Vi siete mai ritrovati in una situazione in cui, qualunque cosa e in qualunque modo la facciate, vi si ritorcerà tutto contro? Ecco, se la risposta è “sì”, benvenuti nel club. Io sono la presidente!
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Le cronache di Château Lacrotte, di Maria Kassimova-Moisset, Voland edizioni 2023, traduzione dal bulgaro di Giada Fratini, pp. 336
Il romanzo di Maria Kassimova-Moisset è una spassosa girandola di personaggi e avventure scombinate, una commedia scoppiettante come fuochi d’artificio, in cui succede di tutto. A partire dall’incontro-scontro tra due culture, quella francese e quella bulgara: cibi, relazioni familiari, galateo, immaginario, insomma tutto il mondo in cui ciascuno è nato e cresciuto, viene messo a confronto con l’altro, e accade l’imprevedibile.
Kalina Găndeva, sposata de Lacrotte, è la voce narrante; lei è bulgara, è una giornalista quasi quarantenne, madre di due figli – una ragazzina adolescente e instagram-dipendente, e un bambino scontroso di nove anni – nati dal primo matrimonio con un bulgaro. Suo marito Didier de Lacrotte è francese, figlio di una aristocratica famiglia composta dalla adorabile maman Geneviève, dal papà Jean-Baptiste, dal fratello Stanislas e dalla sorella Lætitia. Sposati ormai da tre anni, decidono che è arrivato il momento di far conoscere Kalina e i parenti francesi, così partono su una Fiat 500 stipata fino all’inverosimile, tra bagagli, videocassette, due cani e un gatto, alla volta della strabiliante dimora della famiglia de Lacrotte che si rivela, per l’appunto, essere un lussuoso castello antico, immerso in un parco idilliaco.
Superata la frontiera con la Serbia, dove uno zelante e affarista funzionario gli ha fatto scaricare (e ricaricare) tutto quello che avevano, possono finalmente affrontare il viaggio. Al loro arrivo, ormai a notte inoltrata, ad accoglierli ci sono anche i domestici – ormai parte integrante della famiglia – Mercedes e Raúl, una simpatica famiglia spagnola che si rivelerà una risorsa indispensabile per la gestione del menage familiare.
Il primo incontro tra Kalina e i genitori di Didier è esilarante: uno spassoso scambio di battute tra la suocera prevenuta nei confronti della nuora bulgara, le risposte ironiche di Kalina, le uscite del padre di Didier affetto da Alzheimer, l’alticcio Raúl e la piagnucolosa Mercedes. È subito chiaro a tutti, lettori compresi, che ne accadranno delle belle.
A ciò bisogna aggiungere che Kalina e Didier non saranno gli unici ospiti che hanno deciso di trascorrere l’estate al castello: infatti, nel giro di poco, si presentano anche il fratello Stanislas, che di professione fa il proctologo, con i figli avuti dalla ex moglie insegnante di yoga conosciuta in un ashram, e amante della filosofia di vita indiana. Tant’è che i figli si chiamano Claude-Buddha e Sophie-Indira… tra questo e la professione del figlio, vi lascio immaginare il sarcasmo di Geneviève…
La perfida suocera, conoscendo le scombinate abitudini alimentari familiari, e decisa a sminuire la cultura del cibo bulgara, nomina Kalina responsabile della preparazione delle cene al castello: impresa titanica, che comporterà una serie di scene esilaranti. Ma tutto questo non sarà che l’inizio di una convimenza che definire movimentata è poco. Sì perché al castello arrivano anche Valeri, il fratello di Kalina, e i di lei figli, Radina e Petăr. Mentre Vareli è entusiasta di giungere in questa lussuosa dimora e di conoscere i raffinati suoceri della sorella, i figli lo sono molto meno, soprattutto Petăr. Valeri è gay, esuberante, perfettamente calato nel suo mestiere di interior designer ed entra subito nelle grazie della suocera, che lo monopolizza, lo chiama Valiou, mentre continua imperterrita a sbagliare il nome di Kalina, che di volta in volta è Kamina, Katina, Kolina, Kalena…
Mentre il suocero è occupato a badare all’iguana Anastasia, l’animaletto di compagnia della figlia assente (ma solo per poco..), madame Geneviève si dedica anima e corpo al fantasioso Valeri con il quale fa mille progetti di ristrutturazione del castello. Tutto questo mentre Kalina si destreggia con il cognato, i figli, i nipoti…
Nel nostro château, per colpa del perverso senso dell’umorismo del destino, si sono riunite solo persone le cui vite sono simili a romanzi scritti male.
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L’esuberante Valeri, il cocco di madame, si lancia nell’organizzazione di una spettacolare festa al castello: vestito come Elton John lui, come Elvis Presley la madame, ospitano l’intero corteo del gay pride, fenicotteri rosa, enormi fontane di cioccolato, lanterne cinesi lanciate in volo, milioni di coriandoli… e nel bel mezzo della festa, fa la sua entrata in scena ad effetto Lætitia, l’aspirante cantante, il genio del talento incompreso della famiglia, nonché la più isterica, viziata e complicata ragazza francese al mondo. E saranno guai…
La vita si fa sempre più movimentata, perché al castello, a sorpresa, arrivano anche gli zii bulgari di Kalina, Trifon e Dočka Gagauzka, sindaca e anima della sagra annuale a Zlokučane, e niente sarà più come prima. Tra liti, incomprensioni, sparizioni, strane amanti, sagre di paese organizzate nel giardino del castello, che i nipoti decidono anche di trasformare in campeggio pubblicizzandolo su internet, è tutto un turbinio di eventi che sembrano sempre sul punto di precipitare. Ma, alla fine, in qualche modo, i pezzi si ricompongono sempre, magari con esiti inattesi e sorprendenti. Il buon senso e l’attaccamento al significato di famiglia bulgaro prevalgono e riescono a rinsaldare i rapporti incrinati del ramo francese.
Allora, ho due cose importanti da dirvi. In una famiglia succede di litigare, prendersi a botte, dirsi cose che magari non sono belle. Ma non si può non rappacificarsi! Qualunque cosa faccia uno in famiglia, poi deve fare pace, è così! Per questo siamo una famiglia, per essere in pace! (..) Leti, se è dei nostri, può solo essere brava. È la nostra Leti! Quindi, Leri può avere talento o no, ma per noi ce l’ha sempre!
pag. 206
Non vi voglio raccontare troppo della trama, per lasciarvi assaporare e godere, pagina dopo pagina, questa rocambolesca e spassosa avventura familiare interculturale. Sorretto da uno stile ironico e scoppiettante, il romanzo è un caleidoscopio a colori, spumeggiante, brillante, infarcito di trovate e avventure. I personaggi sono tutti adorabili, ciascuno con la sua personalità ben definita, riconoscibili nelle battute, nelle azioni, nelle manie. Il castello diventerà un luogo così familiare che vi sembrerà di esserci stati! Le persone e, non dimentichiamo, gli animali, che avrete incontrato non riuscirete a dimenticarli facilmente…
L’autrice, nei ringraziamenti, ci svela che fonte ed ispirazione di questo bel romanzo è proprio la sua famiglia interculturale…
Qui potete leggere l’incipit del romanzo.

Maria Kassimova-Moisset è scrittrice, giornalista (è stata vicedirettrice di “ELLE” Bulgaria) e conduttrice televisiva. Dopo aver pubblicato una raccolta di racconti e un romanzo, nel luglio 2020 lancia sulla piattaforma Storytel l’audioserie comica originale Le cronache di Château Lacrotte che ottiene un enorme successo, tanto da diventare nel 2021 in Bulgaria anche un fortunatissimo libro.


Wow, mi ispira moltissimo.
Ho proprio voglia di una girandola spensierata.
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Mi sono fatta tante risate… come guardare una commedia… molto ben scritto e davvero esilarante
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La citazione iniziale è fenomenale (mi ci ritrovo molto). Recensione super-accattivante, Pina.
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Quando il libro è valido…. Grazie Benny 🤗
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Di quante vite dovremmo disporre per leggere tutto? Questo libro lo leggerei proprio ma non so se ce la farò. Per ora ho goduto della tua recensione, e ti ringrazio.
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Non me lo dire… Io se potessi leggerei dieci volte tanto…. Ho sempre una lista infinita.. 🤭
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