L’uomo è qualcosa di immenso, contiene così tanti ingredienti, come lo stufato. Per esempio l’alloro. Ce lo metti, ma poi mica te lo mangi quando lo stufato è pronto, eppure non può mancare. Lo stesso accade con l’uomo, ha dentro il male, e per quanto non lo usi spesso, ce lo deve avere. (p.39)
La legge di natura, di Kari Hotakainen, Iperborea 2015, traduzione di Nicola Rainò, pagg.272
«La vita ti arriva sempre alle spalle, e poi di colpo te la ritrovi davanti.»
Avevo letto questo romanzo qualche anno fa e, insieme all’amato Paasilinna, mi aveva conquistato: l’humor finlandese ha un posto nel mio cuore. Ve lo ripropongo oggi, dopo averlo consigliato ad un’amica che, come me, ama la letteratura del nord Europa.
Un terribile incidente d’auto catapulta Jussi Rautala in un’altra realtà. Cinico vedovo sessantenne, piccolo imprenditore e irriducibile evasore fiscale, si ritrova in un letto d’ospedale a dipendere dalle cure del suo odiato nemico: lo stato sociale.
Per capire il contesto in cui prende vita la storia narrata in La legge di natura bisogna sapere che l’edizione originale del romanzo risale al 2013, anno in cui il governo finlandese annunciò numerosi e cospicui tagli ai servizi pubblici di vari settori – principalmente cultura, sanità e sport –, puntando il dito verso gli evasori fiscali, considerati i principali responsabili della dolorosa ma necessaria mannaia governativa. Lo Stato sociale era in crisi. Il welfare costruito negli anni si stava sgretolando sotto gli occhi rassegnati dei cittadini.
La storia di Jussi è paradigmatica sia della specifica realtà finlandese, sia di un malessere più generale, di una crisi – e noi italiani ne sappiamo qualcosa – che attraversa l’Europa occidentale. La Grecia vacilla, l’Italia e la Spagna sono costrette ad una severa politica di austerity, e quindi l’Europa batte cassa, e l’efficiente Finlandia è di colpo obbligata a tagliare servizi e benefici finora presi per scontati.
Trasportato all’ospedale, Jussi vede ribaltarsi il suo mondo e non bastano i chirurghi a rimettere insieme i pezzi della sua esistenza, che all’improvviso sembra ruotare intorno alla soglia affollata tra (ri)nascita e morte: da sua figlia Mira, attivista politica vegetariana, ecologista e «salvatrice del pianeta», che sta per dare alla luce una nuova vita, al suo vecchio padre Väinö che tira le somme della propria cercando una risposta ai dilemmi dell’Amleto, a un bambino soldato della Sierra Leone che Rautala ha adottato a distanza molti anni fa e ora gli si presenta alla porta, fan degli Abba e rivenditore dell’analgesico più richiesto in Occidente, la cannabis: anche lui ha visto in faccia la morte e sta cercando la sua nuova vita.
Con la sua geniale capacità di fondere iperrealismo e assurdo, humor e poesia, Hotakainen ci proietta in un inedito microcosmo ospedaliero, un crocevia di destini, domande e deliri senza filtri da cui guardare con altri occhi l’eterna contesa tra l’individuo e il bene comune, la bellezza e la felicità. Risate e lacrime si alternano senza sosta in una moderna commedia umana sul senso della vita biologica, sociale, morale, in cui non è mai troppo tardi per rinascere. Una prospettiva unica sulle leggi della natura e sulla natura dell’uomo.
La bellissima copertina è disegnata da Elina Warsta.
Definito dal noto connazionale Arto Paasilinna “un umorista temibile, intelligente, acuto, quasi calcolatore”, Kari Hotakainen (Pori, 1957) è uno dei più originali scrittori finlandesi. La sua opera fonde il più quotidiano realismo ai miti, le leggende e la cultura popolare finnica. Dopo le prime tre raccolte di poesie, si è dedicato alla prosa sia per bambini che per adulti. Iperborea ha pubblicato anche Colpi al cuore , Via della Trincea, Un pezzo di uomo.
L’incipit:
Non guardarti, guarda il cielo. L’uomo indossava una giacca arancione e un casco rosso. Disse di essere un paramedico e raccomandò a Rautala di stare calmo, pur sapendo quanto fosse difficile in quell’ammasso di lamiere insanguinate. Basta non guardare le ossa che ti spuntano fuori ma tenere gli occhi fissi al cielo, attraverso il parabrezza frantumato, e rimarrai cosciente. Rautala provò a cercare il nome dell’uomo sulla giacca. Non lo trovò, si ricordò del cielo. Era terso e senza uccelli, poco prima brillava il sole. Ricordò i raggi del mattino, quando aveva avviato il motore per andare dai suoi vecchi che abitavano a un centinaio di chilometri da lì. L’uomo gli si fece più vicino dicendo che per tirarlo fuori occorrevano attrezzi speciali, ci sarebbe voluto ancora un po’. Gli avrebbe dato subito un analgesico. Rautala annuì e fece quello che gli era stato appena proibito: si guardò. Le ossa se n’erano andate per proprio conto, si erano aperte un varco nella carne verso la libertà e avevano bucato anche la giacca a vento, da cui ora spuntavano come da un taglio d’arrosto. I jeans neri erano un grumo rosso. Gli crollò la testa sul volante. Perse i sensi.
A un tratto sussultò per un rumore violento, metallico: era forse qualche grosso attrezzo? Sì. Stavano tagliando le portiere. Ma non era già abbastanza a pezzi quella macchina? Qualcuno gli disse che ad appena cento chilometri da lì lo attendevano i migliori ortopedici del Paese, la migliore squadra di chirurghi. Tutti a sua disposizione, stia tranquillo. L’elicottero del pronto intervento sta arrivando. L’elicottero, roba che si vede solo nei film. E alle fiere agricole dove lo portava suo padre da piccolo. Il pubblico poteva salire a bordo e farci un giro, ma papà non aveva i soldi per far volare alto il suo ragazzo. Rautala se ne stava immobile tra le lamiere battendo i denti, come un bambino che è stato troppo in acqua e non trova più l’asciugamano. Ma non era il caso di agitarsi, o rischiava che le gambe maciullate gli si staccassero del tutto dal tronco. Poco prima stava parlando con la figlia nel ronzio dell’abitacolo, e adesso era al centro del mondo.
Non so come fanno a Iperborea a fare sempre delle copertine spettacolari!
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scelgono bravi illustratori!! anche italiani, come Davide Bonazzi
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Purtroppo la mia cultura “nordica” è leggermente carente , ma questo lo conosco e l’ho letto credo 3 anni fa e mi è piaciuto ma proprio tanto! E come sempre bellissima recensione
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Un autore molto interessante! Grazie 🤗
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sì lo puoi dire!
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Lo abbiamo visto in tv in uno di quei programmi di arredamento: gli stavano ristrutturando il cottage sul lago. Un personaggio!
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Sì, davvero!!!
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