Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

La frattura

INCIPIT

A distanza di tanti anni, fu ancora uno scoppio a svegliare Bogdan. Di nuovo, Stavolta ad esplodere furono le sue pupille e, quando si riprese, passò le dita sulle palpebre per assicurarsi che sotto fosse rimasto qualcosa. Fu abbastanza soddisfatto di quel che poté constatare: era presente in tutte le tre dimensioni e stava gradualmente recuperando anche la quarta mentre si rigirava in un letto scomodo e sconosciuto. Un vecchio sa di essere vivo perché è tutto un dolore, pensò. E allo stesso modo riesce a distinguere il sonno dalla veglia. Nel sogno, per quanto terribile sia, il dolore non esiste. Sopraggiunge in seguito, da questo lato del muro, è qui che si trovano le sue sorgenti e le sue foci. Il dolore pervade profondità, larghezza e altezza e si protrae per interi secondi e anni. Questo pensiero avrebbe dovuto confortarlo, perché significava che tutti gli orrori sognati erano innocui, ma l’umore di Bogdan non riuscì ugualmente a migliorare. Strofinando col palmo della mano il naso che gli prudeva per il russare, sollevò le palpebre e per un istante rimase accecato. Radica aveva già aperto le veneziane e uno spicchio di cielo azzurro minacciava di cavargli sul serio i bulbi oculari. Sentiva il sudore che gli si era asciugato addosso, e un marcato fastidio in corrispondenza di ogni bolla pruriginosa causata dalle punture delle zanzare. Era molto difficile scegliere una dimensione adatta alla fuga.

– Almeno tira la tenda – grugnì.

La stanza dell’appartamento dove avevano trascorso una notte davvero sofferta odorava di un liquido che li stordiva e che erano stati costretti a comprare la sera prima, non appena disfatte le valigie, perché la protezione da quelle sanguisughe non era inclusa nel servizio. L’isola su cui erano arrivati, con la scusa della salvaguardia degli uliveti, non veniva disinfestata, e nessuno aveva pensato a montare zanzariere alle finestre e alle porte. Ecco perché in ogni negozio in cui erano entrati, pieni di papule come appestati, c’era un intero scaffale di prodotti contro le zanzare, e i più economici costavano quindici euro. Che froci questi greci.

Darko Tuševljaković

post

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: