Ecco com’è andata. Sapevamo e l’abbiamo lasciato accadere. Ha prevalso l’amore, dopotutto: l’amore che ci ha sempre legate. Ci ho messo molto tempo per capirlo, ma poi tutto è stato più chiaro. Non sei giunta anche tu a questa conclusione? (..) Poco importa: la vita scorre come un respiro. E dentro ti lascia la nostalgia per ciò che avremmo potuto fare e la consapevolezza di ciò che siamo diventate. (pag. 150-151)
Come un respiro, di Ferzan Ozpetek, Mondadori 2020
L’ultimo romanzo scritto da Ozpetek racchiude in sé i profumi e i colori di due città: Roma e Istanbul. E attorno ad esse, Ozpetek costruisce una trama intrigante, un giallo dei sentimenti. Due sorelle che non si vedono e non si parlano da cinquant’anni, tre coppie con i loro segreti.
Sergio e Giovanna sono una giovane coppia che vive a Roma; abitano la casa che aveva visto l’epilogo della storia di Elsa e Adele, due sorelle unite non solo dal legame familiare ma anche dall’amore per un uomo ambiguo. Elsa molti anni fa ha chiuso drasticamente con la sorella, è fuggita a Istanbul dove si è costruita una nuova vita, nuovi legami, un lavoro, una casa. Adele invece è rimasta a Roma, ma anche lei ha visto stravolta la sua esistenza e ha dovuto ripartire da zero.
Elsa, durante tutti quegli anni, ha continuato a scrivere alla sorella lettere in cui le raccontava della sua vita e dei suoi tormenti scaturiti dalla brusca separazione; ma quelle lettere sono tutte tornate al mittente, senza essere lette. A distanza di cinquant’anni, ormai cagionevole nella salute, torna a Roma, per tentare un ultimo saluto e una riconciliazione con la sorella. Il segreto alla base della separazione aleggia sulle pagine del romanzo, svelandosi solo alla fine, come è giusto che sia.
Ozpetek conduce il lettore muovendosi su due binari: il presente dell’arrivo a Roma di Elsa e della vita delle tre coppie, e le lettere che Elsa aveva scritto ad Adele, che ripercorrono la vita di Elsa a Istanbul. A capitoli alterni, tassello dopo tassello, le storie prendono vita e si dipanano, con rivelazioni e recriminazioni. Su queste due piste narrative se ne innesta una terza, quando Adele, anch’ella giunta a Roma nella casa di Giovanna e Sergio, racconta la sua versione dei fatti che accaddero in passato e che troncarono tragicamente il legame di sorellanza.

Elsa, giunta a Roma, aveva pensato di cercare Adele nell’ultimo indirizzo in cui avevano abitato insieme. Ma al suo arrivo, scopre che l’appartamento è abitato da estranei. Al posto della sorella, trova le tre coppie riunite per il pranzo domenicale; dunque chiede a loro di potere chiamare al telefono Adele, ma il destino non sempre si adatta ai desideri delle persone, spesso ci mette lo zampino e stravolge tutto.
Quando anche Adele arriva nel suo ex appartamento di Roma, in cerca della sorella, i sei amici diventano testimoni di una storia intricata e ripercorrono, insieme alla donna, gli ultimi cinquant’anni della sua rocambolesca vita, piena di avventure, di amori, di disinganno e di rivalsa.
Capitolo dopo capitolo, dai racconti – epistolari e di persona delle due sorelle- emergono passioni che parevano sopite ma che, una volta evocate, riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie. Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro.

Ozpetek ancora una volta, ci svela una Istanbul magica, sensuale e tollerante, con i suoi antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo, i vecchi quartieri oggi scomparsi. Ci racconta storie intime, dove c’è sempre un segreto nascosto alla base di tutto, dove le ambiguità confondono i confini tra desiderio e realtà.
C’è un filo rosso che lega il cinema e la scrittura di Ferzan Ozpetek, regista, sceneggiatore e scrittore: nelle sue storie si fondono nostalgia, malinconia, umorismo e un’emozionante riflessione sul tempo che passa. Emozione che ritorna nel suo nuovo romanzo: Come un respiro, un intenso thriller dei sentimenti che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall’oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un susseguirsi di colpi di scena.
La Turchia e l’Italia, i due mondi di appartenenza di Ozpetek, sono stati raccontati in una serie di film acclamati da pubblico e critica come Il bagno turco (Hamam), suo primo lavoro del 1997, Harem Suaré, Le fate ignoranti, La finestra di fronte, Saturno contro, Minevaganti, Magnifica presenza, Allacciate le cinture e La dea fortuna. Il regista ha anche vinto importanti premi e riconoscimenti cinematografici e nel 2008 il MoMa di New York gli ha dedicato una retrospettiva.
Tornando alla scrittura, l’esordio letterario del 2013, Rosso Istanbul, è la storia di un regista turco, da anni trapiantato a Roma, che fa ritorno nella natia Istanbul. Riscopre così una città magica che riaccende i ricordi dell’infanzia e dei primi amori. E che sa ancora sorprenderlo.
Un regista è al centro anche di Sei la mia vita, romanzo scritto due anni dopo. Il protagonista decide di raccontare al compagno com’era il mondo prima di lui, prima che si incontrassero. Un viaggio avanti e indietro nel tempo in cui tante storie si confrontano facendoci sorridere e commuovere.


Molto interessante. Mi ha colpito la tua recensione, potrei effettivamente leggerlo.
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A me è piaciuto molto. Una scrittura scorrevole, senza fronzoli, e una storia intrigante. Bella l’atmosfera di Istanbul.
Buone letture!
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Bellissima la tua recensione, ma devo passare , ce l’ho in casa ma intonso!!! Sono molto in arretrato con la mia lista!
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Beh, dai, sappi che sei in buona compagnia….
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meno male!!
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se Ozpetek scrive come narra con la cinepresa, questo romanzo deve essere davvero piacevole, coinvolgente.
me lo segno per i prossimi acquisti
ml
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In effetti si, e credo che questo romanzo potrà presto diventare un film…
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