Il giorno in cui il vecchio Lonsonier aveva attraversato l’Atlantico, non aveva fatto altro che posare il primo pezzo sulla scacchiera delle migrazioni che la sua famiglia avrebbe affrontato.
Pag. 177
Eredità, di Miguel Bonnefoy, 66thand2nd 2021, traduzione dal francese di Francesca Bonomi, pp. 109
Il romanzo di Miguel Bonnefoy è una avventurosa saga familiare che si sviluppa su un arco temporale che prende avvio alla fine dell’Ottocento e giunge fino alla fine degli anni Settanta, oscillando come un pendolo sull’Atlantico, dalla Francia al Cile, avanti e indietro per quattro generazioni.
Il primo Lonsonier, il patriarca, aveva lasciato la Francia dopo che la fillossera aveva distrutto tutti i suoi vigneti, gettandolo in rovina. Aveva così abbandonato la sua casa in mano ad una persona fuggita dalla Comune di Parigi che stava cercando un rifugio sicuro dove nascondersi. Aveva lasciato amareggiato i suoi vigneti appassiti, portandosi dietro un solo ceppo rimasto indenne e trenta franchi. Si era imbarcato a Le Havre con l’intenzione di approdare in California dove aveva sentito parlare della Napa Valley, convinto di potere tentare di ricominciare la sua vita.
Dopo una lunga navigazione costeggiando tutto il Sud America – un viaggio drammatico – era sbarcato a Valparaiso, in Cile. E in Cile, alla fine, era rimasto, nella casa di calle Santo Domingo dove le generazioni successive continuarono a vivere. Alla dogana, rispondendo senza sapere una parola di spagnolo al doganiere, grazie a un malinteso, il suo cognome divenne il toponimo della località da cui proveniva: una vita nuova, un nome nuovo, un vigna da ripiantare e fare prosperare. Inizia così la stirpe dei Lonsonier in Cile.
Suo figlio Lazare, come tutti i Lonsonier, si sentiva francese fin nel midollo e così, allo scoppio della Prima guerra mondiale decise, insieme ai suoi due fratelli, di andare a combattere per la Francia. Fu l’unico a fare ritorno, vivo ma duramente segnato nel fisico e nello spirito. Grazie alle premure della moglie Thérèse, Lazare tornò alla vita.
Thérèse era figlia di un musicista originario di Sète che aveva lasciato il suo paese in Francia per andare a suonare dall’altra parte del mondo, e che sposò una giovane e ricca ragazza di una facoltosa famiglia francese proprietaria di numerose fabbriche di scarpe. Thérèse si appassionò all’ornitologia, preferendo il canto degli uccelli alle note; studiò anche le tecniche di addestramento dei rapaci. Fu grazie a un gufo che conobbe Lazare. Una volta sposati, la sua passione la portò a farsi costruire una enorme voliera nel cortile della casa in calle Santo Domingo, voliera che arrivò a contenere decine di uccelli e che rimase intatta per anni, per essere poi distrutta dagli sgherri di Pinochet, durante la dittatura.
Ma prima di arrivare agli anni Settanta, il romanzo ci porta sulle tracce di Margot, figlia di Thérèse e Lazare, che diventò una provetta aviatrice, una pioniera dei cieli, animata da un audace spirito avventuriero e impavida, al punto di tornare anche lei verso la Francia, per arruolarsi nella Raf e prestare servizio contro i tedeschi.
In calle Santo Domingo Margot aveva conosciuto Ilario Danovsky, discendente di una famiglia ebrea di stirpe ashkenazita fuggita, all’inizio del Novecento, dalla Russia dapprima verso Londra, in piena espansione industriale, infine verso il sud America. Legati da una salda e sincera amicizia, nonché dalla passione per gli aerei, Margot e Ilario erano partiti insieme per combattere nei cieli dell’Inghilterra, ma solo Margot ne fece ritorno.
Rimasta incinta in circostanze oltremondane – non poteva certo mancare un tocco di realismo magico… – Margot dà alla luce un figlio maschio, che chiamerà Ilario Da in ricordo dell’amico perso da eroe nella battaglia aerea contro i tedeschi. Cresciuto a pane e ideali, Ilario Da aderisce ai gruppi rivoluzionari comunisti e, fra lotte operaie, volantinaggi, cortei e propaganda, si trova nel bel mezzo del ciclone che spazza via Salvador Allende e tutta la generazione di giovani idealisti che avevano creduto di potere costruire una società più giusta e più equa.
A Ilario Da, come a moltissimi suoi coetanei, tocca passare per le prigioni del regime di Pinochet – sostenuto dalla CIA – e subire atroci torture. In suo aiuto viene Margot che da spirito ribelle e combattivo quale è sempre stata, non si rassegna all’idea di perdere il filgio. Grazie alla doppia nazionalità di Ilario Da, e su intercessione del consolato francese, riesce a farlo liberare, ma il prezzo da pagare coinvolge la madre Thérèse.
Un secolo dopo che il suo bisnonno aveva attraversato l’oceano per lasciarsi alle spalle un destino di avverso, il suo pronipote prende la via del ritorno, dopo due guerre mondiali e una dittatura, per riportare il seme della stirpe nel luogo da cui tutto era nato.
Con una prosa avvincente e una perfetta organizzazione dei capitoli, Miguel Bonnefoy compone un quadro familiare declinato su quattro generazioni, raccontando destini privati che incrociano eventi storici di portata mondiale, suggerendo che anche le persone che appaiono le più anonime, confuse nella folla, hanno un ruolo negli eventi, contribuendo al loro evolversi, subendone le atrocità, salvandosi e rinascendo quando ciò gli è concesso. La storia siamo noi, “perché è la gente che fa la storia“, come scrive e canta Francesco De Gregori:
La storia siamo
noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
Qui potete leggere l’incipit del romanzo.
Nato a Parigi nel 1986 da madre venezuelana e padre cileno, Miguel Bonnefoy è cresciuto tra Francia, Venezuela e Portogallo. La sua scrittura, divisa tra Europa e Sud America, si ispira al realismo magico e ai surrealisti, ed è stata accostata a quella di Gabriel García Márquez e Alejo Carpentier. L’inventore è il quarto libro dell’autore pubblicato da 66thand2nd dopo Il meraviglioso viaggio di Octavio (2015, finalista al Prix Goncourt du Premier Roman), Zucchero nero (2018) ed Eredità (2021). Negli anni, Bonnefoy si è aggiudicato numerosi premi, tra cui il Prix des libraires e il Prix Renaissance.
Il romanzo è contenuto nella Box 14 di Romanzi.it dedicata all’editore 66thand2nd, a tema “Questioni di famiglia”; la potete acquistare a questo LINK. Tra l’altro da oggi è iniziata la promozione per il Black Friday: 3 settimane di sconti su tutte le box, fino ad esaurimento scorte. Andate sul sito e approfittate delle offerte!



🤍
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In lista!
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se ti piacciono le saghe familiari, allora la scelta è perfetta
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Si molto, grazie mille!
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Si molto (credo di essere in spam se mi togli potrò commentare i prox post grazie)
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urca controllo subito
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Grazie mille scusami…
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figurati, scusa tu. non capisco perché il tuo commento sia finito nello spam….
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Non lo so……
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sembra interessante
devo ammettere che come romanzi famigliari ho letto solo La casa degli spiriti, ma è sempre interessante vedere come i vecchi personaggi invecchiando si affacciano ai nuovi protagonisti
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In questo romanzo si respira molta aria sudamericana. Un procedere narrativo che richiama molto Garcia Marquez, con un tocco di realismo magico tipico di quella letteratura.
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