Vengo io da te, di Rebecca Kauffman, Sur 2025, traduzione di Alice Casarini, pp. 228
Vengo io da te di Rebecca Kauffman è un romanzo che si concentra sulle dinamiche familiari e sulla quotidianità, con uno stile empatico e attento all’animo umano.
Il romanzo è un’opera corale che segue per un anno, il 1995, le vicende di una famiglia allargata. I capitoli coincidono con ciascun mese dell’anno e si focalizzano sul punto di vista di ciascun personaggio creando così una prospettiva corale. Al centro della narrazione c’è la giovane coppia di sposi Paul e Corinne, in attesa della loro prima figlia. Intorno a loro si muovono altri personaggi, tra cui la madre di Paul, che sta affrontando un difficile divorzio, la madre di Corinne, che non riesce ad accettare il declino della salute del marito, e il fratello di Corinne, un padre amorevole ma bugiardo cronico. Il libro esplora le loro storie mese dopo mese, disegnando un affresco di relazioni, segreti, speranze e tensioni irrisolte.
Nella notte di Natale va in scena il dramma dei silenzi accumulati. Anni di non detti trovano voce in un battibecco tanto violento quanto intimo, uno scambio di colpi sferrati con la precisione di chi conosce ogni debolezza. Fuori dalle mura domestiche, in una stanza di ospedale, il padre combatte la sua battaglia solitaria contro il tempo e l’oblio, assistito solo dalla madre. A casa, invece, si consuma una verità diversa: l’amore tra le persone, specie tra consanguinei, non è sempre limpido. A volte è fatto di spine e distanze, un legame imperfetto, quasi un’anomalia, il cui senso rimane celato nella sua stessa crudele complessità.
La scrittura di Rebecca Kauffman è sapiente nella costruzione, empatica e generosa nello sguardo. L’autrice trasforma il racconto della vita domestica in una profonda indagine letteraria sui legami umani. Il romanzo sottolinea come, nonostante le difficoltà e le imperfezioni, le persone continuino a far parte di un’unica grande “famiglia”. I temi principali includono la famiglia, i segreti, le omissioni, la paura, la speranza e l’accettazione.
Il libro è perfetto per chi ama le storie che si addentrano nelle dinamiche complesse delle famiglie allargate. Se vi piacciono romanzi come quelli di Anne Tyler o Jonathan Franzen, che esplorano le fragilità umane, i segreti nascosti e i legami che, nonostante tutto, persistono, allora questo è un romanzo che fa per voi. La narrazione corale permette di entrare in empatia con ogni personaggio.
Se preferite le trame che non si basano su colpi di scena sensazionali, ma sulla profonda osservazione della vita di tutti i giorni, questo romanzo potrebbe catturarvi. Il realismo della storia, che racconta le piccole e grandi sfide della vita, dalla gravidanza al declino cognitivo dei genitori, è un punto di forza. È l’ideale per chi cerca una lettura che sia allo stesso tempo intima e toccante.
La scrittura di Kauffman è nota per essere delicata e capace di catturare le sfumature emotive. Se apprezzate uno stile che è “lento” ma mai noioso, che invita a riflettere sui sentimenti e sulle motivazioni dei personaggi, questo romanzo vi regalerà un’esperienza di lettura molto gratificante. L’autrice ci invita a guardare oltre la superficie, rivelando che i legami più forti non sono sempre perfetti, ma sono veri.
Se volete approfondire la conoscenza dell’autrice e delle sue opere, vi suggerisco il Focus autrice che avevo pubblicato qualche tempo fa.
Qui potete leggere l’incipit del romanzo.
Rebecca Kauffman è nata in Ohio e abita in Virginia. Ha studiato violino alla Manhattan School of Music e scrittura creativa alla New York University. Vengo io da te è il quarto romanzo di Rebecca Kauffman pubblicato in Italia da Edizioni SUR, dopo successi come La casa dei Gunner, La casa di Fripp Island e La famiglia Shaw.



la copertina non mi fa impazzire, anzi
però la sinossi è interessante, anche se in un anno sembra quasi promettere una saga familiare 🙂
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Non è da escludere 😁
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