni ottanta e costituito da un gruppo di fanatici che vuole spingere il governo sempre più a destra. L’immaginazione di Phyl si accende e la ragazza inizia a scrivere quello che sembra un tipico giallo anglosassone. Intanto, mentre la Gran Bretagna si ritrova sotto la guida di Liz Truss, che durerà solo sette settimane, Chris porta avanti la sua inchiesta e si reca nel cuore del Paese, nelle Cotswolds, dove si tiene un convegno utile alla sua ricerca. Quando Phyl viene a sapere di una morte misteriosa, di colpo vede la vita reale confondersi con il romanzo che sta tentando di scrivere. Ma la soluzione si trova veramente nella politica contemporanea o in un vecchio enigma letterario? Con un linguaggio complice e arguto, mescolando vicende private alla storia recente dell’Inghilterra, Jonathan Coe ci regala un romanzo complesso, ironico, coinvolgente ed estremamente attuale. 

Dal fondatore di Libreriamo, arriva questo divertentissimo volume che potete regalare a voi stessi e a tutti i vostri amici appassionati di letteratura. Dai gialli al romance, dal fantasy alla poesia, potrete mettere alla prova la passione per la lettura con tante domande e test divertenti!
Quale personaggio di Jane Austen ti somiglia di più? Quale genere di libri è più adatto a te? Quanto conosci i grandi classici della letteratura? Sai riconoscere un romanzo famoso dall’incipit? Questo è il momento per scoprirlo! Ideati dai creatori della piattaforma culturale Libreriamo, i quiz all’interno di questo libro sono una sfida imperdibile per tutti i veri amanti dei libri e della lettura, un’occasione per imparare e divertirsi da soli o con amici e parenti. Una pagina dopo l’altra, potrai testare le tue conoscenze o individuare il tuo profilo letterario, scoprire se ricordi ancora quella poesia che ti piaceva tanto a scuola o se è il caso di fare un piccolo ripasso… Un’occasione per spegnere lo smartphone e dedicarsi a una passione senza tempo e senza controindicazioni! Metti alla prova la tua conoscenza letteraria con domande avvincenti su ogni genere! Tanti quesiti a cui rispondere per divertirsi da soli o in compagnia. All’interno: Riesci a completare il titolo del libro? Conosci i cattivi della letteratura? Ti ricordi il nome dell’autore? Indovina il genere letterario Quanto conosci i classici? Sai riconoscere un libro dal suo incipit? Conosci le donne della letteratura? Quanto conosci le opere di Jane Austen? Quanto ne sai di #booktok? … e molte altre ancora!

Londra: una delle più gettonate mete delle vacanze natalizie (e non solo). Ma siete sicuri di conoscere la Londra contemporanea? Se state per visitarla, o se semplicemente desiderate conoscerla, la guida appena uscita nella collana The Passenger vi sarà di grande aiuto.

Londra città aperta. È la sua forza e la sua maledizione. Aperta e cosmopolita, con una popolazione multietnica che la connette ai quattro angoli del pianeta; aperta agli affari e all’Europa, come insistono i suoi sindaci pre e post Brexit; e aperta ai flussi della finanza globale e agli investimenti immobiliari di miliardari felici di parcheggiare i loro soldi in una grande metropoli di lingua inglese, dove lo stato di diritto e leggi clementi garantiscono loro anonimato e sicurezza – per non parlare del glamour. E così le case più esclusive della città finiscono in mano a superricchi stranieri, i «solo» ricchi si accontentano di un gradino più basso, subentrando ai benestanti e spingendo sempre più in fuori tutti gli altri, in una reazione a catena che inasprisce una drammatica crisi abitativa dovuta alla carenza di alloggi: da decenni Londra attira nuovi abitanti, ma non costruisce le case per ospitarli. Il caro-affitti strangola non solo la popolazione a basso reddito, ma anche tutto quello che rendeva la città una vera capitale: gallerie, teatri, locali, ristoranti. E poi ci sono gli choc esterni, il triplice colpo di crisi finanziaria, Brexit e pandemia che avrebbe abbattuto qualsiasi città, ma che per Londra, centro di scambi e commerci, punto di incontro dell’umanità, è stato un affronto personale, ad civitatem. Eppure Londra sopravvive e, in angoli inaspettati della sua vastità, lontano dal richiamo turistico di Buckingham palace, fiorisce: nelle comunità sudasiatiche a due passi da Heathrow, dove seconde, terze generazioni creano generi musicali che diventano globali; nei campi di calcio della Londra Sud nigeriana, dove crescono i talenti della nazionale inglese; nelle gallerie che nascono in zone periferiche, dove artisti un tempo poco considerati vengono riscoperti e rivalutati; nei ristoranti fuori dai confini porosi del centro, dove mescolanze e combinazioni inedite vengono testate prima di diventare nuove tendenze. E nell’eterna girandola di quartieri che si atrofizzano di gentrificazione (una parola, se non un fenomeno, inventata a Londra per Londra) e altri che diventano insospettabili centri di creatività, Londra respinge e accoglie, cambia e si trasforma. E, fedele a se stessa, rimane aperta.

Per chi ama le commistioni tra generi e i romanzi originali, la mia proposta è questa opera che l’autore definisce di meta-fantascienza.
Un mosaico di culture aliene, ognuna con i suoi usi e costumi unici, attende di essere esplorato in un’odissea cosmica attraverso galassie lontane, dove la realtà sfiora l’immaginazione.
Andy, il professore dell’Ateneo siderale Ipso Solon di Virgo, e il suo equipaggio fanno un viaggio che li porterà a scoprire culture aliene e tecnologie inimmaginabili. Dall’unione dei Sinestetici, che percepiscono il mondo in modo radicalmente diverso, ai riti bizzarri di altre specie, ogni incontro sarà un’opportunità per espandere i confini della conoscenza. A bordo del Rasoio di Occam, un’astronave capace di esplorare dimensioni parallele, e armati di tecnologie all’avanguardia come il Motore a Memi e il MIMO, i nostri eroi si troveranno a confrontarsi con concetti come la multidimensionalità, la trasferibilità della coscienza e la manipolazione della realtà. Un’odissea cosmica che porta a riflettere sulla natura dell’identità, della coscienza e del posto dell’umanità nell’universo. Non mancano l’esercizio di stile con diversi registri di narrazione; la ricerca lessicale; la promozione degli ideali di rispetto della diversità e di integrazione fra generi e etnie differenti.