Tra le poche buone notizie che, di questi tempi, spiccano alle cronache, c’è che il numero di lettori è in aumento. Non è fantastico? Sarà che siamo costretti in casa, sarà che abbiamo riscoperto la magia delle storie raccontate bene o dei saggi/reportage che aprono gli occhi al mondo, questo aumento mi sembra davvero un buon segnale. E in effetti, se date un’occhiata ai siti degli editori, dei portali e alle vetrine delle librerie, vi accorgerete che ci sono molte nuove uscite in programma. Per quanto mi riguarda, sto esplorando a 360° e man mano che troverò qualcosa che mi colpisce, lo condividerò qui con voi; naturalmente aspetto anche le vostre segnalazioni!!
Le novità libresche di questo mese sono davvero tante; ho deciso di dividerle per tipologia e di segnalare alcune; parto con i reportage, seguiranno i romanzi.
“La Russia – a trent’anni dalla caduta del Muro – comprende ancora diverse anime ed è tuttora capace di proiettarsi, come fece l’Urss, oltre i propri confini: in Ucraina, Siria, Libia, Bielorussia, Cina (ma anche in Europa, Italia compresa). Ed è già immersa nel processo di transizione verso il “dopo zar”. A tenere insieme tutto questo è il modello Putin. Un sistema con conseguenze larghissime, che ci riguardano direttamente, evolutosi sino a diventare un regime ibrido, con tinte sempre più autoritarie. Un puzzle complesso su cui siamo davvero poco informati. C’è la Russia repressiva, che non tollera più dissenso interno, e c’è la Russia geopolitica, che reclama un ordine mondiale distinto dalla pax americana. Qui si vedranno entrambe. Ma questo libro è anche un grande reportage che ci porta a scoprire le sfide nell’Artico, la lotta al climate change, gli attivismi che si oppongono al Cremlino (Alexey Navalny in primis) e la via russa per combattere la pandemia. E ci spinge, soprattutto, a riconsiderare il nostro punto di vista eurocentrico: perché forse è giunto il momento di cambiare prospettiva.”
Se il concetto di “sogno americano” ha ormai fatto breccia nella mente di moltissime persone, tant’è che non ha bisogno di essere spiegato, la stessa cosa non si può certo dire del “sogno europeo”.
Quella che ci propone Aleida Assmann – che assieme a Jan Assmann ha ricevuto il prestigioso Premio per la pace degli editori tedeschi – è una visione prospettica di come siamo arrivati a dare vita a ciò che chiamiamo Unione Europea. È il viaggio di un continente nella storia del Novecento, nelle rivoluzioni culturali, nei gesti coraggiosi e nei percorsi sotterranei che hanno richiesto tempo e coraggio per essere affrontati e hanno coinvolto in maniera diversa ciascun Paese rappresentato oggi dal cielo stellato della bandiera dell’UE.
Non poteva essere altrimenti per un continente che nei primi novant’anni del XX secolo ha conosciuto guerre, drammi, limitazioni della libertà e della dignità.
Il sogno europeo è un percorso che ruota attorno a temi come la memoria, i diritti, la libertà, il riconoscimento delle vittime delle guerre, dei regimi totalitari e del colonialismo; ci offre una visione transnazionale e ci restituisce una geografia mutevole perché l’Europa ha avuto e dovrà sempre avere la forza di mettersi in discussione rispetto al proprio passato e al proprio futuro.
Un saggio che ci insegna come la Storia ci spinga a un processo continuo di riflessione, conoscenza e cambiamenti.
Con la sua società aperta, accogliente e tollerante, il suo welfare collaudato, il civismo proverbiale e l’ambientalismo d’avanguardia, la Svezia è da tempo un modello che si osserva con ammirazione e stupore: uno stato che sa coniugare la ricchezza con la redistribuzione, la libertà con l’eguaglianza. A questo idillio politico-sociale si sono aggiunti il design, la moda, il cibo, la cultura, ma ancor più la sensazione che lo stile di vita scandinavo sia quanto di più desiderabile, sofisticato ed evoluto ci sia al mondo. Ma dove affonda le radici questa idea di società? O meglio, come sono nate le idee che hanno reso possibile questa sorta di utopia? O peggio, e se invece non fosse che una bella favola che gli svedesi raccontano a se stessi (e agli altri)? Con divertita intelligenza, in un caleidoscopio di storie e salti nel tempo, Elisabeth Åsbrink – svedese di nascita ma di origini anglo-ungheresi – ci accompagna in un viaggio tra cinquanta parole, eventi, persone e personaggi che hanno fatto la Svezia. Dall’ambizione di Linneo di catalogare la natura intera all’esuberanza del leggendario primo ministro Olof Palme, deciso a rendere la Svezia la prima «superpotenza morale» della storia, dalla rivoluzionaria visione pedagogica di Ellen Key – fonte di ispirazione sia per Astrid Lindgren e la sua Pippi che per Maria Montessori – al divismo di Zlatan Ibrahimović, tanto inviso a inizio carriera per l’individualismo sfacciato quanto poi celebrato come icona della nuova «svedesità», Åsbrink affascina con collegamenti sorprendenti mentre infrange miti indiscutibili, come può permettersi solo una patriota la cui solidità intellettuale è fuori discussione: «Amo il paese in cui mi è capitato di nascere, ma non ciecamente.»
Sedici autrici di prim’ordine svelano altrettante donne meravigliose, offrendo a lettrici e lettori uno sguardo nuovo sul rapporto tra i sessi, l’identità femminile, la lotta per l’emancipazione.
In questa sorprendente raccolta, molte fra le più amate e apprezzate scrittrici italiane raccontano altrettante «muse»: donne sfrontate e bellissime o, al contrario, miti e riservate che, per lo spazio di una notte o per l’esistenza intera, hanno stretto relazioni complesse (e pericolose) con uomini di successo. Muse non sempre «gettate» ma per lo più misconosciute – dando così corpo all’odioso detto secondo cui «dietro ogni grande uomo c’è una grande donna» – che tornano dunque, finalmente, al centro del palcoscenico letterario. Le pioniere della psicanalisi e Kate Moss dalle cento copertine, Kiki regina di Montparnasse per una notte e Maria Callas la Divina per sempre, Nadia Krupskaja che lavora a realizzare il socialismo, Rosalind Franklin che scopre la struttura del DNA, le ispiratrici di pittori, musicisti, scrittori, filosofi: spaziando fra epoche e luoghi diversi, destini felici e infelici, Musa e getta giunge al cospetto di leggende viventi, persino sbarcate su Instagram, come Amanda Lear. Sedici autrici di prim’ordine svelano qui altrettante donne meravigliose, offrendo a lettrici e lettori uno sguardo nuovo sul rapporto tra i sessi, l’identità femminile, la lotta per l’emancipazione. (A cura di Arianna Ninchi e Silvia Siravo.)
Le scrittrici: Ritanna Armeni, Angela Bubba, Maria Grazia Calandrone, Elisa Casseri, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Lisa Ginzburg, Chiara Lalli, Cristina Marconi, Lorenza Pieri, Laura Pugno, Veronica Raimo, Tea Ranno, Igiaba Scego, Anna Siccardi, Chiara Tagliaferri.
Le muse: Lou Andreas-Salomé, Luisa Baccara, Maria Callas, Pamela Des Barres, Zelda Fitzgerald, Rosalind Franklin, Jeanne Hébuterne, Kiki de Montparnasse, Nadia Krupskaja, Amanda Lear, Alene Lee, Dora Maar, Kate Moss, Regine Olsen, Sabina Spielrein.
Cosa è successo alla scuola? Come possiamo risollevare le sorti dell’istituzione più importante per il futuro del Paese dopo una fase difficile come quella che sta affrontando? Dovremmo partire dagli insegnanti motivati e capaci che la sorreggono nonostante i molti ostacoli e dal serbatoio di vitalità degli studenti. E poi naturalmente occorre ridare all’istruzione le risorse e la centralità che merita.
La scuola può fare la differenza, soprattutto in momenti di crisi. Dacia Maraini ne è convinta e lo testimonia con il suo impegno in difesa dell’insegnamento come negli interventi scritti nel tempo e in alcuni intensi racconti raccolti in questo libro: L’esame, Il bambino vestito di scuro e Berah di Kibawa. Da sempre l’autrice si dedica al dialogo con gli studenti e con i loro docenti approfondendo modelli di apprendimento e impugnando questioni di diritti e di riforma e in queste pagine racconta una scuola come dovrebbe e potrebbe essere, filtrata dagli occhi di scrittrice, di intellettuale civilmente impegnata e anche di docente. Storie, idee, battaglie e ricordi di una vita intera, dalle lezioni al Liceo di Palermo all’insegnamento nel carcere di Rebibbia. Un viaggio tra i banchi, anche attraverso la forza dell’immaginazione, da cui emerge l’urgenza di garantire ai nostri ragazzi un’istruzione migliore per ridare all’Italia una concreta speranza nell’avvenire.
Felice di trovare “Musa e getta” fra i libri da lei segnalati 😊 le auguro una buona e ispirata primavera, Arianna Ninchi
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Grazie, Arianna, ricambio l’augurio. Il libro in questione è sicuramente una lettura ispirante.. 😉
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