Il mese di marzo sarà pieno di nuove uscite e di tante presentazioni, fiere, eventi… Tra l’altro si svolgeranno due eventi libreschi imperdibili per noi che abitiamo nella città meneghina: Book Pride a Milano, dal 10 al 12 marzo e il Nordic Festival I Boreali, sempre a Milano, dal 17 al 19 marzo.
Ho fatto una selezione semplicemente in base ai miei gusti, cercando romanzi che raccontano la società attuale, senza limiti geografici, ma ci sono davvero tante nuove uscite. Qualcuno dirà forse troppe, e magari ha ragione: l’editoria oggi tende a macinare tante novità per incuriosire i lettori, puntando su autori capaci di conquistarsi le simpatie del pubblico, poi bisognerà vedere quante e quali di queste opere sapranno resistere nel tempo. Per il momento, però, godiamoci la possibilità di scegliere e di trovare, come non di rado accade, qualche bella chicca.

L’opera in copertina, “Parachuting books“, è di Patrizio Virga

PER CHI AMA NOIR LETTERARI E DISTOPIE

Nel 2045 gli effetti del riscaldamento globale sono estremi: il mare ha conquistato le coste, la Pianura Padana sperimenta temperature eccezionalmente alte, le giornate torride si alternano a estenuanti periodi di piogge. Colpita da una spinta migratoria sempre più forte, Milano è una città sovrappopolata e scossa da pulsioni sociali contrastanti: da un lato gli Antagonisti, che propugnano l’avvento di un nuovo socialismo; dall’altro i Frontisti, che vogliono preservare lo status quo; in mezzo, un’immensa massa anonima che cerca di sopravvivere un giorno alla volta. Dopo un esilio sulle Alpi durato cinque anni, il commissario capo Alberto De Santa rientra nella sua Milano per indagare sulla morte di Renato Valsecchi, imprenditore nel campo del solare, filantropo, nonché membro della Chiesa dell’Apocalisse, la religione ormai predominante nel paese. Causa del decesso? Intossicazione da tetrodotossina, il veleno che si trova nel fugu, o pesce palla, un piatto costoso e alla moda. De Santa conduce le indagini in una metropoli sul punto di esplodere: nell’aria si avvertono attese e timori, preparativi di attacco e contrattacco. Ovunque, manifesti con il volto di Gulliver Sacco, un ragazzo ammazzato durante un corteo – a breve sarà il quinto anniversario della sua morte. Ambientato in un futuro ipotetico ma non improbabile, “Prima della rivolta” è un noir letterario ed esaltante che, cercando il colpevole di un omicidio illustre, indaga sui responsabili del collasso incipiente della società.

PER CHI AMA LE STORIE FAMILIARI ANCHE QUANDO SONO INGARBUGLIATE

In una provincia resistente e strozzata tra Milano e le Alpi, con l’aeroporto di Malpensa a chiudere ogni orizzonte, Margherita si muove passo dopo passo, e tenacemente scopre che talvolta gli amici e le famiglie d’adozione possono sostituirsi a quelle di nascita, e l’infelicità da cui veniamo può tramutarsi nella felicità a cui aspiriamo.

Per Margherita tutto cambia quando il fratello minore esce di casa e non torna più: la madre scivola nell’apatia e il padre sembra stringere un legame ancora più forte con Domenico, un collega di scuola. Margherita però non si arrende e, mentre si costruisce una vita adulta e indipendente coltivando amicizie e ideali, trova il modo di restare vicina alla madre. E da questa ruvida vicinanza inizia un viaggio a ritroso, fisico e sentimentale, alla ricerca del tempo in cui la famiglia era felice – e di ciò che ha infranto la felicità.
Qui l’ombra di Domenico si fa più ingombrante: perché quest’uomo abbandonato dal padre, fuggito dai luoghi asfissianti in cui aveva combattuto da partigiano, sembra seguire Margherita da anni? E che cos’è Bordo, il villaggio a ispirazione buddista sulle montagne della Valle Antrona, dove Domenico si rifugiava? È lì che è fuggito anche Giulio?
Perdere, e perdersi, eppure crescere, da soli e insieme: questa è la storia che Carolina Crespi racconta con una lingua di grande eleganza, delicata ma al tempo stesso crudele. Una storia dove crescere significa trovare il coraggio di guardare in faccia il passato, rivoltarlo per poter liberare il futuro.

Da una delle voci più importanti della letteratura ebraica contemporanea, un’appassionante storia di due vite che si rincontrano dopo ventiquattro anni, facendo riaffiorare un passato dimenticato da troppo tempo, che cambierà il corso della loro esistenza.
Micha è un ghost writer specializzato nel redigere autobiografie di persone o personaggi famosi. Di recente si è separato dalla moglie, ha due figlie e vive a Los Angeles, dove si è trasferito da Israele all’età di quindici anni. Ventiquattro anni dopo la sua partenza, senza aver mai fatto più ritorno al Paese natale, Micha accetta l’invito di una zia acquisita, Adela. L’uomo ritorna così con la memoria al suo primo incontro con Adela, quando lui aveva nove anni e lei diciotto, in una piovosa giornata autunnale. Lo scopo dell’invito era di presentare Adela a Moshe, uno scapolo di trentotto anni dal carattere mite, affetto da problemi di salute. Adela sembrava essere una valida candidata al matrimonio con Moshe in quanto, oltre a essere orfana e di origine persiana, era fortemente miope e soffriva di un leggero handicap. La ragazza però, non si piega al volere della famiglia e gli unici a essere dalla parte di Adela sono la madre di Micha e il ragazzino stesso, che sembra addirittura affascinato dalla giovane. E proprio per questo, quando finalmente Adela, accetta di sposare Moshe, il piccolo Micha sarà, su sua richiesta, il suo paggetto. Ventiquattro anni dopo, la donna che Micha si trova davanti, e che ora si fa chiamare Adel, è molto diversa dalla ragazza che lui ricordava e l’incontro tra i due si rivelerà difficile e pieno di rivelazioni.

Dopo il successo di Vardø. Dopo la tempesta, Kiran Millwood Hargrave narra di una famiglia e dei suoi segreti, ricostruendo con la sua impeccabile prosa una straordinaria vicenda storica che illumina l’ingrato destino toccato spesso alle donne nel corso della Storia.

In un’estate rovente del 1518, un’estate che porta con sé carestia e siccità, una donna, una figura solitaria e forse impazzita, comincia a danzare nel centro della piazza principale di Strasburgo. Danza per giorni, senza tregua, agitando la testa e dimenando le membra, che sembrano tirate da funi demoniache. È la fame a provocarla, la sete, la ruggine nel pane, forse il diavolo: le autorità, vescovo in testa, si affannano a cercare le cause di quel bizzarro comportamento, per evitare che minacci la vita della comunità. Ben presto, però, alla prima donna danzante se ne uniscono altre, centinaia di donne di tutte le età che si sfiniscono a forza di dimenarsi, senza fermarsi neppure quando sono allo stremo delle forze. Neppure davanti alla morte.
Mentre in città rimbomba il suono di centinaia di piedi danzanti e di musica mescolata a inutili litanie religiose, Lisbet si trova invischiata in una storia di passioni proibite e inganni, che le insegnerà che cosa significa essere donna nel sedicesimo secolo, epoca di superstizione e di straordinarie scoperte, di pericoli e di paure.

PER CHI CREDE NELLA LIBERTA’ DELL’ARTE

II romanzo d’esordio di un grande regista di culto: un’avventura letteraria che parte dai Balcani e attraversa l’Europa fino all’Accademia del Nobel di Stoccolma. Kusturica ha visto il proprio paese distrutto da una guerra che ne ha ridisegnato i confini, ma non ha mai smesso di guardare alla libertà come il bene più prezioso che un uomo e un artista debba difendere.

Peter Handke si trova a Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la Letteratura, tra molte polemiche. Con lui, un gruppo di amici, tra cui Emir Kusturica. Da qui inizia la narrazione, che si muove nel tempo e nello spazio, da Stoccolma alla Serbia, alla Spagna, al Kossovo. La narrazione oscilla tra il racconto autobiografico, il racconto della amicizia con Peter Handke e l’invenzione. Il filo conduttore del racconto è la figura del falco, che accompagna la vita dell’autore nei momenti importanti e che, nella traduzione della sua gente, è portatore di un destino felice e lava via la sfortuna. Ne emerge un libro politicamente scorretto, in difesa di Handke, e in difesa della libertà di espressione e della libertà dell’arte: in Handke Kusturica riconosce le qualità del grande scrittore e artista ma, soprattutto, quelle dell’uomo buono, pronto a sacrificarsi per i più deboli e a mettere a rischio la sua carriera pur di rimanere fedele ai suoi principi.
Così due ribelli – un regista e un narratore – si inseguono, camminano sul filo di Ivo Andric e Ingmar Bergman, cercando l’essenza dell’uomo.

PER CHI AMA I ROMANZI DI FORMAZIONE

Mimi e Oliver sono vicini di casa e compagni di pesca in una piccola città sul fiume Havel, nella Germania Est. Giocano a calcio insieme, prestano giuramento pionieristico insieme e durante le feste di famiglia si ubriacano in segreto con le ciliegie sotto spirito dei genitori. La caduta del muro di Berlino, quando sono ancora adolescenti, mette fine alla loro amicizia. Sotto il nome di combattimento di “Hitler”, Oliver diventa il leader di una banda di neonazisti a cui presto la situazione sfuggirà di mano… Romanzo doloroso e divertente, in parte autobiografico, ambientato in una tranquilla cittadina del Brandeburgo al momento della scomparsa della DDR.

Manja Präkels. Nata a Zehdenick nel 1974, ha studiato filosofia, sociologia e storia dell’Europa dell’Est, ha lavorato come burattinaia per un teatro itinerante e nel 2001 ha fondato la band musicale Der Singende Tresen. Quando mangiavo ciliegie sotto spirito con Hitler, suo romanzo d’esordio, si è aggiudicato nel 2018 il Deutsche Jugendliteraturpreis e l’Anna Seghers-Preis.

Due fratelli, una cittadine nella Germania orientale e una rabbia che continua a crescere.

Philipp e Tobi sono fratelli, crescono nella provincia della Germania orientale dove d’estate la luce è accecante e d’inverno il gelo rovina le strade. Sono gli anni Duemila e il Muro è solo un ricordo. La costruzione della casa di proprietà dove si trasferiscono con la famiglia sembra l’inizio di un futuro sereno. Ma oltre gli alberi all’orizzonte giacciono dimenticate le rovine industriali della DDR e la superficie dei laghi minerari a cielo aperto, simboli di un mondo scomparso e lasciato indietro dall’Ovest. È in questo mondo, nel quale le disillusioni hanno preso il posto dei sogni, che si muovono Philipp e Tobi. E mentre un fratello si chiude in sé stesso, l’altro cerca un modo per dare sfogo alla sua rabbia avvicinandosi alle frange dell’ultradestra. Quando la loro città sembra dover accogliere i rifugiati, la situazione degenera. Il romanzo di Lukas Rietzschel è un lavoro potente e poetico, sostenuto da una scrittura che percorre ferite aperte e restituisce luminosità alla dolcezza dei piccoli gesti; ci riporta a tu per tu con il crollo di un Paese e i fantasmi dell’Europa. È la cronaca di un mondo lacerato e della disperata ricerca di senso e felicità di due fratelli e della generazione a cui appartengono. Probabilmente uno dei romanzi più interessanti e originali della narrativa tedesca di questi ultimi anni.

PER CHI CREDE CHE LE PERSONE POSSONO CONNETTERSI CON EMPATIA E UMANITA’

Con una scrittura delicata e di poetica eleganza, sotto la quale ribolle l’umanità dei suoi personaggi, Guðrún Eva Mínervudóttir dà voce a donne e uomini infelici che cercano metodi per sopravvivere e scoprono l’empatia, imparando che «in ogni parola scambiata» può celarsi «la promessa di qualcosa di straordinario».
Quando il piccolo Aron Snær, abbandonato dal padre, entra nelle vite di Árni, Borghildur e Hanna, la loro esistenza è divisa tra la rassegnazione al dolore e la speranza di una svolta. Árni insegue un amore impossibile, accompagnato dall’iperattivo labrador Alfons, che incoraggia le sue zoppicanti passeggiate verso un futuro incerto. Borghildur è una vedova alle prese con il suo lutto che si sente come un «sacco pieno di schegge di vetro», e i figli cresciuti e lontani non sanno aiutarla. Hanna è un’adolescente solitaria che non mangia più, a cui cucinarsi una pasta sembra un miracolo. Il sobborgo di Reykjavík dove vivono, un microcosmo islandese di pace stretto tra torrenti e immensi pascoli, li inghiotte in un’ovattata routine che fa da cassa di risonanza a ogni inquietudine. Finché il piccolo Aron, incrociando in diversi modi le loro strade, così sprovveduto e indifeso, fa scattare qualcosa: la compassione vince la solitudine e risveglia quel bisogno di connessione che è profondamente radicato dentro ciascuno. Forse l’unica ancora di salvezza sono le altre persone, i legami umani, la solidarietà?

PER CHI VUOLE ESPLORARE I TEMI DELL’IDENTITA’, DELL’ORIENTAMENTO SESSUALE, DECLINATI NELLA CULTURA NIGERIANA

Figlia unica e rimasta orfana di padre durante la guerra civile nigeriana, negli anni Sessanta, la giovane Ijeoma viene affidata dalla madre a una coppia di amici di famiglia disposta a pagarle gli studi in cambio di una mano nei lavori domestici. Lontana dalla religiosissima madre, Ijeoma diventa adulta esplorando la propria identità sessuale e innamorandosi di una ragazza della sua età. In una Nigeria omofoba e bigotta, verrà separata dall’amata e indottrinata dalla madre, convinta che l’omosessualità sia di per sé sbagliata e un male da combattere. Anni dopo, nuovamente innamorata di una donna, Ijeoma verrà costretta a una nuova separazione e a mettere in piedi una parvenza di famiglia tradizionale sposando un amico d’infanzia e dando alla luce una bambina. Sarà proprio la nascita della figlia Chidinma ad aiutarla a riaffermare la propria identità sessuale e a decidere di battersi per un futuro migliore.

Chinelo Okparanta è una scrittrice nigeriano-americana. È nata a Port Harcourt, in Nigeria, nel 1981 dove è cresciuta fino ai 10 anni per emigrare poi negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia. Ha studiato alla Pennsylvania State University e attualmente è professoressa associata di inglese e scrittura creativa alla Bucknell University, a Lewisburg, sempre in Pennsylvania. Ha esordito nel 2013 con la raccolta di racconti La felicità è come l’acqua, pubblicata in Italia da Racconti Edizioni, a cui ha fatto seguito nel 2015 questo suo romanzo d’esordio, Sotto gli alberi di udala. Nel 2017 la rivista Granta l’ha selezionata come una dei migliori 21 autori americani sotto i 40 anni.

PER CHI AMA LE SAGHE FAMILIARI E I BALCANI

Il fico davanti alla casa è la madeleine proustiana del protagonista.

È passato più di mezzo secolo da quando il nonno di Jadran è giunto in Istria e ha costruito la sua famiglia. Ora è morto e anche il padre di Jadran li ha lasciati dopo lo scoppio della guerra in Bosnia. La ricerca della propria identità da parte del giovane inizia con una visita alla casa del nonno e lo conduce inevitabilmente nel tumulto dei Balcani. Il crollo dello Stato e i suoi nuovi confini hanno reciso anche i legami famigliari. Solo il fico nel giardino del nonno sembra essere sopravvissuto indenne a tutte le tempeste. Una splendida saga famigliare multigenerazionale, un tour de force che abbraccia tre generazioni dalla metà del XX secolo attraverso le guerre balcaniche degli anni Novanta fino ai giorni nostri. Vojnović è un narratore dotato e, nonostante le scelte fatali compiute dai suoi personaggi siano spesso dettate dalla grande Storia e dai tempi in cui vivono, riesce a condurre il lettore anche in un piano diverso e intimo tra famiglia, relazioni, amore, libertà e le scelte che ci rendono quello che siamo.

L’autore e regista Goran Vojnović (1980) è esploso sulla scena letteraria slovena nel 2008 con il suo romanzo d’esordio Cefurji Raus! (Forum) grazie al quale ha vinto il premio Kresnik.
Anche il suo secondo romanzo, Jugoslavia, terra mia (Forum) ha ricevuto il Premio Kresnik. Il terzo premio Kresnik – caso quasi unico – lo ha ottenuto con All’ombra del fico.

PER CHI AMA LE STORIE SPUMEGGIANTI, I PERSONAGGI PITTORESCHI E UN PIZZICO DI REALISMO MAGICO

Col profumo inebriante di petali di rosa canditi, il profumo di segreti, l’Hotel Universal magnifica i destini di una stirpe di donne forti, guaritrici ciascuna a suo modo, un po’ streghe, eroine “meravigliose”, o meglio – come direbbe una delle protagoniste – “sensibili al meraviglioso”. Véronique Rossignol, Livres Hebdo

L’Hotel Universal, nell’antico centro storico di Bucarest, ombelico di un mondo orientale, è stato un bordello, poi un rifugio della Securitate in epoca comunista, e infine un ostello per studenti bohémien dopo la rivoluzione romena del 1989. Lo abitano personaggi bizzarri – il professore di lingue antiche Pavel Dreptu, l’aspirante suicida Mohicano, Aliona la chiromante – e Maia, giovane inquilina, che intesse una storia lunga 150 anni tramandata per linea matriarcale assieme alla ricetta segreta della marmellata alle rose. Decine di storie si stratificano l’una sull’altra in una costruzione ipnotica che ondeggia tra realismo magico, memoria e premonizione, fino a quando all’Hotel Universal accade un misterioso omicidio.

PER CHI AMA VIAGGIARE IN CITTA STRANIERE CON UNA FIDA COMPAGNA

Berlino, Buenos Aires, Istanbul, Manila, Sydney: fin dai primi anni ottanta la bicicletta è stata per David Byrne il mezzo di trasporto prediletto e, da quando ha scoperto quella pieghevole, la bici è diventata la sua fedele compagna di viaggio e di tour in tutto il mondo. In questi Diari della bicicletta il musicista ci guida al cuore delle città che ha più amato, regalandoci cartoline e istantanee di vita urbana, aneddoti, curiosità, personaggi picareschi, mode e tendenze. Ben prima dei Fridays for future, Byrne ha illuminato per noi le contraddizioni di un’urbanistica tiranneggiata dall’automobile e la necessità di riplasmare le nostre città per migliorare la qualità della vita secondo le esigenze umane e dell’ambiente.

PER CHI VUOLE CONOSCERE LA COLOMBIA E LE SUE LACERAZIONI

Nella cartografia di un territorio, quello della Colombia, attraversato da ciclica violenza e ferite collettive, sottoposto al paramilitarismo e al conflitto armato, i personaggi dei nove racconti di Laura Ortiz Gómez mantengono forza e passione intatte, spinti da pulsioni vitali quali l’immaginazione e il desiderio. Fragili, vulnerabili, fantasmi che portano impresso ognuno a suo modo il segno che il conflitto ha lasciato nelle loro vite, sono al contempo mossi da una dignità e da lampi di luce che li fanno sopravvivere all’orrore e li avvicinano al calore della vita animale. Con una scrittura che genera immagini e personaggi di una bellezza crepuscolare capaci di esprimere il dolore della terra, questo è un libro che celebra ciò che rimane, e persiste, dopo il passaggio della violenza.

PER CHI AMA I SAGGI SOCIO-POLITICI

Proprio come il mondo è delimitato da confini e frontiere, lo stesso vale per Internet. L’utente il più delle volte neppure lo sa, ma Internet non è «tutto il mondo», è un ambiente frammentato, in feroce competizione economica, spesso in guerra. La promessa di contenuti universali della rete è svanita da tempo. Eppure l’avventura era partita in maniera diversa. Inizialmente nata come infrastruttura intrinsecamente priva di barriere, negli anni novanta la rete aveva ospitato una prima comunità di internauti che pensavano a un sogno di fratellanza universale, indipendente da qualsiasi potere economico o politico. Quando però le istituzioni hanno iniziato a comprendere il potenziale commerciale e strategico di Internet le cose sono cambiate. Con sistemi differenti a seconda della zona geografica e del sistema sociale, la rete è andata via via frammentandosi, sono sorti enormi monopoli tecnologici in grado di orientarla, con guadagni colossali, e si sono formate barriere geografiche più o meno evidenti sotto diretto controllo dell’autorità politica. Quello che viviamo oggi è un rapporto irrisolto tra un’infrastruttura globale e una struttura politica del mondo basata sugli Stati nazionali, con tutte le tensioni che ne derivano. Ma la partita è in corso e il governo di Internet è uno dei punti nodali del futuro assetto del mondo e ci riguarda tutti. Bertola e Quintarelli ne narrano la storia e indicano possibili futuri, alla ricerca di una via che possa tenere insieme le libertà personali e le esigenze di una società pacifica, democratica e sicura.

«La Terra sopravviverà», diciamo spesso nelle preoccupazioni sul riscaldamento globale: sono gli esseri viventi e le loro vite come le conosciamo a essere in pericolo. Ma il rapporto tra noi umani e la Terra che abitiamo cambia continuamente anche in quello che ne conosciamo: nelle nostre scuole si insegna meno geografia, Google Maps ha cambiato il nostro rapporto con lo spazio e i movimenti, la geopolitica è diventata di nuovo un tema di discussione, per tragiche ragioni. Ci sono un sacco di cose da conoscere e capire sul pianeta e su quello che ne abbiamo fatto: importanti, affascinanti, utili, spesso tutte e tre le cose assieme. Cosa sta cambiando nelle rotte navali? Quanto dura una stagione? Come si costruiscono le metropolitane? Dov’è il confine fra Terra e Spazio? Qual è la capitale della Bolivia? Che ore sono, davvero? La geografia è presente nella vita quotidiana di tutti e «saper stare al mondo» significa innanzitutto conoscere gli spazi vicini e distanti e come influiscono sulle nostre vite, da quando ci svegliamo la mattina a quando raggiungiamo un luogo lontano, magari «agli antipodi». Già, e cosa c’è agli antipodi?

SPERO CHE RIUSCIRETE A TROVARE IL LIBRO CHE FA PER VOI! BUONE LETTURE A TUTTI

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