Chi è stato alla Fondazione Prada, a Milano, sa di cosa parlo.

Un robot in tenuta da lavoro, analizza vetrini di sangue in un laboratorio sigillato come un aquario. Segni particolari: si muove.

Sì, la pioggerella esce fuori. E poi ci sono le installazioni a base di mosche…

“Quello che a prima vista può sembrare un grande monocromo nero dipinto è in realtà un mare di mosche morte applicate ad un supporto con resina. Si consiglia agli animi più sensibili di avvicinarsi lentamente. L’odore (di mosche? Di resina? Di morte?) rigetta indietro lo spettatore. È necessario combattere la sensazione di disgusto per potersi accostare all’opera e analizzare da vicino l’ammasso di cadaveri. La visione è drammatica.” Altervista
Damien Hirst è un artista inglese che negli anni Novanta prese attivamente parte al movimento dei Brit Artists, un gruppo di giovani artisti inglesi interessati soprattutto alle arti visive, e ne divenne presto il principale esponente. A 16 anni Hirst fu portato da un suo amico – che studiava biologia – a visitare l’obitorio di Leeds, e rimase particolarmente affascinato dai corpi che si ritrovò davanti. Il risultato di quella visita – disse – fu che la morte, declinata in varie forme e contesti, divenne il tema centrale delle sue opere. Nel 1992 Hirst concorse per la prima volta al Turner Prize (il premio di arte contemporanea istituito dalla Tate Britain di Londra e rivolto agli artisti inglesi che hanno meno di 50 anni) e lo vinse tre anni dopo, nel 1995. Il rapporto di amicizia e di collaborazione professionale con Charles Saatchi, magnate della pubblicità e collezionista d’arte, accelerò moltissimo la sua ascesa: Hirst divenne presto uno degli artisti contemporanei più quotati e voluti a livello internazionale. L’arte non è il solo ambito in cui Hirst, considerato eclettico e desideroso di sperimentare. Tra il 1998 e il 2000, Hirst fece parte di una band, i Fat Les, assieme al bassista dei Blur Alex James e l’attore Keith Allen. Il loro singolo “Vindaloo”, raggiunse la seconda posizione nelle classifiche UK del 1998. Inoltre, durante la sua carriera Hirst ha collaborato spesso con celebri icone della musica, dirigendo nel 1997 il video del singolo “Country House“e dei Blur e realizzando la copertina di “I’m With You“ dei Red Hot Chili Peppers.
È noto soprattutto per una serie di opere in cui corpi di animali, come squali tigre, pecore e mucche, sono imbalsamati e immersi in formaldeide. Manifesto della sua poetica è THE PHYSICAL IMPOSSIBILITY OF DEATH IN THE MIND OF SOMEONE LIVING, consistente in uno squalo tigre di oltre 4 metri posto in formaldeide dentro una vetrina.

La vasca con lo squalo è diventata presto la fonte principale della ricchezza di Damien Hirst e l’opera simbolo dell’arte inglese degli anni Novanta. Hirst ha successivamente creato diverse vasche con squali e animali di vario genere, attirandosi spesso critiche degli animalisti. Lost Love è l’unica vasca che contiene animali vivi, oltre ad uno studio ginecologico.

Collage di opere esposte a Palazzo Grassi e Punta della Dogana nel 2017
E voi, cosa ne pensate di questo artista?
Foto e informazioni ripresi da siti di arte su web.
È tutto molto impressionante 👀 ma quel cerchio colorato è il risultato di tanti insetti messi insieme??
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Sono ali di farfalle…..
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Wow!! Da lontano la simmetria è così perfetta che sembra un disegno 😮 mi era sembrato di vedere anche delle mosche.
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no, in questa opera (ce ne sono molte altre versioni, ma sempre realizzate allo stesso modo) solo farfalle. Ci sono altri suoi lavori in cui ha utilizzato le mosche
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Non condivido affatto questo tipo di ‘arte’, qualunque sia il significato che si voglia dare alla parola.
Trovo proprio abominevole che siano stati uccisi animali, spesso appositamente, o peggio lasciati vivi e fatti soffrire, per la realizzazione delle sue opere.
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Mi trovi d’accordo.
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Non so cosa sia successo, ma è sparito il commento di Array e la mia risposta…. Puoi ripostarlo? Dicevi che ti sembrava di vedere delle mosche, e io rispondevo che in questa opera no, ma in altre in effetti le ha utilizzate. L’artista afferma che le ali delle farfalle si rifanno alla simbologia greca con cui veniva rappresentata Psiche, l’anima, mentre nella simbologia cristiana, afferisce alla risurrezione
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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Quanta roba interessante. Piacerebbe vwdere.
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Preferisco le installazioni luminose che ho pubblicato in questi giorni…almeno non sono violente. Comunque il tuo post e’ perfetto… come sempre!
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A me sembra eccessivo. Ok le provocazioni, ma l’utilizzo di animali proprio no. Ho visto quelle che hai pubblicato: molto suggestive!
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Gia’! Specialmente le mie povere amate farfalle…brrrr! Grazie Pina e bon weekend!
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Era amico di Joe Strummer dei Clash. Gli disegnò una copertina.
Non saprei sulla tua domanda. Ogni arte va contestualizzata nel proprio tempo.
Francamente non arrivo al senso delle sue opere.
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Nemmeno io …
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Comunque, parlo in generale, questi artisti mi muovono curiosità: cercare di capire.
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Pessima considerazione, come per altri artisti che sono entrati in un sistema perverso, creato da loro o imposto per volere di chi non è facile da definire né da dirsi, da cui anche se volessero non riuscirebbero neppure più ad uscirne. Non mi si dica che l’arte di Hirst disgusta, scandalizza perché è un invito alla riflessione sul tempo che scorre e sulla fragilità della vita. Personalmente, oltre al resto, mi scandalizza il suo teschio ricoperto da 8.601 diamanti incluso un diamante rosa a forma di goccia, posto proprio sulla fronte del teschio, teschio di un uomo vissuto nel 1700- 1800 circa.
Forse avesse usato dei falsi diamanti sarebbe stato più credibile, ma sicuramente meno gettonato e visionato …Provocazioni ce ne sono sempre state nell’arte, (solo se pensiamo a Caravaggio, un artista vero che ha rivoluzionato l’arte del suo tempo ….) o ad artisti, magari più ermetici e vicini al nostro tempo, ma sinceri nel loro operato come Gino De Dominicis (Calamita cosmica)
Personalmente, in alcuni artisti attuali conclamati ( che fra l’altro fanno fare le loro opere da abili artigiani ecc ) vedo poca genialità, molta spregiudicatezza che ha più a che fare con il business che con il sociale. Un artista dovrebbe inseguire la libertà espressiva , cambiare anche genere se ne sente la necessità, ma credo che sia poco fattibile se si entra in un certo sistema.
Buone cose a te e complimenti per gli articoli sempre interessanti che pubblichi.
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Ti ringrazio per queste riflessioni che mettono in luce molti aspetti su cui riflettere. Come dici tu, i grandi artisti sono rivoluzionari e avanti rispetto al comune sentire del proprio tempo. Ma qui vedo, come te, molto sensazionalismo, molta provocazione fine a se stessa. O meglio, finalizzata al business.
Grazie per la tua stima che mi onora.
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Mi sono molto divertita, due anni fa, alla mostra di Venezia, dove era ipotizzato un ritrovamento subacqueo che, nello stesso tempo, rivelava pienamente di essere un falso. Mi è piaciuto il modo spiritoso e creativo di instillare il dubbio, sempre. Forse anche nella sua arte? Credo che Damien Hirst sia abbastanza intelligente da suggerire proprio questo. Lo squalo e gli animali, se sono veri e hanno sofferto, non sono giustificabili, ma il messaggio è diretto e pertinente. Un po’ lo penso sopravvalutato anch’io. Grazie della bella conversazione
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Grazie a te, Paola, per il contributo molto pertinente.
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L’ha ribloggato su Alessandria today @ Pier Carlo Lava.
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