Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia) è il personale resoconto di George Orwell, scritto in prima persona, della guerra civile spagnola.
Esce una nuova edizione per i tipi di Guanda, nella traduzione di Massimo Bocchiola e con una introduzione di Marco Belpoliti.
Orwell pubblicò la prima edizione nel 1938, mentre la guerra civile non era ancora terminata, dopo essere rimasto in Spagna dal dicembre 1936 al giugno 1937. La prima e unica traduzione pubblicata durante la vita di Orwell fu quella italiana, nel dicembre del 1948: Omaggio alla Catalogna, tradotto da Giorgio Monicelli (Mondadori). Una traduzione francese, condotta da Yvonne Davet tra il 1938 e 1939, fu pubblicata soltanto cinque anni dopo la morte dell’autore.
Quest’ultima si è rivelata molto importante: infatti grazie allo scambio di lettere tra Orwell e la traduttrice francese Yvonne, sono emerse tutta una serie di note inerenti a errori ed eventuali modifiche da apportare al testo nel caso di una ristampa. Con la seconda ristampa, quelli che erano inizialmente i capitoli V e XI (parti meno narrative riguardanti la politica) vennero fatti diventare rispettivamente Appendice I e II.
Sinossi:
Qualche mese dopo l’inizio della Guerra civile spagnola, lo scrittore e giornalista britannico Eric Arthur Blair, noto con lo pseudonimo di George Orwell, si reca a Barcellona con l’intenzione di scrivere degli articoli sulla drammatica situazione del Paese. Quasi subito, però, si unisce ai repubblicani, entrando a far parte delle milizie del poum. Dopo l’addestramento alla caserma Lenin, arriva la guerra di trincea, arrivano i combattimenti al fronte, finché durante un assedio viene ferito in modo grave; a quel punto torna a Barcellona e da lì si sposta poi in Francia. Dall’esperienza della guerra vissuta in prima persona nasce questo libro che è un diario, una cronaca quotidiana dei giorni trascorsi in Spagna, ma anche una eccezionale testimonianza della guerra contro Franco e del conflitto interno alla sinistra. Un racconto in presa diretta improntato alla semplicità e all’immediatezza, che si caratterizza come unico per la sua impareggiabile qualità narrativa, tanto da poterlo definire il punto generativo dei suoi due libri più celebri, La fattoria degli animali e 1984, dedicati al totalitarismo moderno.
mio padre aveva la traduzione di Monicelli e io quella lessi, ora leggerò questa non me la posso perdere! bravissima a segnalarla!
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L’ho segnalata per due motivi: il primo, ovviamente, perché la ritengo un’opera da leggere assolutamente, e, il secondo, perché magari non tutti hanno avuto occasione e una nuova edizione può essere l’occasione giusta per scoprire questo testo.
Immaginavo che fosse già tra le tue letture….
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stavolta colpa di mio padre! ah ah , non ti dico quante stanze occupa la sua biblioteca! noi fratelli abbiamo cercato di conservarla tutta e per questo conserviamo anche la casa dei miei genitori intatta,…speriamo che i nipoti ne capiscano il valore!
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É un libro che ho amato, anche per i miei vincoli familiari con la Catalogna, e l’ho consigliato anche io suoi miei canali 🙂
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Sì, un classico che merita sempre di essere letto; la memoria storica e la qualità dell’autore ne fanno un libro prezioso.
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“Celo” in lista da tempo…grazie
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