Ballata
Siedo nella mia stanza rotonda,
Siedo, dall’alto rischiarato.
Guardo il sole da venti candele
Lassù nel cielo intonacato.
Intorno – come me rischiarati,
Il tavolo, i lisi divani.
Siedo – e nello sgomento non so più
Dove posare le mie mani.
Sui vetri silenzioso fiorisce
Un gelido bianco palmeto.
Nel taschino del gilè martella
L’orologio il suo toc inquieto.
Oh, della mia vita senza scampo
Inerte, misera povertà!
A chi confidare come io sento
Per me e per queste cose pietà?
Ed ecco comincio ad oscillare,
Tenendo serrati i ginocchi,
E a un tratto in versi a parlare prendo
Con me stesso, chiudendo gli occhi.
Sconnessi, appassionati discorsi!
Discorsi senza alcun costrutto,
Ma i suoni son più veri del senso,
La parola – più forte di tutto.
E musica, musica, musica
Al mio canto si avvince,
E sottile, sottile, sottile
Una lama allor mi trafigge.
Io emergo al di sopra di me stesso,
Mi erigo sulla morta esistenza,
I piedi nella fiamma nascosta,
La fronte negli astri scorrenti.
E vedo con occhi smisurati –
Con occhi, forse, di serpente –
Come il canto selvaggio ascoltano
Le mie tristi cose da niente.
E a un fluido ritmico vortice
Tutta la stanza si abbandona,
E qualcuno la pesante lira
Attraverso il vento mi dona.
E non c’è più il cielo intonacato
E il sole da venti candele:
Su nere rocce levigate
Orfeo poggia i piedi lieve.
1921
(versione di Paolo Statuti, https://musashop.wordpress.com/tag/poesie-di-vladislav-chodasevic/)
Vladislav Chodasevic nacque a Mosca da padre polacco e madre nobile di origine ebrea, nel 1886 e mori’ a Parigi nel 1939; è sepolto nel cimitero di Billancourt. Poeta, traduttore e critico letterario, fu considerato da Nabokov – che C. incoraggiò e apprezzò – la massima espressione della poesia russa del Novecento. Pubblico’ le sue prime poesie in “Il Grifone” (1905), miscellanea simbolista, e vicine al simbolismo sono anche le raccolte di versi “Giovinezza” (Molodost, 1908) e “La casetta felice” (Scaslivyj domik, 1914). “Sulla via del grano” (Putjom zerna, 1920), segno’, invece, l’ingresso nella sua poesia piu’ matura. Alla fine del 1920 Chodasevic si trasferi’ da Mosca a Pietrogrado dove nel 1922 pubblico’ “La pesante lira” (Tjazolaja lira, 1922). In quello stesso anno lascio’ la Russia sovietica con la compagna Nina Berberova, approdando a Berlino. Nel 1925 si trasferi’ definitivamente a Parigi dove pubblico’ due raccolte di versi e dove dal 1927 divento’ il critico letterario di punta della rivista ”Rinascita” (”Vozrozdenie”). Nel 1927 pubblicò una delle sue ultime raccolte di poesie “Notte europea” (Evropejskaja noč). Morì a Parigi nel 1939 ed è sepolto nel cimitero di Billancourt. Il pubblico italiano lo conosce per “Necropoli”, libro di prose dedicate ai maggiori esponenti della letteratura russa di inizio secolo edito da Adelphi.
Letture consigliate:
https://www.doppiozero.com/materiali/le-finestre-sul-cortile-di-hitchcock-e-chodasevic
Un’assenza da colmare. Non ho ancora letto Necropoli. Bellissima poesia.
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