La pellicola è ambientata tra i tre piani, come recita il titolo, di un piccolo condominio borghese in cui si intrecciano le storie di inquilini molto diversi tra loro. Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, ‘Tre piani’ è tratto dall’omonimo romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo (qui trovate la mia recensione del romanzo), che è ambientato a Tel Aviv, mentre il film trasloca a Roma padri tossici, mariti infedeli o assenti, donne che amano troppo, bambine incustodite e fantasmi borghesi.

Tre piani, tre famiglie e la trama del quotidiano che logora la vita, disfa i legami, apre le ferite, consuma il dramma. Al piano terra di un immobile romano vivono Lucio e Sara, carriere avviate, spinning estremo e una figlia che parcheggiano dai vicini, Giovanna e Renato. Al secondo c’è Monica, che ha sposato Giorgio, sempre altrove, ha partorito Beatrice senza padre e ‘ha’ un corvo nero sul tavolo. All’ultimo dimorano da trent’anni Dora e Vittorio, giudici inflessibili che hanno cresciuto Andrea al banco degli imputati. Un incidente nella notte travolge un passante e schianta il muro dello stabile, rovesciando i destini e mischiando i piani.

Piantato all’ultimo piano dell’immobile, Nanni Moretti incarna il ruolo di un magistrato in conflitto (morale) col figlio, che ha provocato un incidente mortale. Dieci anni, tre tempi e due ellissi servono un racconto dove le disillusioni ideologiche sono diventate individuali, l’umorismo irreperibile.

Tre piani è un film nero che punta la durezza di un mondo in cui gli uomini non si capiscono più. Impensabile anche solo fare corpo “con una minoranza” di persone. L’intransigenza, la sfiducia e l’egoismo dettano i comportamenti dei personaggi guidati sovente dalla paura e dal senso di colpa. (Mymovies)

Ovazione per Nanni Moretti, 11 minuti di applausi, grandissimo calore al termine della premiere di “Tre Piani”, il film con cui il regista italiano si è presentato a Cannes, a 20 anni esatti dalla palma d’oro per “La stanza del figlio”.

CANNES, FRANCE – JULY 11: Producer Paolo Del Brocco, Elena Lietti, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Director Nanni Moretti, Margherita Buy, Adriano Giannini and producer Domenico Procacci attend the “Tre Piani (Three Floors)” screening during the 74th annual Cannes Film Festival on July 11, 2021 in Cannes, France. (Photo by Lionel Hahn/Getty Images)

Aveva accanto la sua ‘attrice feticcio’ Margherita Buy, cui offre un ruolo straordinario dopo quello in “Mia madre” ( in cui la Buy si è vermanete superata).

Ho letto pareri discordanti sul film; molti ammiratori di Moretti lo hanno definito un film che di morettiano ha ben poco:

Convenzionale, vecchio, terribilmente serioso: l’ultimo lavoro del regista romano non può non deludere i fanFrancesco Prisco su Sole24ore

Il dolore raccontato con una regia statica e una recitazione basata sull’assenza di parole ed espressioni, una trama fitta di eventi che mal si combinano sono la base di un film che anziché trovare l’immedesimazione allontana lo spettatore, dice Gabriele Niola su Wired, addirittura definendolo Il primo vero tonfo nella carriera di Nanni Moretti.

Altri invece – vedi Cannes – hanno osannato il film. O comunque hanno espresso un parere, nel complesso, positivo, come Fabio Ferzetti su L’Espresso: Il film è dissonante, ma carico di una tensione che resta dentro.

Io non l’ho ancora visto, sono stata indecisa perché il romanzo di Nevo mi è piaciuto molto e, come spesso mi accade, ho paura di rimanere delusa dal film. E voi l’avete visto? che ne pensate?

Oggi 6 ottobre ho letto la recensione di Rodixidor: ve la consiglio, è molto ben sviluppata e argomentata, entra in dettaglio e analizza in modo approfondito la pellicola. A me ha sciolto molti dubbi, quindi ho deciso di vederlo…. poi vi dirò le mie impressioni.