“Il luogo di questo libro è l’arcipelago fuegino della punta meridionale del Sud America. Il tempo di questo libro è l’eterogeneo tempo perduto prodotto dagli effetti in corso del colonialismo nella regione. La forma di questo libro è un archivio di perdita e meraviglia.”

Perdita e meraviglia alla Fine del Mondo, di Laura A. Ogden, Add editore 2023, traduzione di Sara Reggiani, pp. 240

Add Editore ha appena pubblicato un libro molto interessante che propone delle riflessioni sugli effetti del colonialismo sulle comunità e sull’ambiente dove esso si è insediato. Con l’approccio scientifico dell’antropologa e la capacità narrativa della scrittrice, Laura A. Ogden consegna al lettore un’opera molto stimolante.

Laura A. Ogden – professoressa associata di antropologia al Dartmouth College nel New Hempshire. Si occupa di politiche del cambiamento e della conservazione ambientale – raccoglie in un’unica narrazione i modi in cui cambiamento ambientale e storia coloniale si sono scontrati, o hanno convissuto, nella Terra del Fuoco, all’estremo sud del Cile e dell’Argentina. Seguendo le comunità indigene e gli esploratori del passato, fra esperimenti di storia naturale e performance di teatro d’avanguardia, in un panorama punteggiato da ghiacciai in ritirata e industrie estrattive, popolato di castori, licheni e salmoni, Ogden racconta le molteplici forme di perdita che hanno segnato il territorio – lingue, immaginari e sovranità – e, insieme, ci restituisce le forme di meraviglia in cui la vita si è reinventata, tra rovine e devastazioni.

Ogden chiama in causa il fantasma dell’esploratore coloniale – e pittore – Charles Wellington Furlong, il cui lavoro di ricerca, le fotografie e i quadri, cristallizzarono lo sguardo distorto dell’uomo occidentale su quelle terre e calcificarono le discriminazioni contro gli indigeni. Gli contrappone lo spirito della riottosa etnologa Anne Chapman, che invece si oppose con rabbia allle distorsioni accademiche del “Nord del mondo”. Aggiunge poi ai capitoli le storie naturali di quelle isole, la “piccola” distruzione ambientale avvenuta per mano delle specie invasive, portate lì dall’uomo, come presagio della più grande distruzione climatica.

Perdita e meraviglia alla Fine del Mondo attraversa l’ombra dell’imperialismo e si pone con occhi nuovi di fronte ai luoghi che non abitiamo ma vogliamo conoscere. Un lavoro che si interroga sulla nostra presenza e sulle tracce lasciate da chi ci ha preceduto, su ciò che sarebbe potuto e che potrebbe, ancora, essere.

Laura A. Ogden

Vi suggerisco di leggere l’intervista de Il Tascabile all’autrice.

Foto utilizzata nella composizione della copertina ripresa dal sito ViaggiNews.com: Terra del Fuoco, alba su Ushuaia, Argentina (iStock)