Le letture di settembre mi hanno accompagnata in un viaggio ricco di emozioni, attraversando paesaggi interiori e geografici, storie intense e voci diversissime.
Con Ocean Vuong ho esplorato il dolore e la tenerezza, la fragilità che si fa forza: un romanzo che è insieme ferita e balsamo, un canto alla speranza declinato nei gesti di cura e nell’amicizia.
Con Wanda Marasco ho toccato il cuore amaro dell’esistenza, in un’opera potente che indaga le nostre imperfezioni e la loro irriducibile bellezza.
Poi Abdulrazak Gurnah, con il suo sguardo lucido sull’identità, la migrazione e l’eredità del colonialismo — un romanzo che parla di confini, ma soprattutto di ciò che li attraversa.
Di tutt’altro respiro, Silvia Moreno-García mi ha trascinata in un gotico contemporaneo e latinoamericano, dove i topoi classici si rinnovano in un intreccio vibrante di mistero e critica sociale.
Con Isabella Hammad ho camminato tra le strade della Palestina di oggi, seguendo un racconto di formazione che intreccia esilio, appartenenza e ricerca di sé.
Infine Elvira Mujčić mi ha riportata ai giorni in cui la Jugoslavia cominciava a incrinarsi, narrando non la guerra in sé, ma il suo lento, inesorabile avvicinarsi.

Tutti questi romanzi mi hanno arricchita e commossa. Mi hanno aiutata a mettere a fuoco aspetti che non avevo mai davvero guardato, e mi hanno lasciata con una sensazione preziosa: quella che solo la buona letteratura sa dare, quando ti fa sentire più viva, più consapevole — e felice di leggere.

Ecco svelata la mia lettura preferita di settembre:

Personalmente mi è piaciuto molto perché racconta un momento storico complesso attraverso le emozioni delle persone comuni, senza trasformarlo in una lezione di storia. Ho trovato molto toccante il personaggio di Eliza (sviluppato soprattutto nelle pagine del suo diario), una bambina che cerca di capire il mondo degli adulti senza avere ancora gli strumenti per farlo, e proprio per questo riesce a mostrare quanto possa essere assurda e dolorosa la realtà. Anche la figura di Nene, con il suo bisogno di salvare la memoria attraverso l’arte, mi ha colpito: mi ha fatto riflettere su quanto sia importante ricordare, soprattutto quando tutto intorno sembra andare in pezzi. È un romanzo delicato, malinconico, ma anche pieno di umanità, che lascia il segno proprio perché non urla, ma sussurra.

E voi? Qual è stato il vostro libro del mese? Quale storia vi ha tenuto svegli la notte o vi ha lasciato senza fiato?
Io sono già immersa nelle letture di ottobre: tra nuovi orizzonti, inquietudini e sorprese letterarie. Restate nei paraggi — le prossime pagine si preannunciano intense.